



di Valentino Tavolazzi *
Per ben tre volte in consiglio comunale, il Pd e gli alleati avevano votato contro la richiesta di Ppf/M5S di chiudere il derivato Dexia. Oggi sono loro a presentare una risoluzione, per non votarela nostra. Un esempio di vecchia politica, che non vuole ammettere i propri errori, anche di fronte all’evidenza. L’ultima volta che il Pd aveva detto no all’estinzione dell’operazione era stata il 2.5.11, quando bocciò l’ennesima risoluzione Ppf, che impegnava il sindaco e la giunta a chiudere il derivato immediatamente. I gruppi di opposizione votarono a favore. Va detto che il consiglio comunale se ne occupava dal 28.9.09, quando Tagliani e Pd bocciarono una identica risoluzione, votata da tutti i gruppi di opposizione. Seguirono in data 4.2.10 un emendamento Ppf al bilancio preventivo 2010, respinto dalla sola maggioranza ed in data 23.3.11 un emendamento al bilancio preventivo 2011, bocciato dalla maggioranza e dal gruppo Prc/Pdci.
Il derivato Dexia comporta per il 2011 un flusso di cassa negativo per 943 mila euro, che segue un flusso analogo per 1,2 milioni di euro nel 2010. L’emorragia prevista per il 2012 è di 767 mila euro. La perdita dell’operazione, a partire dalla sua accensione, ammonta a -807 mila euro a tutto il 2011 e, in assenza di risoluzione anticipata, a -1,6 milioni di euro a tutto il 2012. Inoltre la diminuzione in atto del tasso di riferimento (euribor sei mesi) penalizzerà ulteriormente il Comune, avvantaggiando la banca.
Ppf aveva sollevato il problema il 28.10.08: “Anche se nessuno può prevedere come si muoverà l’euribor nel lungo periodo, è facile capire che la nuova soglia-rischio del 4,24%, invece del 2,85% in vigore fino al 31.12.09, è assai più pericolosa per l’Ente. Le dichiarazioni positive di Polastri dei giorni scorsi, riguardo al presunto utile dell’operazione, si basano su una previsione fino al 2019 di tassi superiori alla soglia del 4,24%. Una aspettativa tanto ottimistica quanto poco prudente. Il milione e mezzo di euro incassati tra il 2002 ed il 2003, spacciati per “utile” da Polastri, sono tutt’altro che certi e definitivi.” Il 7.4.09 Ppf insisteva con la denuncia pubblica: “Coraggio Polastri, chiudi quel contratto nell’interesse dei cittadini”.
Le sollecitazioni a Tagliani furono tutte respinte al mittente. Il 16.9.09, quando i tassi erano già sotto la soglia critica, Polastri dichiarava: “Non ci sono i presupposti per aprire un negoziato con Dexia Crediop riguardo allo swap”. Ppf non demordeva ed il 17.9.09 informava i cittadini che “quel contratto ragionevolmente perderà nel 2010 qualcosa come un milione di euro.” Il 30.11.09 i quotidiani locali riportavano la seguente dichiarazione Ppf: “occorre chiudere la falla del derivato Dexia Crediop (un milione di perdita prevista nel 2010)” anche perché i flussi negativi pagati regolarmente alla banca a partire dal 2009, stanno sottraendo risorse alla chiusura del derivato”. Ancora il 15.2.10: “Nel 2010 lo strumento finanziario a rischio costerà alla collettività ferrarese 1,1 milioni di euro”.
Ciò nonostante, nel marzo 2011, il nuovo assessore Luigi Marattin, perseverava nel sostenere che i tassi erano in movimento, e che pertanto nessuno poteva fare previsioni. Ed invece di agire, se la prendeva con i “piccoli gruppi, in cerca di visibilità, che non dovrebbero impartire lezioni, tantomeno spacciare per competenza tecnica il desiderio di attirare l’attenzione”. Con tenacia, tanto diabolica, quanto dannosa per i cittadini, definiva “falsità” le dichiarazioni di Ppf, che in quel momento stimava la perdita complessiva del derivato al 30.6.2011, in circa 400 mila euro. I fatti si incaricarono di darci ragione.
Infine il 24.3.11, Ppf dichiarava: “Il Comune nel 2010 ha speso 1,2 milioni di euro, più di quanto previsto da Ppf. Nel primo semestre 2011 pagherà un altro mezzo milione e prevediamo almeno 3-400 mila euro nel secondo semestre. A fine anno, da quando è stato acceso il derivato Dexia, definito dal Pdl una “porcata”, sarà in perdita totale di 7-800 mila euro”. Tutto si è puntualmente verificato. Eppure, nuovamente, nel luglio 2011, Marattin, in omaggio alla trasparenza, dichiarava:“l’unica verità inconfutabile è che al 31/12/2010 il derivato ha fornito ai cittadini ferraresi vantaggi complessivi per quasi 135.000 euro”. Lo faceva sapendo che la perdita era certa e calcolabile.
Oggi anche la risoluzione del Pd ci dà ragione. Peccato che il conto di 2,5 milioni di euro (flussi negativi dal secondo semestre 2009 a tutto il 2011), lo abbiano pagato i cittadini solo perché Pd, alleati, Tagliani e la sua giunta hanno dormito. Ben alzata, maggioranza!
*Consigliere comunaleProgetto per Ferrara
Movimento 5 Stelle