19 Giu, 2011
Acqua, adesso una sola gestione pubblica provinciale
Inserito da: PpF In: Servizi pubblici




di Valentino Tavolazzi
Si cambia. Con i due referendum sull’acqua, gli italiani hanno detto basta alle politiche liberiste sull’acqua. Ora possiamo azzerare un percorso che ha condotto, in due decenni, ad una speculazione senza precedenti su un bene comune, con enormi aumenti delle bollette e nessun incremento degli investimenti. Qual era la situazione prima dei referendum? Fin dal ‘97 (Legge Galli) il finanziamento del servizio idrico doveva avvenire con il principio del “full recovery cost”: investimenti sulle reti e gli impianti caricati sulle bollette e non sulla fiscalità generale, capitale investito remunerato in tariffa. Tutti i partiti, a destra e sinistra, sostenevano che i Comuni non hanno soldi per gli investimenti, i privati si: li avrebbero anticipati in cambio di un ritorno certo con le bollette.
Da allora i Comuni, dalle casse prosciugate, hanno ceduto la gestione dei servizi ai privati o trasformato le società di gestione pubbliche in s.p.a. miste pubblico-privato (enti di diritto privato). E’ accaduto anche a Ferrara nel 2004 con la trasformazione di Agea in s.p.a. e la sua svendita ad Hera (amministrazione Sateriale-Tagliani).
Ora possiamo cambiare. I due referendum hanno abrogato sia l’obbligo di cedere i servizi ai privati, che la remunerazione del capitale investito. Gli italiani hanno detto basta ai profitti realizzati con l’acqua. Per Ferrara ciò costituisce un’occasione irripetibile ed irrinunciabile per dare una svolta alla gestione del servizio idrico, renderlo pubblico e al tempo stesso ristrutturare l’assetto industriale esistente. L’art. 23-bis del D.L. 112/2008 (obbligo alla cessione del servizio ai privati) è caduto sotto la scure del referendum abrogativo, dunque i Comuni possono in via ordinaria affidare il servizio “in house”, senza gara, a società a capitale interamente pubblico, che realizzino per gli enti proprietari la parte preponderante della propria attività.
Il Cadf di Codigoro ha tali requisiti (è di proprietà dei Comuni al 100%), Hera no (azienda a capitale misto pubblico-privato). Alla fine del 2012 scade il contratto di servizio idrico di Hera ed è pertanto possibile unificare la gestione in una sola azienda (il Cadf), per tutta la provincia e senza gara. Si può altresì trasferire la proprietà delle reti e degli impianti provinciali (oggi in Acosea, Cadf e Comuni) in un’unica società patrimoniale (Acosea o Cadf). Questa è la sfida per la classe dirigente del nostro territorio e non le attuali politiche conservative ed Hera-dipendenti.
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale Progetto per Ferrara
Movimento 5 Stelle