



Per Paolo Calvano é più importante occuparsi del consigliere della lista civica di Monte San Pietro Lamberto Calanchi, aderente al M5S, che ha postato un commento favorevole alla chiusura del Sant’Anna, piuttosto che dei numerosi elettori del Pd che hanno partecipato al referendum del 16-17/4 per difendere l’ospedale ed il pronto soccorso. A loro non ha dedicato nemmeno una parola nella sua relazione di Portomaggiore. L’ex sindaco di Ostellato dimostra di non aver compreso il significato politico del referendum e soprattutto della partecipazione senza precedenti di 14347 cittadini favorevoli, quasi quattro volte superiore a quella delle primarie del 2009, che avevano nominato Tagliani candidato sindaco.
Inoltre Calvano trascura il fatto che il nostro movimento consente a tutti libera espressione delle proprie idee, non ha un pensiero unico, né una linea di segreteria da seguire. Il sito regionale del M5S infatti, oltre al commento di Calanchi (medico del Maggiore di Bologna), citato dal segretario del Pd (http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/emiliaromagna/2011/04/domani-e-domenica-a-ferrara-un-si-per-mantenere-il-pronto-soccorso-e-lospedale-in-citta.html#comments), ne ospita altri, compreso il mio, di segno opposto, che Calvano con trasparenza ed onestà intellettuale ha taciuto.
Con Calanchi mi ero precedentemente confrontato anche nell’incontro degli eletti del M5S, tenutosi a Bologna in marzo, nel corso del quale, nonostante la sua opinione contraria, si decise il pieno appoggio politico del M5S Emilia Romagna al referendum Sant’Anna, nonché il coinvolgimento organizzativo di tutte le province. Calanchi, del resto, è in sintonia con il Pd anche su altri temi, avendo nel 2009 votato, da consigliere di opposizione, la relazione programmatica del sindaco Pd Stefano Rizzoli.
In merito alla chiusura del Sant’Anna, anche gli interventi del dr. Luciano Ricci, responsabile del pronto soccorso generale e del dr. Massimo Masotti, vice presidente dell’ordine dei medici, dovrebbero indurre Calvano a riflettere sulle scelte sbagliate del suo partito.
Un’ultima considerazione politica. La pesante crisi economica che interessa la città, l’assenza di progettualità di chi l’amministra, le scelte sbagliate compiute negli ultimi 15 anni (Cona compreso), di fronte alla debole relazione di Calvano appaiono come mali incurabili trattati con acqua fresca.
Ci si domanda per quale ragione il vertice del Pd sia presidiato in massima parte da politici provenienti dalla provincia, mentre siano assenti esponenti della città che lavorino per la città. Calvano, Zappaterra, Montanari, Montani, Bertelli, Bertuzzi, Nardini ed altri, hanno lavorato e lavorano per i loro territori. Chi rappresenta la città di Ferrara?
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale Progetto per Ferrara
Movimento 5 Stelle