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24 Giu, 2012

Cona: quante criticità

Inserito da: PpF In: Ambiente e salute|Sanità

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di Pietro Zappaterra

Si dice  che chi ben comincia è a metà dell’opera. A mio avviso  non è  il caso dell’ospedale di “Cona “  iniziato  nel 1988 , oltre 23 anni fa,  con un  spesa oltre 550 milioni di euro  mentre si legge sui giornali che ci sono ben 13 imputati tra i quali spiccano nomi eccellenti della sanità ferrarese e dove esiste una lettera del Dipartimento di Sanità Pubblica che esprimeva  un parere pesantissimo sulla situazione del nosocomio entrato in funzione parziale solo nel maggio 2012.

 

 L’ubicazione logistica dell’ospedale di   “Ferrara” , si fa per dire, a Cona  sui prati di “palmirano”   dove esistono  acque sorgive ( su un  terreno che da agricolo passò ad area edificabile in breve tempo) si scontra a mio avviso  con  gli interessi dei cittadini Ferraresi  e della utenza in generale e soprattutto penalizza  le fasce  più deboli ed indifese ( anziani, malati, indigenti, bambini,  etc. )  messi in difficoltà logistica per usufruire della assistenza che viene resa difficoltosa   causa i gravi disagi logistici  per recarsi all’Ospedale. Per arrivarci con mezzi privati ( auto, taxi , etc )  dalla città  zona Barco ci vogliono 35 minuti circa,  con disagi e  costi economici  onerosi  per non parlare se si utilizza il taxi,  scelta quasi obbligata.

I trasporti  pubblici sono inadeguati alle esigenze nel senso che tra andare e tornare per chi sta a  Ponte deve andare in Stazione e  ci voglio come minimo dalle 2 ,3 ore solo per l’autobus e trovarli non è facile.  La linea ferroviaria, ( una fermata  solitaria in disuso ora  abbandonata  e piena di erbacce)   o metropolitana   c’è solo sulla carta  ed è come l’araba fenice ,  la funzionalità stradale  di Via Comacchio  è una via crucis   nonostante i decennali lavori ancora in corso con un cantiere dove non si vede mai nessuno in via Comacchio …  Non parliamo poi di chi abita a Nord Est della città  ossia   Porotto, Mirabello, S. Agostino, S. Carlo  etc,  o a Ponte , Casaglia,  Ravalle etc. e sono costretti a ricorrere ad altro o alla assistenza privata che si sta sviluppando progressivamente .

Il pronto soccorso per  ragioni logistiche d’accesso potrebbe chiamarsi, per ora,   un tardivo    soccorso  in relazione alle scelte fatte per l’ubicazione . Se ci arrivi in auto  non riesci, come mi è successo il 16.6.2012 , ad arrivare  davanti all’entrata in quanto la strada interna dell’ospedale,  in prossimità del pronto soccorso,  è bloccata e  devi invadere la corsia delle ambulanze altrimenti  devi posteggiare distante, scendere, entrare, avvisare,lasciare da solo il malato che accompagni …una tragedia per chi sta male. L’interno del pronto soccorso mi ha fatto pensare ad  un posteggio,  quasi un magazzino … Vacilli tra la rabbia e la paura estenuato  da una burocrazia stoica,  tra malati in barella  che si guardano sconcertati e sperano solo nel cielo

Osservandolo a distanza la architettura di  questo “ Arcispedale”, mi fa pensare più ad un supercondominio o nella peggiore ipotesi   ad  superpenitenziario con i suoi tre bracci o settori , le sue sbarre per l’entrata ed uscita, la sua ubicazione isolata, le numerazioni dei  posteggi a pagamento,  etc.  Un ipermercato con tanto di punto d’ascolto dove  se chiedi una planimetria o un organigramma ti danno gentilmente una mini fotocopia dei settori  con caratteri microscopici che puoi leggere solo se hai una lente potente di ingrandimento ( poveri anziani ).   Il CUP o centro servizi , dove si fanno impegnative e prenotano visite,  etc., si trova dalla parte opposta della portineria centrale così sei costretto a percorrere  lunghi  fantascientifici   corridoi claustro catacombali , senza finestre,  pieni di porte ignifughe ed antipanico, contrassegnati da   codici alfanumerici confusionali ed una freccia che dice “tu sei qui” ( ma dove ti chiedi? )  , dove vedi  tanto  personale frusciare sorridente  in bianche divise   ,  ascensori a partenza ritardata e a volte  fuori uso,  etc. .  Poiché  la costruzione è iniziata nel 1988 circa  diventa evidente  all’occhio attento che è vetusta   e  costruita in economia anche se ripulita,  ricoperta   da vernici , riprese di intonaci,  etc.,  etc   ;   tapparelle vetuste e un po’ storte e sporcate dal  tempo, manufatti scollati alla base, pareti di cemento prefabbricato ormai sporche o sgretolate, sedie  del pronto soccorso che assomigliano a quelle della sala d’attesa delle stazioni di 30 anni fa, pavimenti in linoleum, ascensori con partenze rallentate, tombini o travi  arrugginite, davanzali sconnessi,   da  alcuni controsoffitti   si vedono macchie  dovute a presumibili infiltrazioni,  la sala parto operatoria della Ginecologia  è stata trasferita al terzo piano per chissà   quali motivi, le tubature dell’acqua sono state posate tanti anni e sono state inattive per molto tempo con possibili  conseguenze igieniche , dal sottosuolo in alcuni punti proviene acqua sorgiva e le fognature o altro  ne risentono, il tutto contornato da pareti prefabbricate  di cemento , con  porte automatiche riservate  solo agli addetti e  che ti rimandano ad altra entrata che poi è chiusa, come mi è successo  …….

Ti senti un naufrago   in balia della casualità  organizzata e pensi se c’è una alternativa.  Attorno  prati verdi , giallastri,  dall’erba   rinsecchita  su cui si ergono  alberelli intubati  posati da poco un po’  storti ed  a volte  rinsecchiti che fa tanto  deserto dei tartari alla   Dino Buzzati . Il contesto è quello del miglior   decadentismo  per espressività, impressione,  tonalità dai  colori  stemperati  da  un fluorescente  sole texano  alla Sergio Leone.   Migrando  da un girone  all’altro ti siedi esausto  senza capire dove sei e  cosa fai , sei ipoteso,  ipotonico, assopito al punto che hai  allucinazioni  e  vedo   bare a vela salpare con pallidi defunti in attesa che   Caronte  mi  transiti  oltre l’Acheronte verso lo    Stige. … Torni a casa  sfiduciato  ed ancora più malato e ti chiedi  come mai  dopo così tanto tempo e dopo così tanti soldi pubblici spesi ,ossia di tutti noi , si abbiano risultati spropositati come  questo: una spiegazione ci sarà pure ? Ti rincuori perché  speri che questo è l’inizio    poi si vedrà il meglio. Ma di acqua sotto i ponti ne è passata tanta ed il meglio quando si vedrà ? Esiste  anche il peggio  che è un pozzo senza fondo.

Per terminare mi chiedo: ma perché nel 1985-1988 circa   non hanno pensato di ubicare  l’ospedale  nella zona perimetrale di via Gramicia, Via Canapa, Argine Po’ , Francolino,  dove ora  ci sono  spaziosi verdi prati  con buche e banderuole,  laghetto, lepri, aironi, fagiani,   su un terreno per buona parte  di proprietà  dello Stato o della  Università ossia di tutti , riservati ad   una ristretta categoria  di sportivi che possono versare  quote elevate per  un uso esclusivo di questa  superficie  a verde   ben mantenuta. Come è bello il Golf ed ancor  più  bello il Polo per non parlare della caccia alla volpe. Ma non era  la ubicazione più adatta per l’Ospedale  ossia in   città alla portata  di tutti e di facile accessibilità  invece che andare  nei prati  di  Palmirano ?  Le aree si possono espropriare quando l’interesse  pubblico  prevale su quello privato . Un Arcispedale S. Anna  che sino agli anni 1970/75  era un fiore all’occhiello di Ferrara , esempio di funzionalità e professionalità medico-sanitaria  e che spero lo divenga ancora in futuro.

Non credo ci sia molto da aggiungere, se non il rammarico  che dovrebbero provare tutti i cittadini che da oltre  vent’anni pagano di tasca propria le spese di questo ospedale  per il quale si  poteva  fare meglio e prima. “ Diamogli tempo . Vigileremo, segnaleremo,giudicheremo.. Nel bene o nel male”

Pietro Zappaterra

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Scaricate il contratto Tavolazzi - Comune di Ferrara.

Scaricate il reddito Tavolazzi prima di accettare l'incarico del comune.

Leggi la relazione che l'allora City Manager Valentino Tavolazzi ha scritto al Sindaco, nel 2002.
Scaricala.
Relazione del 2002 sulla piazza "sbrisulona": leggila.


  • Valentino Tavolazzi: Ing. Savini, come le ho scritto sei anni fa, saremmo ben lieti di pubblicare un intero suo articolo nel nostro sito, con la sua completa versione dei
  • Valentino Tavolazzi: Ing. Savini, come le ho scritto sei anni fa, saremmo ben lieti di pubblicare un intero suo articolo nel nostro sito, con la sua completa versione dei
  • vittorio savini: ,,,aggiungo inoltre che vi è stata un' ORDINANZA del tribunale di Ferrara (artt. 676 C.P.P.) n. 250/2016 del 2 novembre 2016 a firma del giudice Pier

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