15 Dic, 2009
Buona stampa? Una sveglia per Ferrara e per chi la governa
Inserito da: PpF In: Politica|Rete e informazione




Pubblicata da La Nuova Ferrara
di Valentino Tavolazzi
Un caloroso benvenuto, innanzi tutto, al direttore della Nuova Ferrara, Paolo Boldrini, ed ai suoi nobili intenti: “Rigore, precisione, obbiettività prima di tutto. La notizia è sacra, va data con tempestività, mai manipolata e senza alzare i toni”. Da tempo non leggevamo queste parole nei corsivi locali e troppo spesso ne abbiamo invocato l’applicazione. Non ci attendiamo miracoli, siamo pronti a dare atto, con riconoscenza, dei piccoli, ma costanti ed inarrestabili cambiamenti del modo di fare informazione a Ferrara, che via via constateremo.
La stampa locale, con qualche eccezione, soffre di conformismo, parzialità, imprecisione, manipolazione, commistione tra fatto e commento. Non di rado essa funge da cassa di risonanza del Palazzo e dei suoi derivati, eludendo o oscurando il dibattito politico, che pure esiste, sui problemi della città. Una cattiva stampa è la migliore alleata del declino culturale, politico, sociale ed economico di un territorio; è il viatico per la disaffezione ed il disinteresse dei giovani nei confronti della cosa pubblica; è concausa del mancato ricambio delle classi dirigenti; è brodo di coltura per l’immobilismo politico, amministrativo ed imprenditoriale.
La funzione informativa, svolta dai giornali locali al servizio dei ferraresi, è stata finora insufficiente, incapace di aumentarne la conoscenza, la consapevolezza, la facoltà di giudizio critico, la libertà di scelta. Troppo spesso ha prevalso la difficoltà a descrivere con obiettività e coraggio i mali che affliggono la politica e la comunità ferraresi; a raccontare le vicende inquietanti che da anni ne segnano la vita; ad analizzare le cause che impediscono alla città di aprirsi, di innovarsi, di svilupparsi, di decollare.
Eppure la materia non manca: disastri ambientali (Quadrante est, Ponte, Barco, via del Lavoro) e record dei tumori; cementificazione selvaggia; vent’anni di lavori a Cona e dissesto del Sant’anna; svendita di Agea, del teleriscaldamento, delle reti gas, tariffe crescenti; chiusura dei laboratori acqua ed Arpa; accordo di programma fallito e declino del petrolchimico; turbogas regalata ad Enipower e rete di distribuzione interna mai realizzata; triplicazione dell’inceneritore e cause civili di Hera contro i soci proprietari; debito comunale e perdite nei derivati; spreco di denaro in un asilo mai aperto e in un teatro mai ultimato; assurda idrovia e degrado di strade, acquedotti (con tubi all’amianto) e fognature; disoccupazione al top e futuro negato alle giovani generazioni; assenza di un piano di rilancio dell’economia. Non mancano neppure le proposte politiche ed i progetti al riguardo, avanzati dalle forze di opposizione, ma spesso sconosciuti ai ferraresi.
Può darsi che il crudele destino a loro riservato trovi origine, come alcuni sostengono, nella loro indole rassegnata e pessimista. Di certo esiste un problema di qualità della classe dirigente espressa dai partiti, in particolare di governo. Ma non possiamo sottacere, né sottovalutare, ai fini di un auspicabile riscatto della città, la scarsa qualità dell’informazione e l’insufficiente ruolo da essa svolto nella vita civile e politica locale. Il torpore, in cui spesso vengono lasciati i ferraresi, è la migliore polizza assicurativa per chi occupa il Palazzo pro tempore, ma pensa di esserne il padrone per sempre. Un buona informazione potrebbe favorire il cambiamento necessario.
Valentino Tavolazzi Consigliere comunale Ppf
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