05 Feb, 2009
Bilancio Comunale, partita una rovente polemica
Inserito da: PpF In: Economia, sviluppo, lavoro




All’articolo del ”Carlino” replica prima il Collegio dei Revisori, poi l’ex manager Tavolazzi
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Non ha certamente mancato di smuovere opinioni e malumori l’inchiesta pubblicata nell’edizione odierna de “Il Resto del Carlino” sui conti comunali alla fine del secondo mandato di Gaetano Sateriale sulla poltrona di Sindaco. Il succo del pezzo racchiuso in queste righe: “Prospettive di bilancio, a palazzo Municipale, dunque drammatiche […] E’ quanto emerge dalla relazione dei revisori dei conti che in questi giorni hanno comunque dato il proprio ‘imprimatur’ al dossier che approderà in Consiglio il prossimo 23 febbraio. Invece che calare, come a più riprese annunciato, nel 2009 lo ‘stock’ del debito del Comune aumenterà ed in modo molto sensibile: dagli attuali 166 milioni e 400 mila euro, alla cifra sbalorditiva di 183 milioni e 687 mila”.
Non si sono fatte naturalmente attendere repliche ufficiali della parte in causa, il Comune, intervenuto per bocca di Giovanni Ravelli, presidente del Collegio dei Revisori dei Conti del Comune di Ferrara: “Per quanto riguarda i dati dell’indebitamento del Comune di Ferrara, la tabella contenuta nella relazione dei Revisori dei Conti, a pag 22, presa a base delle considerazioni svolte oggi dal Carlino Ferrara, risponde all’esigenza di evidenziare l’equilibrio contabile del bilancio annuale e pluriennale al fine di dare ‘quadratura’ a tutte le spese previste nel piano triennale delle opere pubbliche. È evidente che il Piano Triennale delle OOPP subisce negli anni finanziari scelte prioritarie che dipendono sia dalle effettive capacità del Bilancio di assorbire oneri da nuovo indebitamento, sia dai vincoli del patto di stabilità e dalle effettive ulteriori entrate straordinarie che si renderanno disponibili nel corso degli anni. Inoltre l’insieme delle componenti della finanza locale saranno sicuramente modificate dall’imminente attuazione del Federalismo Fiscale che rideterminerà una nuova situazione sia dei cespiti tributari che delle competenze degli Enti Locali. Al 1 gennaio 2009 l’ammontare complessivo dell’indebitamento si compone di un residuo debito pari a 150.351.500,26 euro, mentre l’importo di 166.400.673,49 euro comprende mutui già contratti che entreranno in ammortamento nei prossimi anni. Inoltre, l’ammontare di 240.308.442,69 euro indicato per il 2011 è da considerare del tutto ipotetico e si determinerebbe solo se si dovessero finanziare tutte le opere previste nei tre anni del piano triennale degli investimenti senza nessuna modifica”.
Secondo intervento di giornata quello di Valentino Tavolazzi, che visse in prima persona l’ambiente ed i conti comunali durante il primo mandato di Sateriale quale direttore generale del Comune. “Nel 1999, quando Sateriale per la prima volta mise piede in municipio, i debiti del Comune ammontavano a 122 milioni di euro” attacca Tavolazzi. “Dopo dieci anni di “rinnovamento”, sono schizzati a 166 milioni, per puntare decisamente a 200 e oltre. Numeri da capogiro che bloccano investimenti e servizi ai cittadini. E con l’aggravante che paghiamo anche per investimenti sbagliati o bloccati da anni: il collegamento di via Ferraresi con la superstrada, l’acquisto ex Bazzi, l’uso gratuito all’Università di Palazzo Costabili per quasi un secolo, doppio rifacimento di Piazza Municipale, l’ex sede Eridania, l’asilo del Salice costruito dove non si doveva”. L’attuale candidato sindaco di “Progetto per Ferrara” ricorda i suoi solleciti ufficiali inoltrati già dal 2002 (“Si è investito ripetutamente in immobili e non è mai stata definita una strategia pluriennale di riequilibrio del bilancio ed un programma operativo conseguente, nonostante esistano varie possibilità di smobilizzo sul tappeto e diverse modalità, che ripetutamente, ho portato all’attenzione della Giunta negli ultimi due anni e che riprendo in questa relazione”).
Ancora: “Nel 1999 avevamo meno debiti, ma più patrimonio. Agea era nostra, così come il teleriscaldamento, gli inceneritori e tanti immobili poi svenduti. Ora, invece, possediamo circa il 2% delle azioni Hera, azienda che, con oltre il 44% di azioni in mano a privati, subordina tariffe dei servizi e qualità degli stessi al ritorno economico da esibire in borsa”.
Tavolazzi chiude le sue considerazioni così: “Chi, dopo Sateriale, metterà le mani nel vespaio dei conti, si accorgerà che dieci anni di “nulla” hanno aggravato le condizioni finanziarie del Comune, e nei cassetti vuoti non troverà nemmeno un progetto da realizzare! Conseguenze queste, di un decennio pigro e frivolo, trascorso senza un’idea di sviluppo economico, senza politiche di attrazione produttiva e turistica, senza interventi strutturali per la mobilità, il traffico, le reti fognarie ed acquedottistiche, senza sottrarre la macchina comunale alla morsa clientelare della vecchia politica”.
di Barbara Lamborghini