



di Valentino Tavolazzi*
Dopo il fallito tentativo di trasloco a Cona, organizzato nei minimi dettagli secondo il direttore Gabriele Rinaldi (“Il trasloco a Cona non è improvvisato” 9.10.11), è aumentata in noi la preoccupazione riguardo alla qualità complessiva dell’offerta sanitaria e dei servizi “no core” che ci attende nel nuovo ospedale. Tramite accesso agli atti in Regione, abbiamo scoperto che il contratto di concessione a Progeste del 2006 prescrive che i singoli atti esecutivi (Atages) per ciascuno dei 17 servizi (gestione trentennale delle unità di degenza, fornitura strumenti chirurgici e biancheria, ristorazione, disinfezione, logistica, manutenzione, ecc…), dovevano essere predisposti dal concessionario e firmati sei mesi prima della fine dei lavori (1.7.11), dunque nel gennaio 2011. La cruda realtà è che Rinaldi voleva aprire l’ospedale il 27 ottobre, senza che nessuno di quegli atti fosse ancora definito e firmato. Cosa è successo in cinque anni di gestazione di quei contratti? Chi doveva occuparsene?
Sappiamo che Progeste aveva inviato al Sant’Anna il primo corrispettivo per i servizi (ma non i contratti) alla fine del 2009, con una richiesta di 32,2 milioni l’anno, invece di 23,6 di aggiudicazione. Nel gennaio 2010 seguiva una richiesta di specificazioni da parte del direttore Riccardo Baldi. Nel marzo dello stesso anno Marino Pinelli, super tecnico inviato da Errani nel 2004 per sbrogliare la matassa di Cona ed al quale è appena stato rinnovato il costoso incarico per un altro anno, inviava a Progeste la richiesta di suddetti contratti, ricordando al concessionario “l’imminente apertura del nuovo nosocomio”. Il 23.6.10 Progeste riformulava il corrispettivo a seguito delle“maggiorazioni geometriche dei fabbricati (15.620 mq, 78.400 mc in più)”, a “diverse soluzioni esecutive adottate”, conseguenti alle varianti richieste dall’azienda, e “all’intensificazione delle prestazioni”. Il conto passava da 32,2 milioni a 36,9, esclusa la manutenzione edile ordinaria (1 milione all’anno) e le prestazioni a richiesta extra canone, quantificate a prezzi unitari. L’assenza a Cona di magazzini farmaci ed economato, ha pesantemente inciso sul costo dei trasporti. Nei mesi successivi Rinaldi prendeva il posto di Baldi, nulla veniva definito riguardo ai servizi ed il contenzioso contrattuale si aggiungeva alle pendenze già esistenti, relative alla costruzione (riserve, contenzioso giudiziario, penalità per ritardi, vizi e difformità da collaudo).
La prima richiesta di Rinaldi a Progeste, in nostro possesso, di predisporre i contratti per i servizi no core e commerciali e per fissare un incontro, è datata 4.7.11, sette mesi dopo il suo insediamento (i contratti dovevano essere già firmati da sei mesi!). Nell’agosto 2011 arrivava il primo ed unico contratto della ristorazione ricoverati (181 mila pasti anno a 16,89 euro) e dipendenti (114 mila a 7,88 euro). Il 8.9.11 l’azienda richiedeva al concessionario atti separati, uno conforme al contratto principale ed uno per le variazioni. Il 21.10.11 (pochi giorni prima del trasloco annunciato) Progeste, inviava a Rinaldi la proposta di gestione transitoria dei servizi, in assenza dei contratti, relativa a 220 posti letto per il periodo 27.10-15-12 (data prevista da Rinaldi per l’entrata a regime!), a prezzi contrattuali indicizzati dal 2006. Alcuni di tali servizi sono oggi attivi ad ospedale chiuso e verranno a costare centinaia di migliaia di euro! Chi pagherà questi costi? E’ altresì incredibile che il giorno successivo al flop del 27.10, Rinaldi riconfermasse a Progeste i servizi in regime transitorio, l’entrata e regime il 15.12.11 ed “il riconoscimento di maggiori costi rispetto a quanto contrattualmente previsto”. Ci domandiamo come tutto ciò possa essere accaduto, chi sia responsabile di tale disorganizzazione e quale sia stato il ruolo del super tecnico Pinelli, da sette anni a Ferrara, con uno stipendio di poco inferiore a quello del direttore!
Lunedì 14.11 abbiamo chiesto in consiglio comunale le dimissioni del direttore generale del Sant’Anna, subordinandole all’accertamento della conoscenza da parte sua, anteriormente al 8.11.11, della contaminazione da legionella degli impianti di Cona. La sussistenza di tale circostanza incrinerebbe in modo irreversibile il rapporto di fiducia tra la popolazione e l’azienda, che fino al 8.11.11, tramite il suo direttore, banalizzava i motivi della mancata autorizzazione sanitaria (catenelle, segnaletica, ecc…), sottoponendo ipoteticamente a gravi rischi i pazienti eventualmente trasferiti.
Contro quella risoluzione hanno votato il sindaco Tagliani, il Pd (compresi i consiglieri medici dirigenti presso il Sant’Anna, che per motivi etici e politici avrebbero dovuto astenersi dal voto sul direttore dell’azienda in cui operano) e l’Idv. Un’occasione perduta per chiedere scusa ai ferraresi! Dopo oltre vent’anni, chi governa Ferrara e la Regione, ha dimostrato di non essere in grado di costruire un nuovo ospedale, di saper gestire un contratto di concessione e neppure di fare un trasloco in sicurezza! Il sindaco Tagliani, massimo responsabile della sanità a Ferrara, deve rispondere: Rinaldi sapeva o no della legionella prima del 8.11.11?
Abbiamo più volte dichiarato che Cona sarà la Waterloo elettorale per Tagliani ed il Pd, non solo per i disastri creati dalla scelta di raddoppiare l’ospedale e per la vergognosa gestione dell’operazione, ma anche e soprattutto per la grave ferita inferta alla città con la chiusura, contro la volontà di maggior parte dei cittadini, dell’ospedale e del pronto soccorso in centro. Per difendere i loro diritti, dopo il referendum autogestito di primavera, abbiamo organizzato una nuova petizione regionale online (http://www.firmiamo.it/salviamo-il-s-anna-di-ferrara) e presso il banchetto ogni sabato in centro.
* Consigliere comunale Progetto per Ferrara
Movimento Cinque Stelle