



di Valentino Tavolazzi
Il confronto tra i voti di lista europei a Ferrara e quelli comunali, è illuminante per valutare i comportamenti elettorali dei ferraresi, sotto questo profilo poco commentati dalla stampa locale. Avendo a riferimento i dati pubblicati dal Comune ed in presenza di sostanziale pari affluenza tra le due consultazioni elettorali, emerge che 4496 elettori ferraresi hanno votato Pd alle europee, ma non il Pd ferrarese. A fronte infatti di 38960 voti (oltre 52%) raccolti dal partitone per l’Europa, solo 34464 (quasi 47%) sono stati confermati al Pd locale della coalizione Tagliani. E’ impossibile che si tratti di elettori Pd alle europee che localmente abbiano messo la croce solo su Tagliani e non sul simbolo Pd locale, poichè i consensi al candidato superano quelli delle liste di coalizione per meno di 500 voti. Mancherebbero dunque all’appello circa 4 mila voti. E’ improbabile che tutti i voti della lista di sostegno Levato/Fortini (poco più di 3 mila voti) siano diventati voti Pd alle europee, considerando la natura di centro destra di quell’elettorato. E’ più logico pensare che alcune migliaia di elettori Pd alle europee non ce l’abbiano fatta a votare Tagliani e la sua coalizione ferrarese.
Considerando che il sindaco rieletto ha evitato il ballottaggio per circa 4 mila voti, se non avesse avuto le stampelle ex centro destra Levato/Fortini (3163 voti) e di sinistra (Sel con 2397 voti, presumibilmente diventati voti per la lista Tsipras in Europa), Anselmi avrebbe avuto l’opportunità di confrontarsi con il sindaco uscente al secondo turno, visto che il M5S si è piazzato al terzo posto. Risulta chiaro anche perché Tagliani ora debba riservare due poltrone in giunta a chi lo ha omaggiato di 5560 voti, garantendogli l’elezione al primo turno. Fosse dipeso solo dal Pd, che pure alle europee ha ottenuto la maggioranza assoluta, l’avvocato non ce l’avrebbe fatta al primo turno, proprio per l’emorragia di voti evidenziata.
La stessa analisi portata sul versante opposto, il centro destra, dimostra che ad Anselmi mancano quasi 3 mila voti di elettori che alle europee hanno votato le liste della sua coalizione. Forza Italia ha raccolto oltre 9139 voti per l’Europa e solo 7677 per il Comune; la Lega 3597 contro 2471; Fratelli d’Italia 3177 a fronte di 2930 nella lista per Anselmi. In questo caso è molto probabile che altre liste locali di centro destra, non presenti alle europee (esempio Rendine/Gol con 2420 consensi), abbiano drenato la maggior parte dei voti mancanti ad Anselmi.
Infine anche il M5S locale esce penalizzato dal confronto con le europee. Alla Morghen, che ha preso solo 48 voti più della lista locale, mancano quasi 900 voti di elettori M5S alle europee (11742 voti per il Comune, 12625 voti locali per l’Europa). Dove siano finiti non è facile stabilirlo. Certamente si tratta di ferraresi a cui piace Grillo e il M5S per l’Europa, un po’ meno la lista locale e/o la Morghen.
Insomma ad una campagna elettorale soporifera e poco rianimante, è seguito un risultato politicamente severo per le formazioni locali, sporcato da uno strisciante inciucio nella coalizione vincente.