



di Alberto Papperini
Ogni due mesi Hera, con una precisione implacabile, ci invia la bolletta dell’acqua. In precedenza, quando il servizio era gestito direttamente dal Comune, la bolletta arrivava ogni sei mesi. La situazione è cambiata radicalmente: praticamente ogni due mesi paghiamo quanto prima pagavamo in sei. Recentemente Hera ha reso noto il bilancio 2010. L’utile è aumentato del 65%, il ricavo è stato di 3,668 miliardi di euro, l’utile operativo di 315,4 milioni di euro. Facile guadagnare quando si opera in regime di monopolio, quando i cittadini devono pagare non potendo aver interazione diretta sull’argomento. Il sistema è fortemente antidemocratico: i consiglieri di Hera, di stretta nomina politica, continuano ad incassare circa 100 mila euro pro capite all’anno, garantendo tutta una serie di poltrone politiche ed interessi privati collegati.
A proposito di salute, vorremmo ricordare che una buona parte della rete dell’acquedotto di Cesenatico è realizzata in cemento-amianto di cui è nota la nocività. La legge 257/92 ha vietato l’uso di amianto e ne prevede la rimozione anche nelle tubazioni per acquedotti. Recentemente è stato affermato in maniera esplicita e chiara che l’amianto è cancerogeno anche per ingestione, situazione che può verificarsi facilmente a seguito di una rottura di tubazione idrica. Invitiamo Hera a sostituire le reti dell’acquedotto in cemento-amianto per salvaguardare la salute dei cittadini.
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