



di Valentino Tavolazzi
Appena sente odore di lavoro al sabato, il consigliere Giorgio Scalabrino Sasso Idv salta sulla sedia. Proprio lui che ha votato per le aperture domenicali imposte ai lavoratori dei centri commerciali ed ha accusato la Cgil di fare “asse” politico con il senatore Balboni del Pdl, provocando con il suo intervento l’uscita dall’aula di Guietti e Fiorini. Evidentemente il consigliere alleato del Pd non intende rinunciare al privilegio dei suoi permessi retribuiti per ogni riunione in Comune (fino ad un giorno intero per ogni consiglio, anche se dura mezza giornata), oltre alle 24 ore mensili di permessi retribuiti in qualità di capogruppo di se stesso. Permessi concessi dall’azienda sanitaria, quindi a carico della collettività.
Per il consigliere Sasso lavorare al sabato e fuori orario di lavoro è un attacco alla democrazia. Non ne vuol sapere di far risparmiare alla collettività una parte dei 65 mila euro rimborsati ai datori di lavoro privati (banche, assicurazioni ecc..). Per lui la democrazia è compiuta solo se si esercita in orario di lavoro, con permesso retribuito a carico della collettività. Al contrario se viene praticata volontariamente il sabato, nei festivi o in orari non lavorativi, per non gravare sui cittadini, essa vira verso la dittatura. Eppure le conferenze dei capigruppo ed i consigli comunali si potrebbero fare tranquillamente il sabato.
Ma Sasso non si accontenta di difendere i propri diritti di casta. Dall’alto dell’inconsistenza dell’iniziativa istituzionale del gruppo Idv (pensare che il candidato Raffaele Colavecchi aveva dichiarato in campagna elettorale che l’Idv sarebbe stato la spina nel fianco del Pd!), ha l’ardire di giudicare il lavoro di Ppf in Comune, l’unica opposizione alla casta da 60 anni a questa parte, espressa con decine di risoluzioni, emendamenti, consigli straordinari ed altre iniziative politiche!
In un anno e mezzo di consigliatura l’Idv invece ha sempre detto si a tutto quello che il Pd gli somministrava. Sasso ha votato senza fiatare la svendita delle reti del gas, il piano casa di Berlusconi, l’idrovia, la cementificazione del Poc, l’acquisto del sito inquinato ex Camilli, l’apertura domenicale nei centri commerciali. E tanto altro ancora. Altro che spina nel fianco del Pd! Quello che abbiamo visto è un Idv sdraiato sul Pd, con scarse possibilità di svincolarsi. Ma di certo contento del premio di fedeltà ottenuto: la poltrona dell’assessora Zadro.
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale Progetto per Ferrara
Movimento 5 Stelle
Intervento del Consigliere IdV
I costi della democrazia e della politica
di Giorgio Sasso Scalabrino*
L’intervento del consigliere Tavolazzi del 25.11.2010 mi induce a fare alcune considerazioni.
Perchè l’ing. Tavolazzi in maniera poco chiara e per nulla trasparente dà in pasto ai cittadini, senza darne conto fino in fondo, la notizia che un Consigliere tra i 40 attrae più risorse degli altri per lo svolgimento della propria democratica attività istituzionale, confondendo volutamente i costi della democrazia con i costi della politica in un crescendo demagogico di cui non si intravede la fine?
La norma che permette a tutti di poter espletare i compiti del proprio mandato, acquisito con investitura popolare fatta di nomi espressi sulla scheda elettorale è stata fatta proprio per permettere a chiunque di mettersi al servizio della comunità. Vuole l’ing. Tavolazzi riservare la possibilità di rendersi utili alla propria comunità solo a chi può permettersi di non lavorare o di vivere di rendita? Vuole sostituire alla casta che tanto combatte la sua personale casta fatta di persone che in nessun modo hanno bisogno di risorse pubbliche per animare le Istituzioni Repubblicane e Democratiche, una “oligarchia” fatta solo di ricchi, pensionati, mantenuti a vario titolo etc.
E’ evidente che ne risulterebbe un sistema non propriamente democratico e rappresentativo come invece è quello che ci hanno affidato i Padri Costituenti dopo un ventennio di dittatura e una guerra mondiale.
Ritrovo nelle opinioni espresse dall’ingegnere tutto l’armamentario del miglior Brunetta laddove si lamenta del Sacrificio offerto dai liberi professionisti sull’altare della democrazia che obtorto collo hanno dovuto assumersi l’onere di interessarsi del bene Comune.
Si vuole affermare quindi che tutti gli altri dipendenti privati e soprattutto quei “fannulloni” dei dipendenti pubblici siano da considerarsi solo degli sperperatori di denaro della Comunità?
Il suddetto che si lamenta di sacrificare attività e reddito ha mai pensato che i lavoratori dipendenti in cinque anni di durata della Consiliatura sacrificano progressioni economiche e di carriera perché molto spesso assenti dai posti di lavoro? Ma la domanda che chiunque può fare è: chi lo ha obbligato a fare il consigliere comunale se ritiene più utile (alla faccia della rappresentanza e dello spirito di servizio), dedicare il suo tempo all’attività libero professionale. Lo faccia lasciando il posto a chi sa di potersi assumere un onere così pesante.
Oltretutto nella foga di spargere discredito su chiunque incorre nell’errore di annoverare tra i libero professionisti il “collocato a riposo” cioè pensionato Giovanni Cavicchi Capogruppo della Lega Nord.
A proposito di risorse, ricordo che lo scorso anno il Consigliere Tavolazzi usò come trampolino di lancio nella sfida politica lo “spettacolo” dell’ex comico Beppe Grillo nel suo appuntamento ferrarese intitolato Delirio: un nome un programma. L’ing. Tavolazzi provi a spiegare se ritenga politicamente accettabile che io e mia moglie, avendo comprato i biglietti per lo spettacolo di un comico, ci siamo dovuti sorbire e quindi “finanziare” la sua discesa in campo ma non quella di Benignana memoria ma quella di Berlusconiana memoria?. Meditate Progettisti per Ferrara, meditate.