02 Dic, 2011
Bilancio 2012, Giunta alla frutta e città allo stremo
Inserito da: PpF In: Bilancio comunale




di Valentino Tavolazzi *
Lo avevamo detto in tutti i modi. Da tre anni cadono nel vuoto gli appelli al sindaco, alla giunta, al Pd, a chi da decenni governa la città, la provincia, la regione,. Per fronteggiare i tagli del governo, tanto infausti quanto prevedibili, avevamo indicato scelte coraggiose, tese ad incidere sui mali strutturali del bilancio comunale (debito, derivato, sprechi), a garantire più equità nel rapporto con i cittadini (tariffe, rette, sostegno alle famiglie), a rilanciare economia ed occupazione.(incentivi a nuove imprese, green economy, politiche per il turismo). Avevamo avvertito Tagliani che se non avesse agito rapidamente, avrebbe dovuto mettere le mani nelle tasche di pensionati e cassaintegrati. Non siamo stati ascoltati. Sindaco e Pd hanno bocciato tutti gli emendamenti e le risoluzioni, più volte presentati in consiglio comunale. Non una voce fuori dal coro, 24 consiglieri, una sola mano alzata.
Siamo stati accusati di demagogia, di populismo. Siamo stati insultati da chi, presentando conti fasulli, attribuiva utili al derivato fallimentare e predicava convenienze a mantenere azioni Hera, prossime al tracollo. Abbiamo subito censure da chi annunciava che a Cona sarebbe nato presto il primo ferrarese. E quando abbiamo consultato i cittadini sulla chiusura del Sant’Anna, con un atto di democrazia diretta più partecipato di quello su turbogas ed inceneritore, Errani e Tagliani hanno mostrato solo disprezzo per la volontà popolare. Entrambi pedine della staffetta al potere da sempre, sono i terminali di una politica subalterna, conservatrice e funzionale alla “sopravvivenza assistita” di un sistema già morto. Non il bene comune, né l’interesse collettivo sono il fine delle loro scelte, ma solo scambi tra partiti, sindacati, potentati economici, clientele e parte dell’informazione, finalizzati alla gestione del consenso, tanto necessario alla casta. In danno ai cittadini, il bastimento dei politicanti galleggia alla deriva, tra gli iceberg della crisi, concentrato unicamente a sfuggire alle fiamme dell’indignazione popolare.
Ora Tagliani ed il Pd possono raccogliere solo frutti contaminati da incapacità politica, tragici errori, opacità amministrativa ed insofferenza per le legittime istanze dei cittadini, delusi e traditi nei loro diritti fondamentali. Per sostenere i costi di questo sistema, chiamato democrazia, la casta è arrivata a scaricare sui ferraresi 3,9 milioni di euro di addizionale Irpef, colpendo i più deboli. Al tempo stesso “regala” ad Hera 100 mila euro di perdite d’acqua negli edifici comunali ed utilizza l’avanzo 2010 e le riserve, per pagare all’azienda ulteriori 700 mila euro, sottratti alle famiglie ed alle imprese. Il presunto debito (del 2000!), sbandierato per l’occasione, sarà oggetto di nostra valutazione per un eventuale ricorso alla Corte dei Conti.
Il derivato Dexia, da mesi al centro di una inconcludente trattativa, sta dissanguando le casse comunali, come da noi previsto. E’ costato 1 milione di euro nel 2011 ed altri 800 mila sono previsti nel 2012. Dalla firma (2002), come da noi anticipato due anni fa, quel contratto perde 0,8 milioni a tutto il 2011, e se non estinto arriverà a -1,6 milioni nel 2012,. Intanto il patrimonio comunale si svaluta. I 30 milioni di azioni Hera, incluse quelle ricevute in cambio della rete del gas, da 1,7 euro (fine 2009, quando chiedevamo di venderle) sono passate a 1 euro. Ma non basta! Tagliani, in acquiescenza agli ordini di partito da Bologna e Roma, è pronto a firmare il patto con i soci pubblici di Hera, che ci legherà le mani fino al 2014, precludendo la vendita sul libero mercato dei titoli vincolati, anche quando il loro valore aumenterà. Non si potrà dunque abbattere con azioni straordinarie il debito, che nel 2012 costerà ai ferraresi 16,4 milioni, anch’essi sottratti a servizi, famiglie e imprese.
Perfino lo scandalo di Cona e la chiusura del Sant’Anna, voluti da Tagliani nel 2000, sono stati gestiti sotto “occupazione” da Bologna. Il trasloco-flop, gestito dal direttore/commissario mandato da Errani, ha assunto toni tragicomici, quando l’agibilità rilasciata in tutta fretta da Tagliani (tramite dirigenti comunali), è stata contraddetta dalla negata autorizzazione sanitaria, per rilievi tecnici ed impiantistici (non sanitari) sfuggiti al Comune. E quando Ppf ha chiesto in Consiglio le dimissioni di Rinaldi, tutto il Pd ha detto no, inclusi i due consiglieri medici del Sant’Anna Portaluppi e Ricciardelli, che non hanno ritenuto di astenersi dal voto, benché riguardante il direttore dell’ospedale di cui sono dirigenti.
* Consigliere comunale Ppf
Movimento 5 Stellle