



Se il sindaco Tagliani decidesse di chiudere l’assessorato all’ambiente, nessuno se ne accorgerebbe. E non perché manchino siti inquinati a Ferrara, bensì per la totale assenza di uno straccio di piano strategico di interventi, di cui non vi è traccia nel bilancio 2011. Il tutto con buona pace di Pd e Idv, cui è stata assegnata la poltrona competente, che insieme agli alleati hanno bocciato la risoluzione di Progetto per Ferrara, approvata invece dall’intera opposizione (Fli si è astenuto). Essa impegnava sindaco e giunta a predisporre la mappa dei siti inquinati, oggetto o meno di procedimenti di bonifica, ed un piano sostenibile di investimenti tesi alla loro messa in sicurezza e/o bonifica.
La Giunta, rappresentata dall’assessora all’ambiente Zadro (Idv), con i voti di Pd, Idv ed alleati ha bocciato anche la richiesta Ppf di predisporre le modifiche ai bilanci 2011-13, allo scopo di rendere disponibili, magari con smobilizzi di cespiti e titoli, e/o con finanziamenti regionali e statali, risorse idonee per avviare e completare le azioni necessarie al risanamento dei siti contaminati.
Eppure l’assessora, nell’ottobre 2010 al Melo, aveva chiuso l’assemblea dei cittadini del quadrante est dichiarando “Si è perso tempo e sono stati commessi errori”. Si riferiva certamente allo scandalo di vecchie e nuove abitazioni, costruite a ridosso di due enorme discariche di rifiuti, sopra alla falda contaminata da livelli record di Cvm (cloruro di vinile monomero), cancerogeno. In quell’assemblea era palpabile la preoccupazione dei cittadini per la salute. Negli ultimi decenni infatti é stata autorizzata la costruzione di centinaia di alloggi nei pressi di una vera e propria bomba chimica, nella quale rifiuti urbani, mescolati a scarti e rifiuti tossico-nocivi dell’industria chimica, hanno avvelenato le acque sotterranee dell’intero quadrante est.
E’ dimostrato che a partire dagli anni ‘60 il Comune sapeva dell’esistenza di discariche e, dai primi anni 2000, pure della pesante contaminazione da Cvm nelle falde, dunque del grave rischio per la salute dei residenti. Nonostante ciò sono state concesse agibilità, sia pur vincolate, a villette sorte ai bordi delle discariche ed autorizzate nuove costruzioni residenziali e non (la più significativa quella dell’asilo del Salice), come se nulla fosse conosciuto in merito alla contaminazione. Tra la fine del 2004 ed i primi mesi del 2005, il professor Gargini, incaricato dal Comune, dimostrava la presenza di Cvm lungo tutta la fascia ovest di via Carretti, comprese le abitazioni in fondo a via Frutteti e tra queste e la discarica a sud. Le indagini quantificavano in 166.036 microgrammi/litro (limite di legge 0,5) il Cvm nella falda semi confinata, record assoluto ferrarese, mai riscontrato nemmeno sotto il petrolchimico (gli altri casi noti sono a Pontelagoscuro e in via del Lavoro).
Ma come ricordato nella risoluzione Ppf, i problemi ambientali a Ferrara non si esauriscono con il quadrante est. Altri siti gravemente contaminati sono stati segnalati da Progetto per Ferrara nel dossier datato luglio 2010, reso noto alla città e consegnato al sindaco. Oltre all’area ex-Camilli, rilevata dal Comune nel 2010, con destinazione collegata al sistema turistico-culturale imperniato sul Museo della Shoah, fanno parte dell’elenco le aree urbanizzate di via del Lavoro; l’ex inceneritore di via Conchetta e la discarica nel Parco Urbano; le aree coltivate nei pressi dell’ex discarica Ca’ Leona, via del Melo, via Santa Lucia, via Giuseppe Fabbri, via Padova, via delle Bonifiche, via Sammartina; le ex discariche di via Ro, Aguscello, via Talassi, Pontelagoscuro (Cvm via Montefiorino, via della Pace).
Siti ad alto rischio, anche per la salute della popolazione, riguardo ai quali sindaco, giunta, Pd, Idv ed alleati fanno come le tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo.
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale Progetto per Ferrara
Movimento 5 Stelle