



Anni di immobilismo nella vicenda del derivato Dexia, da parte di Tagliani, Pd ed alleati, pur in presenza di iniziative e proposte dell’opposizione in consiglio, inducono Progetto per Ferrara e Lega Nord (altri gruppi di opposizione stanno valutando) a presentare un esposto alla Corte dei Conti. Si tratta del secondo, dopo quello sul vecchio debito Agea, per la chiusura della discarica Cà Leona (1,5 milioni di euro), pagato da Tagliani ad Hera dopo dieci anni, in parallelo con la realizzazione del parco fotovoltaico della Spal. Su quella vicenda pendono ancora domande alle quali il sindaco non ha mai risposto!
L’esposto non è un atto d’accusa! I gruppi firmatari chiedono alla magistratura contabile quanto segue.
1. Verificare se il contratto di derivato, ab origine e/o nelle successive novazioni, sia in tutto o in parte sbilanciato a favore della banca e dunque in contrasto con l’interesse del Comune e dei cittadini.
2. Verificare se le modifiche e/o le novazioni contrattuali, nel momento in cui venivano decise, abbiano spostato o no il contratto verso il citato interesse collettivo.
3. Valutare se, pur in presenza di ripetute e documentate segnalazioni e proposte in consiglio comunale da parte di vari gruppi di opposizione, tese a risolvere anticipatamente il contratto, i consiglieri siano stati messi in condizione di fare una scelta di voto consapevole, in forza di adeguate istruttorie, analisi e dati, messi a loro disposizione dalla giunta e dagli uffici competenti.
4. Valutare se nel corso degli anni vi siano state opportunità più favorevoli delle attuali, per la risoluzione anticipata del contratto.
5. Valutare se il costo complessivo dell’operazione finanziaria, dalla sua stipula ad oggi, fosse evitabile o ridimensionabile.
6. Esaminare l’attuale struttura contrattuale e, alla luce di esperienze fatte in casi analoghi, proporre al Comune ipotesi percorribili e convenienti di risoluzione anticipata del derivato.
Il derivato Dexia ha bruciato 2,5 milioni di euro in due anni e mezzo (6/09-12/11). Il primo contratto IRS (interest rate swap) Dexia fu stipulato il 18.12.02, era riferito ad un debito di 50,8 milioni di euro e fu rimodulato il 7.8.03. Il 23.12.05 fu stipulato un nuovo contratto con la banca Dexia, relativo ad un debito di 47,8 milioni di euro e sostitutivo del precedente, a far data dal 1.7.05.
Dopo l’incasso di 1,038 milioni di euro (di cui 290 mila di up front) nel 2002, alla firma del contratto, l’Ente introitava 533 mila euro nel biennio 2003-04. Il primo pagamento alla banca (flusso negativo) avveniva nel 2005 (169 mila euro), seguito da incassi per complessivi 230 mila euro nel periodo 2006-30.6.2009. Dunque al 30.6.09 l’operazione era finanziariamente in attivo di 1,63 milioni di euro.
Da quel momento, a causa del crollo dei tassi di fine 2008, il derivato iniziava a produrre uscite significative e al tempo stesso scattavano i primi i segnali d’allarme di Progetto per Ferrara, che insieme ad altre forze politiche, avviava una battaglia politica, tuttora in corso, per la chiusura dell’operazione. Nel secondo semestre 2009 il Comune pagava a Dexia 289 mila euro. Uscivano poi 612 mila euro nel primo semestre 2010 e 595 mila nel secondo. Nel primo semestre 2011 il Comune pagava 529 mila euro, nel secondo deve pagarne 414 mila. Nel 2012, se non chiuderà il derivato, il Comune pagherà ulteriori 767 mila euro.
A fine 2012, se non interverranno cambiamenti, le uscite complessive ammonteranno a oltre 3,3 milioni di euro. Soldi sprecati, non usati per chiudere l’operazione e, fatto più grave, prelevati in parte dalle tasche dei cittadini. Tre anni di inerzia ed immobilismo, a causa dei quali il Comune ha bruciato il vantaggio acquisito nel primo periodo, nonostante le richieste di estinzione, sempre bocciate da Tagliani, Pd ed alleati.
Progetto per Ferrara
Lega Nord