



di Paolo Giardini
Un uccellino mi ha detto che ‘o miracolo di San Gennaro… No. Ha la stazza di un vitello, a sentirsi chiamare “uccellino” si offenderebbe. Ricominciamo.
Un gran Luminare mi ha detto che anche a Ferrara ci sono liquefazioni miracolose come quella di San Gennaro. Si verificano annualmente all’ospedale di Cona, confermando la nota predilezione dei miracoli per i luoghi incongruenti e desolati. Il miracolo – spiega il Luminare – è di nuova tipologia: niente sangue taumaturgico racchiuso in antiche ampolle, né sgorgante da statue lacrimanti. Del resto i fenomeni che possano incoraggiare la superstizione non son più di moda, ora si dà credito solo ai risultati oggettivi. E cosa c’è di meno opinabile del denaro miracolosamente arrivato sul conto corrente, certificato da contabilità e fisco più di un processo canonico?
Si tratta di denaro liquidato (appunto) con un fiotto chiamato liturgicamente “premio annuale”, che sgorga dal mucchio di soldi assegnati all’ospedale e fluisce nei c.c. di pochi predestinati.
Un miracolo, quindi, a prova di scettici e agnostici. L’unico suo neo sta nel fatto che è riservato ai soli VIP della dirigenza ospedaliera, ma così ha voluto l’imperscrutabile Santo Patrono intercessore. Che per la precisione è una Patrona, Santa Rosy Dindi (*), la cui storia leggendaria affonda nel mito di un’epoca lontana, al tempo in cui si stava meglio ma nessuno lo sapeva.
Tutto iniziò quando la Rosy, paffuta ragazzona che pareva la reclame della salute, per la sua preclara virtù fu chiamata da un paffutissimo Presidente del Consiglio a reggere il dicastero nazionale della Sanità. Dopo meditazioni e visioni estatiche (digiuni no, per non compromettere la paffutinità di governo) intravide il nesso fra posti-letto-occupati = ammalati e non-posti-letto = sani.
Da ciò intuì che la sanità ospedaliera dipendeva dalla dinamica dei letti occupati, e la salute si misurava coi letti vuoti. Ma i letti vuoti non servono ai sani; facendone a meno si realizzano grandiosi risparmi. E si risparmia ancor più non spendendo nulla in cure da non-predisporre ai non-ammalati non-occupanti letti inesistenti perché inutili. Lapalissiano.
Fu così che la paffutona avviò la riforma del Servizio Sanitario Nazionale basato sui sillogismi. Conseguentemente, poiché la Salute è un bene tanto più prezioso quanto più la Sanità risparmia, in Italia sparì il ministero della Sanità sostituito da quello della Salute.
l grido corale “Santa subito!” si levò ben presto negli uffici dirigenziali degli ospedali: bastavano i tagli di bilancio imposti dai governi nazionali o regionali (consistenti in calo di prestazioni e posti letto corrispondenti ai minor soldi erogati) a determinare gli “obbiettivi raggiunti”, far scattare le “incentivazioni” e relativi miracolosi “premi annuali” a prescindere, si badi bene, da eventuali disastri cagionati dai miracolati stessi. In buona sostanza, il miracolo può essere sostenuto da un altro prodigio parallelo che lava le colpe del miracolato! Un bismiracolo! Questo spiega come i tentativi di trasloco nel 2011-12 dell’ospedale a Cona, gestiti alla Stanlio e Ollio e costi alle stelle, abbia nuociuto solo ad utenti e contribuenti, visto che gli sciagurati autori hanno ricevuto i pieni “premi annuali” per i catastrofici 2011-12. Tutto grazie al bismiracolo di Santa Rosy Dindi (**).
Qualche ultrascettico ritiene che i miracoli fatti coi soldi pubblici siano loschi. Però sono opinioni non condivise dai politici di tutti i partiti. Poiché per la Chiesa non è articolo di fede credere ai miracoli, l’indiscutibile tangibilità dei miracoli rosyani consente anche agli atei la libertà di credere a prodigi di tal fatta ottenuti per legge. E a maggior ragione questa libertà vale per i politici con meno barriere ideologiche anticlericali. È certamente a motivo di una convergenza spirituale se l’attuale sindaco, credente, ecumenico per dovere istituzionale, non mette in discussione né i bismiracoli di Santa Rosy, né quelli geotermici vaticinati da Hera. Forse ha ricevuto in sogno l’illuminazione dalla dea Hera (la sposa di Zeus) e in quanto sindaco democratico non può limitarsi al misticismo confessionale, che in questa democrazia l’aver fede nella dea Hera in Santa Hera in Santa Rosy o il mago Otelma è un diritto riconosciuto a tutti.
Paolo Giardini
(*) “dindi”, in molte parlate del nord Italia significa tacchini, ma anche soldi. Lo struggente canto religioso “Soldi, Soldi, Soldi, tanti soldi…” musicato dal maestro Gorni Kramer lo spiega bene.
(**) Il “nuovo” ospedale campagnolo di Cona conserva il nome di quello originale deportato dalla città: Ospedale Sant’Anna. Non si capisce perché non lo chiamino Ospedale Santa Rosy. La povera Sant’Anna sarebbe sicuramente contenta di non vedersi più rovinata la reputazione.