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02 Feb, 2009

Asilo via del Salice: ”Il Comune sapeva”

Inserito da: PpF In: Ambiente e salute

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Documenti shock del comitato Ferrara Città sostenibile


“La disamina degli elementi inquinanti presenti nell’area dell’asilo, sia riferiti alla falda acquifera che al terreno, non permette di esprimere una valutazione favorevole alla permanenza continuativa di persone, a maggior ragione di bambini che presentano caratteristiche biologiche di particolare suscettibilità, nell’area dell’asilo, così come inoltre richiamato dalla normativa regionale di riferimento”. L’asilo è quello di via del Salice e il parere è di quelli che farebbero tremare i polsi a qualsiasi genitore. Chi scrive queste parole sono proprio gli esperti del Dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl di Ferrara. In una lettera avente per oggetto “Considerazioni in merito alla costruzione di un asilo nido in via del Salice a Ferrara” e datata 8 gennaio 2009, il responsabile del dipartimento, Orazio Buriani, pone la sua firma insieme ad Aldo De Togni, Ugo Romagnoli, Alberto Osti e Giuseppe Fersini, al termine dell’esame della documentazione relativa all’ormai famoso Quadrante Est.
Nel marzo 2006 venne infatti richiesto al dipartimento un parere di legge sulla costruzione della struttura che dovrebbe ospitare 120 bambini, con una relazione tecnica firmata dall’ingegnere Luca Capozzi, capo progetto, “che non metteva in evidenza – spiegano gli esperti dell’Asl – la presenza di un inquinamento nell’area, quando viceversa la diffusione dell’inquinamento era già conosciuta”.
Non solo. Le evidenze emerse successivamente, “sulle quali non è mai stato chiesto un parere in merito alla pericolosità per i frequentatori dell’asilo nido – prosegue la lettera protocollata in gennaio -, qualificano tutta l’area come pesantemente inquinata”.

Immediata allora la valutazione che arriva da chi questo documento, se lo è visto recapitare in forma anonima tra le mani, il Comitato Ferrara Città Sostenibile: “il Comune non poteva non sapere che l’area dell’asilo era inquinata e ciononostante ha proseguito nel progetto di costruirvi il nido”.
“Faremo di tutto – assicura il medico ex consigliere dei Verdi (poi uscita dal partito) Francesca Cigala Fulgosi – perché quell’asilo non venga aperto. L’amministrazione deve fare quelle indagini che sono state richieste dal Servizio Sanità pubblica della Regione e che invece non sono mai state svolte”. Infatti in altri due documenti in mano agli ambientalisti e datati 15 e 16 gennaio 2009, il responsabile del relativo ufficio, Pierluigi Macini, scriva alla direzione generale Ambiente e Difesa del suolo di viale Aldo Moro, e poi al sindaco Gaetano Sateriale ed all’Azienda Usl, richiama l’attenzione delle autorità sul fatto che “quell’area della città di Ferrara è interessata da un inquinamento del suolo e delle falde idriche, conseguente ad una pregressa attività di discarica di rifiuti urbani e industriali in aree già adibite a cava ed evidentemente ad alta permeabilità”. Macini chiude la lettera in cui richiede informazioni e valutazioni in merito all’ingegner Gianfranco Saetti, responsabile Servizio rifiuti e bonifica siti della Direzione generale Ambiente e difesa del suolo, sottolineando come “la complessità della situazione richiede valutazioni approfondite con riferimento al potenziale rischio per la salute dei bambini che dovessero in futuro frequentare la struttura (è ampiamente noto – aggiunge Macini – che i bambini hanno caratteristiche biologiche di particolare suscettibilità a molti inquinanti), ma anche con riferimento alla popolazione residente nella zona che, con ogni evidenza, potrebbe anch’essa risultare esposta ad eventuali rischi per la salute qualora risultasse un livello di inquinamento delle falde e del terreno di particolare consistenza”.
Ma anche sulla bonifica c’è da ridire. “Serve una campionatura fatta in modo diverso – interviene Carmela Vaccaro – e i nuovi studi non possono essere svolti da chi dimostra di non essere competente”.
Non basta quindi, secondo il comitato, aver sospeso l’apertura dell’asilo e aver affidato ulteriori esami a un pool di tecnici di Regione e Arpa, ma “occorre che la commissione sia aperta anche ad esperti esterni”. “È bene che nessun bambino mette piede in quell’asilo – tuona Giancarlo Rasconi – e vanno controllati anche gli operai che vi hanno lavorato”. Sarebbe utile, poi “fare una mappatura completa delle zone inquinate di Ferrara”, è il sollecito di Rasconi che anticipa la deposizione di un esposto in procura per far luce sul caso: “si apprende che dal 2003 è stata rilevata una presenza massiccia di cvm e di altri inquinanti in quell’area, eppure molti di quei dati non risulta siano mai stati trasmessi agli uffici competenti. Per far luce su ciò trasmetteremo gli atti alla magistratura”.
Un esposto che si aggiungerà quindi a quello già depositato il mese scorso dall’Italia dei Valori. E proprio tra i dipietristi, alla luce di queste novità, alza la voce Valerio Visentini, che si chiede “come mai si è voluto costruire l’asilo proprio in quella zona? Forse altri interessi prevalgono sul diritto alla salute? Perché si preferisce destinare 8 milioni di euro per la costruzione del nuovo palasport e non i 5 necessari per la bonifica reale del ‘quadrante est’? È la prova dello strabismo di questa amministrazione”.

01 febbraio

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  • Valentino Tavolazzi: Ing. Savini, come le ho scritto sei anni fa, saremmo ben lieti di pubblicare un intero suo articolo nel nostro sito, con la sua completa versione dei
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  • vittorio savini: ,,,aggiungo inoltre che vi è stata un' ORDINANZA del tribunale di Ferrara (artt. 676 C.P.P.) n. 250/2016 del 2 novembre 2016 a firma del giudice Pier

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