



Replica ad una lettera pubblicata da QN- Il Resto del Carlino Edizione Ferrara 23/3/2011*
le chiedo cortesemente lo spazio per una doverosa replica al sig. Giancarlo Vicentini, che mi chiama in causa sul Carlino di oggi, in merito al più grande scandalo sanitario del nostro paese. Parliamo di Cona. Nel 2000 mi dimisi da dirigente e amministratore a tempo indeterminato del gruppo Cmc di Ravenna, per accettare l’offerta di Sateriale, meno remunerativa del ruolo precedente e a tempo determinato. Sono stato direttore generale del Comune di Ferrara dal 4/00 al 11/02, quando il sindaco Sateriale ed il suo vice Tagliani mi revocarono l’incarico, senza giusta causa, due anni prima della scadenza contrattuale. Lo fecero, come è ormai noto a tutti, nonostante la campagna di disinformazione del Pd, per liberarsi di un ostacolo alle loro scelte, improntate non al cambiamento ed alla trasparenza (promesse fatte agli elettori da Sateriale e Tagliani nel 1999, che mi indussero ad accettare l’incarico), bensì alla continuità, al clientelismo ed allo spreco.
La gravità di tale decisione non fu solo politica (stop al rinnovamento della macchina comunale, all’azione sul debito, alla lotta allo spreco), ma anche etica. Essi infatti scaricarono sul Comune, e quindi sui cittadini, il costo della revoca anticipata, vale a dire l’indennizzo contrattuale previsto in assenza di giusta causa. Ha ragione il signor Vicentini a lamentare lo spreco di denaro pubblico in quella vicenda (la Corte dei Conti dovrebbe pretendere il risarcimento da chi lo decise), spreco al quale va aggiunto quanto pagato dai cittadini per stipendiare dal 2005 al 2009 il consigliere regionale Tagliani (9 mila euro mese), che nulla fece in commissione sanità, da lui presieduta, per prevenire il disastro di Cona.
A questo riguardo nel gennaio 2001, dopo il primo ed unico incontro con direttore del Sant’Anna Montaguti, al quale Sateriale mi invitò, relazionai in forma scritta al sindaco (ne ho copia), su tutti i problemi che avevo constatato in quella occasione, riguardanti l’ipotesi di leasing perseguita dall’azienda (procedura poi miseramente bocciata dagli ispettori del Ministero), ma anche in merito ai costi ed ai tempi previsti da Montaguti per realizzare il nuovo ospedale.
Da quel momento non fui più coinvolto dal Sindaco, che preferì mettere la vicenda nelle mani dell’ing. Capo Fulvio Rossi. Nel 2002, poco prima di essere cacciato, diedi a Sateriale prima, e a Tagliani poi, la mia disponibilità a prendere in mano, per conto del Comune, il bubbone già in decomposizione di Cona. Dopo pochi giorni mi arrivò la lettera di licenziamento.
Dal 2002 ad oggi i lettori della stampa locale sono stati raggiunti da decine di miei interventi all’anno, riguardo alle mie posizioni di cittadino, mai cambiate, in merito a quella che può essere considerata la Salerno-Reggio Calabria dell’Emilia Romagna. Ora, da consigliere comunale di una forza di vera opposizione, continuo la battaglia dando appuntamento ai cittadini per il referendum autogestito del 16-17 aprile.
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale Progetto per Ferrara
Movimento 5 Stelle
* Lettera del Sig Vicentini
«Ma Tavolazzi non era il city manager?»
Caro Carlino,
Con sempre maggiore frequenza trovano spazio nel giornale le dichiarazioni di un certo Valentino
Tavolazzi, le sue argomentazioni mi trovano perfettamente d’accordo e con me, credo, la maggioranza dei ferraresi, peccato che ora non ci sia più nulla da fare. Forse è sfuggita al Carlino ed a gran parte dei lettori una strana coincidenza: nel 2000 a Ferrara avevamo un “city manager”, pagato profumatamente con i nostri soldi, omonimo (stesso nome e cognome) del suddetto estensore delle lamentele odierne che se avesse avuto le stesse intuizioni di quello che oggi si batte contro l’ospedale a Cona avrebbe avuto la possibilità
di far bloccare i lavori e suggerire di potenziare il S.Anna.
Strani scherzi del destino.
Giancarlo Vicentini