



Lettera pubblicata su Il Resto del Carlino
DALLA PARTE DEI CITTADINI
«Hera la consiglia, ma altre analisi sono in contraddizione»
Caro Carlino, ho letto con interesse l’articolo di sabato 19 settembre, riguardante l’invito che Hera rivolge ai propri utenti, a bere senza timore l’acqua del rubinetto, che esce, sicura, controllata, e di ottima qualità, dai propri impianti di potabilizzazione, che, come sappiamo si riforniscono dal fiume Po.
Veniva particolarmente sottolineato il notevole risparmio economico rispetto alle acque minerali in bottiglia, ed illustrato un rapporto sulle analisi chimico-fisiche e sul costante monitoraggio dei parametri qualitativi. Lo scorso anno, inoltre, Hera aveva avviato una campagna pubblicitaria, dai contenuti analoghi, con manifesti apparsi sui muri della città.
Ebbene, sempre sul Carlino ho letto di recente un articolo (ne era apparso uno simile circa un anno fa) che spiega come l’autorevolissimo istituto Irsa-Cnr che si occupa di ricerca sulle acque, abbia riscontrato sia nel fiume Po, sia nell’acqua di rubinetto, la presenza di Pfoa e Pfos in quantità allarmanti e nettamente superiori alla media europea: si tratta di additivi usati da molte industrie manifatturiere piemontesi e lombarde, che evidentemente si riversano abbondantemente nel nostro fiume.
A livello normativo non sono ancora stati fissati limiti di soglia, ma le ricerche condotte, ad uno stadio comunque avanzato, ne confermano l’assoluta tossicità e nocività per via del loro accumulo nei tessuti adiposi e nel fegato, dove producono effetti cancerogeni.
Sui parametri di analisi che Hera illustra non vi è traccia del monitoraggio periodico di questi composti, ma solo delle misurazioni più comuni per l’acqua, quali durezza, pH, nitrati, residuo fisso, sodio, ecc… Chi conosce un po’ di chimica, sa che questi parametri, seppure a livelli ottimali, non c’entrano niente coi composti killer in questione e non bastano a garantire la sicurezza dell’acqua.
Soltanto un’opportuna e mirata tecnica di rilevamento specifica, può eventualmente scongiurare gli sconcertanti pericoli derivanti da Pfoa e Pfos, denunciati dalle ricerche ufficiali.
Credo, quindi, che prima di promuovere altre campagne pubblicitarie, Hera ci debba quantomeno una esauriente spiegazione in merito.
Lettera firmata