



Pubblicata da Estense.com
di Paolo Giardini
E’ stata pubblicata sui giornali locali una comunicazione inviata da ACER Ferrara, priva di firma dell’autore, per replicare ad un lettore che aveva sollevato dubbi sull’opportunità di assumere un politico rimasto senza poltrona. La replica esordisce manifestando perplessità sulla protesta di quel lettore. E’ il caso di dire che, perplessità per perplessità, il linguaggio involuto di una comunicazione ricca di errori d’ortografia, in decisa progressione stilistica da “old style” a “patetic” con la sua propensione smaccatamente apologetica per il bravo giovane, fa pensare che sia frutto di un parente, dipendente dell’azienda, più che di un funzionario direttivo della medesima.
L’ACER è un’azienda pubblica. Se ha “necessità di assumere una figura dirigenziale per sviluppare una parte importante delle proprie attività”, invece di blaterare sulla “figura” dovrebbe emettere un bando di concorso per un posto da dirigente, definendo in termini appropriati il lavoro da svolgere.
Se l’azienda intende seguire strade meno trasparenti per motivi da non divulgare, nel caso sia consentito farlo per qualche stortura di legge, faccia pure, ma non pretenda a mezzo stampa di proporre oltraggi agli acquirenti dei giornali, raccontando con parlata da servette arroganti che c’è da “sviluppare una parte importante”, insieme ad altre amenità di pari livello. Manca solo l’impiego del verbo cosare. Lì, da sviluppare c’è ben altro, a cominciare dall’educazione.
L’unica cosa “importante” che emerge chiaramente dalla comunicazione è la necessità di sollevare dall’incarico chi scrive simili indecenze senza accorgersene. Se il politico depoltronato fosse destinato a sostituirlo, penso che a questo punto nessuno avrebbe niente da obiettare, dopo aver ben precisato i confini del “ruolo dirigenziale” nel mondo civile, per i quali non bastano competenze da fattorino.
Paolo Giardini