



desidero innanzi tutto ringraziarla per l’attenzione dimostrata alle modalità di lavoro della commissione statuto del Comune di Ferrara, con riferimento alle proposte di modifiche statutarie.
Mi permetto con la presente di fornirle ulteriori informazioni documentate, rispetto a quelle già messe a disposizione dei suoi uffici, affinché lei possa valutare meglio le argomentazioni addotte dal presidente della commissione statuto Fortini e dal presidente del consiglio comunale Colaiacovo, non rispondenti ai fatti e tendenti ad evitare il merito delle questioni da me poste.
Nella sua del 4.5.12 Fortini scrive: “Le sedute della Commissione Statuto si sono svolte sulla base di una metodologia di lavoro ampiamente condivisa dalla Commissione consiliare nella seduta del 5 luglio 2010”. Il verbale della seduta citata (agli atti) dimostra il contrario. In quella riunione fu espressa una pluralità di posizioni in merito alle modalità di chiusura e presentazione in consiglio delle proposte di modifica dello statuto, con particolare riferimento alla possibilità di sottoporre al voto del consiglio medesimo, anche le proposte che non avrebbero ottenuto la maggioranza in commissione. In tal senso, oltre al sottoscritto, si espressero altri commissari, anche di maggioranza, eppur tuttavia non si procedette ad alcuna votazione. Nemmeno successivamente furono votati i criteri informatori della delibera, fino all’ultima seduta del 12.4, quando gli uffici hanno portato una proposta congegnata in modo da escludere la possibilità di portare in consiglio le modifiche agli articoli esclusi dal testo. Ritengo tale circostanza grave e contro i principi democratici, come ho motivato nella lettera a Fortini del 13.4 e nella richiesta di parere ai suoi uffici del 16.4.
A sostegno della fondatezza della mia richiesta di presentare e votare in consiglio comunale anche le proposte non approvate dalla commissione, ci sono agli atti anche le registrazioni di sedute precedenti quella del 5.7.10. In esse il dirigente Luca Tortora, assistente la commissione nelle prime sedute metodologiche, espresse chiaramente la propria intenzione di includere nel testo della delibera tutte le proposte presentate in commissione, ciascuna con propria votazione, ed inoltre confermò la possibilità di presentare anche quelle non approvate, con emendamenti.
Riguardo alla regolarità dell’ultima seduta del 12.4, come ho già riassunto nella comunicazione a Fortini, in possesso dei suoi uffici, e nella successiva richiesta di parere, solo dopo la votazione unanime della bozza di delibera, è emersa con chiarezza l’impossibilità (e la non volontà) di presentare proposte non approvate dalla commissione, relative ad articoli di statuto non citati in delibera, anche se sotto forma di emendamenti! Tale chiarimento, da me sollecitato, ha immediatamente reso evidenti, a chi non li avesse compresi prima, i limiti della delibera, utilizzata, a mio parere, come vero e proprio grimaldello per impedire l’esame in consiglio delle proposte non gradite. Ciò nonostante, non si è proceduto ad una nuova votazione (né a modificare il testo della proposta), benché il consigliere di maggioranza Civolani lo avesse chiesto ed il sottoscritto avesse manifestato il proprio consenso.
Ritenendo la situazione un vero e proprio vulnus alla democrazia e, per i consiglieri comunali non partecipanti ai lavori della commissione, un immotivato impedimento a discutere e votare quelle proposte in consiglio, ho deciso di coinvolgere la Prefettura, istituzione dello Stato, massima garante in loco del rispetto della democrazia e della tutela delle minoranze.
Venendo ora alla lettera di Colaiacovo del 4.5, egli scrive: “Non è un caso che il Consigliere Tavolazzi abbia adito la Prefettura senza mettere nessuno a conoscenza del testo della richiesta di parere, in spregio a qualsiasi forma di rispetto nei confronti sia dei colleghi commissari, del Presidente della Commissione, del Presidente del Consiglio Comunale che del Segretario Generale e dei tecnici che hanno assistito i lavori della Commissione”.
Tali affermazioni sono infondate e smentite dai documenti. Nella nota in possesso dei suoi uffici, inviata a Fortini il 13.4.12, l’indomani dell’ultima seduta di commissione, si legge: “Alla luce di quanto esposto sono a richiederle la convocazione della commissione per discutere e votare: a) il destino delle proposte avanzate dai gruppi, non approvate dalla commissione; b) l’impostazione conseguente del provvedimento da sottoporre al consiglio comunale; c) il provvedimento predisposto dagli uffici secondo l’impostazione approvata dalla commissione. Informo che intendo coinvolgere la Prefettura di Ferrara, per un parere in merito alle procedure da adottare.”
Dunque ogni accusa mossami di spregio nei confronti di chicchessia, non solo appare strumentale e infondata, ma anche tesa a difendere quello che reputo un colpo di mano, finalizzato ad escludere dal dibattito democratico in consiglio comunale, le proposte non approvate dalla maggioranza. Tant’è che sul punto, anche dopo il suo autorevole parere, le risposte di Colaiacovo e Fortini appaiono sfuggenti. Tanto meno esse garantiscono che le proposte relative agli articoli non contenuti nel dispositivo della delibera, possano essere presentate al consiglio come emendamenti, discusse e votate, come richiesto da Progetto per Ferrara. E’ questo l’oggetto del contendere, il resto è cortina fumogena.
E’ fin troppo evidente la volontà di chi ci amministra, di procedere a testa bassa, ignorando qualsiasi istanza e sollecitazione proveniente dall’opposizione, che vada in direzione diversa. Questo conferma il giudizio politico da me espresso sul fallimento dei lavori della commissione, che ha bocciato 50 proposte di modifica delle statuto (quasi tutte di Progetto per Ferrara) su 68 presentate (56 da Ppf, 3 da Prc/Pdci, 6 da Pd ed alleati, 2 dagli uffici e 1 dal Comitato acqua pubblica). Delle 18 proposte approvate (10 Ppf, 6 Pd ed alleati, 2 uffici), al netto degli aggiustamenti di stile, dell’adeguamento alle norme di legge e del rafforzamento di principi, solo 10 sono le modifiche che apportano allo statuto un effettivo valore (o disvalore) aggiunto.
Un’occasione mancata di ammodernamento del più importante strumento di regolazione della vita democratica dell’ente.
Pd ed alleati, facendo leva sulla maggioranza schiacciante di voti in consiglio comunale e in commissione (60% pari a 24 voti su 40) e sul meccanismo di votazione delle proposte (approvazione a maggioranza qualificata di due terzi), hanno falcidiato sul nascere proposte avanzate da Ppf e da noi ritenute importanti. E’ certamente legittimo che esse possano non essere condivise dai commissari, una parte o tutti, ma ci sembra un atto di prevaricazione impedirne la valutazione ed il conseguente voto in consiglio comunale. La trasparenza imporrebbe a tutti l’assunzione di responsabilità di fronte agli elettori, nella sede deputata a decidere, ovvero il consiglio comunale.
Alcuni esempi di proposte cassate.
Come accade in molte città italiane (esempio Modena), abbiamo proposto di prevedere in statuto la Commissione permanente di controllo e garanzia, con presidenza all’opposizione, allo scopo di favorire la corretta integrazione tra attività di indirizzo e controllo del consiglio comunale e quella di amministrazione della giunta. Pd e Pdl hanno votato contro (Ppf, Prc/Pdci e Lega a favore).
Abbiamo chiesto di inserire il controllo, da parte del Comune, dei conti delle associazioni che ricevono contributi pubblici, ma il Pd ha votato contro ed il Pdl si è astenuto. Abbiamo proposto di ridurre da 500 a 300 le firme necessarie per le deliberazioni di iniziativa popolare. Tutti i gruppi, anche di opposizione, hanno votato contro. Stessa sorte è toccata alla proposta Ppf riguardo alla consultazione popolare (consentirla se promossa da almeno un terzo del consiglio comunale), ed alla ammissibilità dei quesiti del referendum popolare (sottrarla al difensore civico, per affidarla ad un Comitato che garantisca competenza, imparzialità ed indipendenza dagli organi di governo del Comune). Falcidiate sono state anche le proposte Ppf di regolare in statuto l’istruttoria pubblica nei procedimenti amministrativi, di vigilare sul rispetto dei diritti di accesso agli atti da parte dei cittadini, di pubblicare nel sito del Comune tutti gli atti esterni, anche non meramente esecutivi, adottati. Infine il Pd ha votato contro le proposte Ppf riguardanti la nomina dei rappresentanti negli organi di amministrazione delle società collegate, il conseguente taglio dei costi, la riduzione dei contratti a tempo determinato per dirigenti ed alte specializzazioni, i criteri di merito per l’assegnazione delle funzioni dirigenziali, la responsabilità dei dirigenti e la revoca anticipata delle funzioni dirigenziali da parte del sindaco.
Il culmine dell’arroganza, a nostro parere, è stato raggiunto con la bozza di delibera, contenente solo le proposte approvate dalla commissione, e confezionata, senza preventiva discussione e votazione dei principi ed obiettivi informatori, per impedire la votazione in consiglio, sia pure come emendamenti, delle proposte bocciate dalla commissione (la quale per legge esprime un parere favorevole o contrario, ma non ha il potere di cassare le proposte per il consiglio).
Allo stato attuale, dunque, le proposte di Progetto per Ferrara, non approvate dalla commissione, non possono essere presentate, discusse e votate in consiglio comunale. E’ questo il vulnus per la democrazia interna all’ente. Ed è questa la ragione della nostra protesta.
E’ del tutto evidente che non si vuole concedere alcuna apertura alla trasparenza, alla partecipazione ed al controllo da parte dei cittadini dell’operato dell’amministrazione.
Le chiedo pertanto cortesemente, illustrissimo Prefetto, di intervenire nei confronti del Comune affinché adotti un percorso atto a consentire la discussione in consiglio comunale di tutte le proposte (anche quelle non approvate dalla commissione) corredate di specifico parere della medesima, e, singolarmente, la loro votazione.
Colgo l’occasione per esprimerle i miei rispettosi ossequi.
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale
Progetto per Ferrara