



di Tommaso Mantovani
Spett.le redazione, la vostra testata lun 22 ha riportato una replica dell’AUSL all’allarme tumori a Ferrara, lanciato dalla sezione locale di Medicina Democratica. Abbiamo apprezzato molto l’intervento, che denota un vivo interesse per il problema, anche perché, alla faccia del ministro Brunetta, castigatore del pubblico impiego, l’articolo può essere stato scritto solo tra il sabato sera e la domenica, cioè evidentemente fuori del normale orario di servizio in via Cassoli.
Abbiamo notato però un paio di imprecisioni, forse dovute al clima elettorale ancora caldo: non è specificato che i dati (pubblici: www.registri-tumori.it) su cui si basa l’AIRTUM per stabilire che Ferrara guida la classifica dell’incidenza di cancro in Italia, si riferiscono al 32% di tutta la popolazione nazionale. Noi, consapevolmente, ci siamo limitati a sottolineare il primato di Ferrara per tumori in Emilia-Romagna e in tutto il Nord-Est, praticamente del tutto coperto dai registri provinciali o regionali.
Qui, purtroppo, le cifre sono eloquenti. Ancora più perplessi ci ha lasciato l’interpretazione dei dati derivati da alcune indagini epidemiologiche sul comune di Ferrara, condotte direttamente dalla nostra Ausl, che peraltro ringraziamo per il lavoro di avanguardia che sta svolgendo. Qui alcune aree urbane o sub-urbane hanno rivelato della anomale concentrazioni di casi di cancro, definite “cluster” (“addensamenti”) in statistica.
Questi cluster, per definizione hanno confini territoriali stabiliti e dovrebbero essere specchio fedele di quelle aree circoscritte. Tant’è che almeno un paio (Barco e viale Krasnodar), hanno una significatività del 90%, che vuol dire in quelle zone i casi di cancro rilevati sono con quasi assoluta certezza superiori alla media. Perché sminuire la valenza statistica di tali ricerche, soprattutto quando danno indicazioni convergenti? Allora avrebbe ragione il solito Brunetta: perché sperperare denaro pubblico in studi statisticamente inattendibili? Non pubblichiamoli. Si può eccepire che vadano affiancati da studi sulla mobilità della popolazione o di carattere sociologico, ma, a nostro avviso, il dato statistico sull’incidenza di cancro è, purtroppo, molto chiaro…
Sempre che non si vogliano mettere in discussione tutti i fondamenti metodologici ed epistemologici della disciplina: allora chiudiamo le facoltà di statistica e togliamo questa materia dalle scuole di ogni ordine e grado, che così facciamo contenta anche la ministra Gelmini. Ma gli stessi epidemiologi dell’Ausl, proprio in base ad alcuni cluster di tumore al polmone rilevati nel quadrante Est della città, hanno bloccato il famigerato asilo di via del Salice con una nota dell’8 gennaio scorso…
Tommaso Mantovani
Progetto per Ferrara