08 Apr, 2010
Ancora nuove strutture commerciali con l’abbraccio tra PD e PDL
Inserito da: PpF In: Consiglio comunale|Economia, sviluppo, lavoro|Urbanistica




di Valentino Tavolazzi
In una città martoriata dalla cementificazione, soffocata dal consumo sfrenato di territorio, sovente a seguito di costruzioni in siti inquinati, che ha interi quartieri nuovi da vendere, che non dispone dei mezzi finanziari per adeguare le infrastrutture (viabilità, reti, illuminazione) indotte dalle espansioni, che ha un centro storico che perde pezzi di economia e lavoro giorno dopo giorno, ebbene in questa benedetta città, Pd e Pdl pensano di offrirci ulteriori 18 mila metri quadrati di nuove superfici commerciali. Questa amministrazione si illude che basti aumentare l’offerta per far crescere la domanda.
Se si escludono due o tre piccoli interventi di servizio, che Progetto per Ferrara avrebbe volentieri votato, la proposta del sindaco Tagliani e del suo assessore Marescotti contiene sei operazioni da 1500 metri quadrati ciascuna (una vicino a Conad in via pomposa, alimentare, l’altra in via Padova Pontelagoscuro, alimentare e non, una terza nell’ex Tre Stelle Pontelagoscuro, non alimentare, ecc..). Nell’elenco spiccano poi un supermercato da 2500 metri accanto a Bennet, casello autostrada nord, ed uno da 5000 (presentato come due da 2500) accanto al Mercatone, in via Ferraresi.
Ci domandiamo davvero quali siano le motivazioni che spingono il Comune ad autorizzare tutto questo ben di dio (per chi ne beneficia), in presenza di una pluridecennale schiacciante pressione, esercitata a Ferrara dai centri commerciali Coop e Bennet e di gran lunga sproporzionata rispetto a quanto accade nelle altre province della regione, che oggettivamente influisce in modo negativo sulle piccole attività del centro storico e del forese, se non compensata da un intelligente progetto di integrazione commerciale di vasta area.
Ppf denuncia l’assenza di tale progetto.
Ecco perché la giunta persevera nell’adozione di provvedimenti puntuali, ereditati dalle precedenti amministrazioni, in assenza di piani di settore che dovrebbe predisporre (oggi il commercio, in altre situazioni viabilità, ambiente, turismo, industria, agricoltura, sanità, servizi pubblici, macchina comunale, bilancio…), la cui latitanza è il tratto più caratterizzante di questo sindaco e di questa giunta.
Ciò che stupisce è il fatto che, pur in presenza di fenomeni di erosione del consenso elettorale, che riguardano sia la maggioranza (escluso Idv), che l’opposizione (esclusi Lega e Movimento 5 Stelle), entrambi i due partitoni tardino a riposizionare la rotta di navigazione, continuando a veleggiare verso scogliere disastrose per la città.
L’illusione sembra essere sempre la stessa: intanto lasciamo costruire, con l’assenso dei poteri forti locali, poi vedremo! Ancora una volta le costruzioni sono vissute come traino dell’economia.
Eppure di recente avevamo sentito proclami da parte del Pd sulla nuova economia (green economy, turismo e cultura ad esso collegata, salvaguardia e risparmio del territorio, tutela ambientale, riduzione degli sprechi e del consumismo). Che fine ha fatto? Quando quei proclami diverranno azioni di governo?
Valentino Tavolazzi, Consigliere comunale Ppf
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