



Gli accessi al pronto soccorso (generale, ortopedico, oculistico, ostetricia e pediatrico) erano 69.542 nel 2000, sono diventati 78.699 nel 2010 (+ 9157). Una crescita conseguente anche all’invecchiamento della popolazione della città. Si tratta di 215 accessi al giorno, 365 giorni l’anno, che a seguito della chiusura del Sant’Anna, verranno trasferiti a Cona. Solo una parte di essi avviene tramite 118, moltissimi si recano in ospedale autonomamente o accompagnati dai famigliari.
I ricoverati rappresentano il 18,9% degli accessi (2010), con un trend in forte diminuzione (erano 23,6% nel 2000), in linea con la politica aziendale di riduzione dei ricoveri. Dunque l’anno scorso 63.848 casi (175 al giorno) sono stati risolti in giornata, con rientro a casa del paziente. Pensiamo all’importanza di tale servizio per gli anziani residenti in città, ma anche per i bambini, i cui genitori, in caso di emergenza (vera o presunta), ricorrono al pronto soccorso pediatrico (11.832 nel 2010, 32 al giorno) attualmente disponibile in città 24 ore al giorno. La chiusura del Sant’Anna complicherà anche l’assistenza ai parti, poiché il pronto soccorso di ostetricia e ginecologia, attualmente disponibile in città 24 ore al giorno, verrà trasferito a Cona.
Nessun capoluogo della regione è mai stato privato dell’ospedale e del pronto soccorso in città. A Bologna, Modena, Reggio, Parma, Piacenza, Ravenna, Rimini esiste almeno un ospedale con pronto soccorso in città, in ossequio all’elementare principio che l’erogazione del servizio deve avvenire più vicina possibile al baricentro dell’utenza.
La chiusura del Sant’Anna è un pesante macigno anche per l’assistenza ordinaria (non in emergenza). Attualmente l’ospedale cittadino assicura moltissime prestazioni in day hospital (il paziente entra ed esce in giornata). Il dipartimento di medicina, l’anno scorso, ha gestito 8.185 accessi in day hospital, 26.053 il dipartimento medico specialistico, 2.826 quello chirurgico e 11.672 il dipartimento riproduzione ed accrescimento. Un esercito di pazienti che attualmente, in corso Giovecca, riceve le risposte diagnostiche e terapeutiche di cui necessita, in giornata e con un percorso ordinario. Cure molto importanti come chemioterapia e radioterapia sono attualmente disponibili in città, in day hospital. Ebbene domani, per le stesse prestazioni, ci si dovrà recare a Cona, al netto di quanti saranno gestititi dagli ambulatori e dalla casa della salute. Perciò è assai probabile che buona parte di quei pazienti dovrà, suo malgrado, diventare clientela della clinica privata prevista nell’area Sant’Anna.
Apprendiamo infine che al Sant’Anna é stata definita le procedura per la gestione extra ospedaliera del politrauma (incidenti). L’obbiettivo prioritario è di ridurre la mortalità precoce e tardiva, utilizzando al meglio le risorse disponibili. Chiediamo al direttore del Sant’Anna Rinaldi se la nuova organizzazione garantirà anche la presenza 24 ore al giorno degli specialisti della Tac cerebrale, della Tac total body, della chirurgia vascolare e della banca del sangue, reparti attualmente gestiti in regime di reperibilità notturna e/o festiva. Il problema era già stato segnalato, nel caso della gestione dell’infarto, dagli specialisti che avevano redatto l’audit relativo, poiché anche l’emodinamica funziona in regime di reperibilità. In altri termini chiediamo a Rinaldi, fino a quando il paziente dovrà sperare nella tempestiva chiamata e nel rapido arrivo in ospedale del medico reperibile?
Valentino Tavolazzi, consigliere comunale Progetto per Ferrara Movimento 5 stelle