



di Paolo Giardini
Nel sintetico articolo pubblicato il 10/2 riportante l’appello di Tagliani per la famiglie disagiate, nonostante la brevità del messaggio c’è qualche parola di troppo: “… risultino coperte, senza tagli, le spese relative al welfare”. Ci mancherebbe che venissero tagliate le spese del welfare, già sottodimensionate sulla soglia imbarazzante del pro-forma, quando il comune spende 25 mila euro aggiuntivi allo stipendio della portavoce del sindaco e conferma stipendi da cardiochirurghi a dirigenti comunali di discutibile efficienza e responsabilità ridotte!
E’ da poco tempo che il bilancio 2010 è stato approvato coram populo dalla maggioranza bocciando l’inserzione di risorse per aiuti alle famiglie richieste da PpF. Si trattava di 800 mila euro, bocciati sprezzantemente come demagogici, per non tagliare consulenze e trasferimenti alla cultura.
Consulenze, arte e teatro non si toccano, sono esigenze della nostra provinciale high society. Però “le risorse disponibili per sostenere il diritto allo studio, e non utilizzate dal Comune di Ferrara” si possono toccare, eccome! Essendo roba da poveri, rimangono nel loro ambito d’appartenenza: dai poveri ai poverissimi. Si allunghi il brodo per la truppa, non si tocchi la mensa ufficiali.
Nonostante i giornali evidenzino la crescente morosità nel pagamento delle bollette del gas, nessun accenno viene posto alla “quota categorie disagiate” che il Comune ha consentito ad Hera di aggiungere nelle bollette (rintracciabile solo nella bolletta gas riepilogativa annuale). In quale misura quel contributo obbligatorio, tassato e ivato, ha dato sollievo alle famiglie in difficoltà? Bisogna obbligatoriamente pagare e non sapere il perché?
La cosa più significativa dell’articolo, direi, è l’inquadratura della foto di Tagliani. Consente di immaginare facilmente la fronte del sindaco coperta da un elmetto in kevlar.
Paolo Giardini