



di Valentino Tavolazzi
Dopo l’isolamento, inizia il vergognoso attacco “politico” da parte dei segugi del principe….
1.10.02 La giunta delibera di istituire la nuova posizione organizzativa per la Dall’Olio contro il parere del direttore generale.
2.10.02 Il consigliere comunale Zamorani dei Riformatori, interviene con una lettera inviata alla stampa locale sul city manager. “Il direttore generale, o city manager, Valentino Tavolazzi, è figura di grande rilievo all’interno dell’amministrazione comunale. Nominato dal Sindaco, il suo essenziale ruolo è quello di supportare Sindaco e Giunta sul versante tecnico, rimanendo in toto al di fuori del versante politico. Sono convinto che Tavolazzi nel tempo abbia agito debordando dal suo obbligato ruolo tecnico per entrare a piedi pari in quello politico: vari assessori lo confermano; sono anche certo che l’opposizione, accortasi che è venuta meno la sintonia fra Giunta e Tavolazzi, oggi usa Tavolazzi per attaccare, con efficacia, Sindaco e Giunta. Se in Tavolazzi residuano uno straccio di senso di responsabilità professionale e rispetto del suo ruolo istituzionale, a fronte dell’uso che di lui fa soprattutto Forza Italia servendosene come “cavallo di Troia” contro il Sindaco, uso efficace visto l’evidente isolamento di Tavolazzi rispetto alla Giunta, non può che dimettersi. Lo invito a farlo presto, per una elementare forma di rispetto del suo ruolo istituzionale. Oppure mi smentisca. Mi smentisca o si dimetta. Intanto non si capisce perché, visto che Tavolazzi è per definizione tecnico e che la legge separa nettamente (e giustamente) i ruoli tecnici da quelli politici, come tutti i cittadini chiedono, perchè in Consiglio comunale continui a sedere fra gli assessori. Vada a sedersi giù in basso, nel posto che gli compete, a fianco dell’altro ruolo tecnico, il Segretario comunale: per rispetto di se stesso e del suo essere tecnico; lo chiederò alla prossima conferenza dei capigruppo. Forma è sostanza e se Tavolazzi non la comprende c’è di che preoccuparsi e occuparsi. A meno che non intenda accreditarsi come leader o cuneo dell’opposizione.”
3.10.02 Il capogruppo di Forza Italia Federico Saini risponde a Zamorani con una lettera pubblicata dalla stampa locale. “..Non è affatto vero che Forza Italia si serva dell’ing. Tavolazzi come “cavallo di Troia” contro il Sindaco…E’ un dato di fatto che l’amministrazione non utilizzi le risorse umane ed intellettuali rappresentate dalla figura del city manager. Pessima operazione economica, tra l’altro, visto che il costo della sua retribuzione continua a pesare sulle casse comunali e non sono in discussione l’importanza della figura né la sua retribuzione, ma il fatto che in questo comune..si sprechi anche questo. Non è un fatto opinabile che il tecnico più alto in grado nell’amministrazione, e per questo anche il più costoso, sia stato escluso dal partecipare alle riunioni di Giunta. E ancora, forse non tutti sanno che il city manager è stato escluso dalla delegazione trattante, proprio lui che era stato preposto tra l’altro al riordino delle risorse umane del comune. E che dire del fatto che il direttore generale è ormai escluso, per espresso volere del Sindaco, dall’iter di ogni procedimento amministrativo…noi abbiamo individuato nella questione del city manager, un continuo errore sia nella gestione del rapporto con quest’ultimo che nell’utilizzo delle risorse. Quindi come è evidente, nessun “cavallo di Troia” ma solo continui rilievi alla mala amministrazione.”
4.10.02 La consigliera Giulia Simeoli interviene con una lettera pubblicata dalla stampa locale sul caso Tavolazzi. “..pesantissimo attacco rivolto dal consigliere Zamorani al city manager Valentino Tavolazzi…Il consigliere Zamorani.. gode di informazioni a lui riservate per sostenere che Tavolazzi ha agito debordando dal suo ruolo tecnico…per sconfinare nel campo della politica…Fu proprio Sateriale ad assumere con un contratto lauto e blindato il city manager. Prima di sottoscrivere quel contratto si sarà certamente informato della provenienza dell’ing. Tavolazzi dal mondo dell’impresa privata, delle sue caratteristiche professionali e delle sue competenze. Sateriale ha dichiarato ai quattro venti che l’assunzione del direttore generale serviva a mettere ordine, a ridare efficienza e trasparenza a una macchina amministrativa che evidentemente soffriva di pesanti e costosi acciacchi. Poteva pensare il sindaco che tale azione potesse essere indolore? Che non avrebbe scontentato qualche assessore? Qualche dirigente? E che questi non si sarebbero rivolti a qualcuno dei tanti partiti e partitini che compongono la maggioranza per fare rimostranze e chiedere protezione? Il nostro Sindaco non è certo così ingenuo. Se davvero Tavolazzi ha sconfinato , il Consiglio comunale ha il diritto di sapere come e su cosa!…Se il Sindaco ha sbagliato ad assumerlo, lo dica chiaramente. E dica chiaramente se, dopo aver assunto Tavolazzi, ha cambiato rotta ed abbandonato quegli obiettivi di trasparenza ed efficienza sui quali ha più volte sbandierato di incentrare la propria azione di governo. E dica per favore il Sindaco quali obiettivi di efficienza e trasparenza non ha raggiunto per causa dell’ingegner Tavolazzi. Se il consigliere Zamorani pensa che bisognerebbe liberarsi del city manager….anziché raccomandare senso di responsabilità professionale a Tavolazzi, raccomandi responsabilità politica al Sindaco: gli suggerisca di licenziare il direttore generale. E dire poi che Tavolazzi si faccia usare da Forza Italia come cavallo di Troia contro il Sindaco è affermazione di una gravità inaudita…”
15.10.02 Il Direttore generale trasmette alla giunta la relazione con le proposte per il bilancio 2003. Il documento esamina la situazione patrimoniale e finanziaria del Comune di Ferrara, comparandola con quella di altri capoluoghi della Regione. Vengono inoltre avanzate molte proposte per avviare un processo di risanamento del bilancio e di ammodernamento della macchina amministrativa (pubblicata nel sito).
19.10.02 Il direttore generale convoca un ciclo di riunioni tra il 15.11.02 ed il 19.12 02 con i dirigenti di settore, di servizio, le posizioni organizzative ed i funzionari per la verifica dei risultati del PDO 2002.
21.10.02 Il direttore generale avvia un ciclo di riunioni della commissione di garanzia prevista dall’accordo decentrato per valutare i ricorsi dei dipendenti contro la valutazione 2001. Le riunioni si svolgeranno tra il 21.10 ed il 15.11 del 2002.
24.10.02 Il direttore generale richiede chiarimenti alla dirigente Sitti in merito al conferimento di incarico alla Menegatti presso la u.o. Città Bambina.
Il direttore generale comunica alla dirigente Bondi il parere negativo allo storno di fondi dall’obiettivo “benchmarking scuola”, che viene riconfermato per il 2002 e chiede informazioni in merito allo storno di fondi per finanziare nuovi corsi di formazione del personale.
Il direttore generale scrive al dirigente del servizio stipendi Donato Benedetti in merito alla liquidazione degli incentivi L.109/94, proponendo di attendere l’approvazione del nuovo regolamento.
Il direttore generale convoca una riunione per il 19.11.02, che non si terrà mai, con i dirigenti del settore opere pubbliche, per la verifica di avanzamento del programma 2002.
Il direttore generale richiede alla dirigente del servizio commercio e turismo Arianna Zanelli chiarimenti in merito all’istituzione di una nuova azione per prestazioni di servizi diversi di 5165 euro.
25.10.02 Il direttore generale risponde al vice sindaco in merito alle sue precisazioni sul processo di privatizzazione.
31.10.02 Il direttore generale scrive al Sindaco e per conoscenza ai dirigenti in merito all’ordine di servizio del sindaco datato 17.9.02 segnalando l’illegittimità del medesimo.
4.11.02 Il direttore generale trasmette al presidente del consiglio Romeo Savini copia della lettera inviata al sindaco in merito all’ordine di servizio del 17.9.02.
5.11.02 Il Sindaco revoca l’incarico al direttore generale.
7.11.02 Il direttore del Carlino Mario Fornasari scrive: “Paga e noi con lui per l’intransigenza con la quale non ha mai rinunciato al progetto di rinnovamento per il quale il sindaco lo aveva voluto accanto a sè, a 18 milioni di stipendio al mese. Valentino Tavolazzi, city manager fino a ieri mattina quando ha ricevuto la lettera di interruzione del rapporto, è costretto a lasciare la guida amministrativa del Comune dopo mesi di sopravvivenza da desautorato. Era finito presto l’idillio con il primo cittadino Gaetano Sateriale, iniziato dopo le elezioni del 1999 e basato su ambiziosi progetti di cui si erano visti soltanto le bozze e i primi tormentati passi: quasi subito è parso difficilmente evitabile lo scontro tra la rigorosa, quasi maniacale, funzionalità amministrativa del city manager e le ragioni della vecchia politica, che hanno fin dal primo momento assediato Sateriale. Tavolazzi forse non si è mai rassegnato al fatto che nell’ente pubblico non si possa mai decidere ma si debba sempre contrattare, concertare, combinare. Da una parte dunque la spinta all’efficienza, spesso anche ruvida e intollerante nei modi, che ha intaccato poteri e rendite di posizione; dall’altra le resistenze di un apparato che ha cercato e trovato protezioni nei partiti, accanto ai limiti di una debole coalizione di governo che ha espresso grande litigiosità ma circoscritte capacità di gestione. Sia chiaro: nel conflitto tra il potere elettivo del sindaco e quello fiduciario del super manager è il primo che decide, e il secondo abbandona. Ma il provvedimento di ieri è davvero imbarazzante: se proprio si doveva troncare il rapporto si è atteso comunque troppo, perchè il city manager costerà alla comunità quanto il comune spera di ricavare con l’incremento dell’Ici previsto per quest’anno. Il sindaco preferisce privarsi di un tecnico di indubbia qualità dopo averlo scelto, chiamato al suo fianco e pagato con i soldi di tutti, senza però avergli permesso di lavorare: una follia amministrativa per quanto costa, politica per ciò che significa. L’uscita di scena di Tavolazzi indebolisce i propositi di risanamento di una finanza da 280 miliardi di debito in lire, con una fra le peggiori performance regionali nel triennio 1999-2001; allontana la modernizzazione di una macchina comunale poco più che napoleonica e incrina lo stesso piano strategico della città che il sindaco aveva condiviso con il “suo” supermanager, dal punto di vista ideale e programmatico: quello concreto delle realizzazioni, purtroppo è deficitario da tempo”.
11.11.02 Il Sindaco interviene sulla vicenda del direttore generale durante la seduta del Consiglio comunale dichiarando: “In risposta all’interpellanza dei consiglieri Cavallini, Bianchi e associati, preciso che l’effettivo ridimensionamento cui fa riferimento l’interpellanza, non credo sia legato a nessun atto formale nè della giunta, nè mio personale e quindi non credo sia dimostrabile l’esserci stato un ridimensionamento di ruolo. Circa invece le altre questioni poste dalla interpellanza dei consiglieri Cavallini, Bianchi, preferisco rispondere per iscritto e consegnare poi un testo scritto. La revoca dell’incarico di direttore generale all’ingegner Tavolazzi non intende in alcun modo disconoscere le elevate capacità professionali e l’impegno che egli ha manifestato nello svolgere le proprie funzioni. Questa amministrazione non condivide l’opinione di chi valuta sproporzionata ed eccessiva la retribuzione prevista dal contratto di attribuzione dell’incarico. Si tratta di livelli retributivi elevati, certo nuovi per questa amministrazione, ma già previsti e presenti anche nella nostra città per responsabilità paragonabili. Va detto anche in questa occasione che l’attività svolta dal direttore generale nell’opera di razionalizzazione della spesa, ha più che compensato quella spesa. La legge prevede come è noto che la nomina, per altro non obbligatoria, di un direttore generale sia caratterizzata da un rapporto fiduciario diretto tra sindaco e direttore generale e che quindi la sua revoca possa essere legata al venir meno di questo rapporto fiduciario, esattamente come per i componenti della giunta. Il riperpetuarsi di una interpretazione super omnes partes della funzione da parte dell’ingegner Tavolazzi mi hanno obbligato alla revoca del mandato. Come per altre figure che si basano su di un rapporto fiduciario che può venir meno, i contratti di lavoro di natura privatistica come quello del direttore generale, prevedono che la risoluzione anticipata dia luogo ad un indennizzo. L’amministrazione dovrà valutare le modalità che garantiscono l’applicazione di questa clausola contrattuale. Come per altre figure che si basano su un rapporto fiduciario, la revoca dell’incarico dipende esclusivamente da valutazioni espresse dallo stesso soggetto che ha conferito il mandato, nel nostro caso il sindaco, sentita la giunta, come recita la legge. Non credo pertanto che altre anomale forme di fiducia o sfiducia possano essere a queste sovrapposte. Ogni interpretazione diversa da quanto affermato in questa risposta è pertanto da considerarsi fantasiosa.
Ogni ipotesi di reimpiego in altre funzioni di questa amministrazione dell’ingegner Tavolazzi, la considero lesiva delle sue capacità e della sua dignità professionale e pertanto improponibile”.
12.11.02 Enrico Brandani, capogruppo di An dichiara al Carlino: “Ci sono tutti gli estremi per un esposto alla corte dei conti, perchè le somme ingentissime che l’amministrazione dovrà pagare per onorare il contratto a Tavolazzi, senza farlo lavorare, non le paga il sindaco ma i cittadini. Anche il legame tra sindaco e assessori, come ha detto Sateriale in consiglio, si basa sulla fiducia. Il Sindaco allora ci spieghi perchè alcuni assessori hanno compiuto errori madornali, da Piazza municipale alle rette scolastiche, e sono ancora al proprio posto. Sateriale…non ha censurato le offese di Ricci a Tavolazzi, che hanno spinto quest’ultimo a querelarlo. Il city manager, invece, non può mettere bocca nelle scelte politiche: specie se crea vantaggi alla collettività”.
16.11.02 Il Resto del Carlino pubblica un’ampia intervista del direttore generale dalla quale emerge che le motivazioni addotte dall’amministrazione riguardo al provvedimento della revoca sono inconsistenti ed infondate.
FINE
Valentino Tavolazzi