



di Valentino Tavolazzi
Un bilancio comunale 2009 da brivido, altro che avanzo o utile di 1,5 milioni, come si è letto sulla stampa locale. Il risultato annunciato dall’assessore Polastri è infatti la somma algebrica di un esercizio 2009 in disavanzo di -3 milioni (-1,8 parte corrente e -1,2 parte investimenti), bilanciato da un avanzo contabile di 4,5 milioni, derivante dalla soppressione di residui passivi di competenza degli anni precedenti (somme iscritte in contabilità non più da pagare, per ragioni varie).
Ed il disavanzo di competenza pari a -3 milioni, risente dell’utilizzo di 1,3 milioni di avanzo 2008 e di 2,4 milioni di fondi straordinari. Anche il calo dei tassi di interesse sul debito ha dato un contributo positivo.
Per far tornare i conti, si è resa necessaria la manovra di 8 milioni di euro, sottoposta al consiglio comunale a fine 2009. Le casse sono vuote anche per il vincolo del patto di stabilità. La gestione finanziaria è stata molto tesa. La spesa corrente ha toccato i 124,5 milioni, le entrate correnti 122,7.
Si registrano oltretutto tre indicatori di bilancio negativi, sui cinque sufficienti per cadere nel deficit strutturale. Troppo alto il costo del personale (50,7 milioni nel 2009, quasi 40% delle entrate correnti, con un limite di legge a 38%). Troppo alto il debito rispetto alle entrate correnti (141%, contro un limite di legge di 120%). Troppo grande la manovra di ripiano per salvaguardare l’equilibrio (7,11% contro 5% della spesa corrente).
Su 124,5 milioni spesi, 50,7 (più 268 mila di lavoro interinale) sono andati in stipendi; 14,3 milioni in trasferimenti all’Asp, all’Istituzione scuola, al Teatro, a Ferrara Arte; 17,4 milioni per pagare il debito; 6,4 in spese generali; 7,8 in contratti di servizio (di cui 5,2 ad Hera); solo 2,6 in manutenzione.
Non c’è più trippa per gatti. Anche gli investimenti sono stati tagliati (solo 7,3 milioni di nuovi mutui nel 2009). Gli oneri di urbanizzazione di parte corrente sono crollati a 4,9 milioni (contro i 7,5 previsti).
Lo sbocco è ormai evidente. Se non interverranno fatti straordinari (smobilizzo delle azioni Hera, blocco del turnover, taglio di consulenze ed incarichi, taglio dei contratti di servizio, soprattutto pubblica illuminazione, adeguamento delle tariffe dei servizi a domanda per i ceti più abbienti, tagli alle spese non prioritarie), a Tagliani non resterà che aumentare le tasse ai cittadini o tagliare servizi prioritari, già al di sotto della domanda.
Dalle aziende non arriverà nulla di più di oggi, anzi vi sono fondate preoccupazioni per le Farmacie che hanno chiuso il 2009 in sostanziale pareggio.
Il problema da affrontare alla radice è la svolta netta da dare alle politiche di bilancio.
Valentino Tavolazzi, Consigliere comunale Ppf
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