



Fra i Classici della Letteratura mondiale ha un posto d’onore nelle Opere Letterarie il “Bar Sport” di Stefano Benni. Nel primo capitolo compare la Luisona, avente un ruolo particolare nell’economia del racconto. Luisona è una vecchia pasta, troneggiante da decenni nel vassoio delle paste, spolverata periodicamente, considerata un elemento architettonico del locale e come tale con valenza quasi strutturale. Quando uno sconosciuto rappresentante di passaggio la prende inosservato e la mangia, succede un doppio disastro: uno nell’intestino dell’incauto (devastazione riportata per onor di cronaca ma che non commuove nessuno, considerata una giusta punizione), l’altro nell’equilibrio psicologico degli avventori abituali del Bar Sport, improvvisamente carenti di una certezza affettiva.
Mutatis Mutandi, succederà la stessa cosa al Municipio di Ferrara quando le elezioni elimineranno la Luisona/PCI/DS/PD dalle sue stanze. L’incauta compagine che mangerà-eliminerà la Luisona partitica dovrà ricorrere alle cure ospedaliere, travolta da vagonate di scheletri ad ogni apertura d’armadio (ma le sue contusioni saranno considerate con distacco dai cittadini, propensi a credere che chi ha voluto la bicicletta deve pedalare), mentre i dipendenti comunali, alcuni dei quali figli o nipoti di ex dipendenti afflitti da una curiosa predisposizione alle aperture nasali in numero dispari, subiranno il tipico shock elargito dai repentini cambiamenti ambientali o culinari. Pressappoco come il trovarsi sotto una nevicata d’agosto o l’adattarsi a mangiare la pastasciutta alla maniera tedesca, abbondantemente condita con la zuccheriera.
Un comitato civico che abbia intenzioni serie per le prossime elezioni non può non avere al primo punto del suo programma la predisposizione di presidi psicopedagogici per affrontare con rapidità l’emergenza iniziale. Una trentina di unità potrebbero bastare, immagino. Mi aspetto una modifica del Programma in tal senso.
Paolo Giardini
Progetto per Ferrara