22 Set, 2009
DUP, un uovo di Pasqua con dentro l’Idrovia
Inserito da: PpF In: Ambiente e salute|Urbanistica




di Valentino Tavolazzi
Se l’intenzione del Pd era di portare a casa i voti dell’opposizione nell’approvazione del DUP (documento di programmazione regionale) il 21.9, certamente ha fatto male i conti.
La scelta di includere nel programma l’idrovia, investimento estraneo e finanziato dallo stato, ha costretto Progetto per Ferrara al voto contrario, pur valutando positivamente alcune scelte del DUP, per non essere corresponsabile di un’opera inutile e dannosa per la città. Forse il Pd ha dovuto blindare l’idrovia nel DUP proprio per garantire i voti favorevoli di una parte perplessa della maggioranza.
Nel merito Ppf ha motivato il proprio dissenso alla delibera, denunciando la palese inconsistenza del DUP in materia economica, riguardo soprattutto al rilancio dell’industria manifatturiera e chimica nel nostro territorio. La strategia economica ad esso sottesa agisce infatti in due direzioni: da un lato affida il rilancio dell’economia e dell’occupazione al solo settore delle costruzioni, mettendo nel piatto molte infrastrutture (ma chi vincerà le gare?). Dall’altro punta sui cosiddetti investimenti invisibili nel “sapere” (trasferimenti tecnologici, formazione destinata alla piccola e media impresa).
Una politica economica, a nostro parere, equivalente alla condanna a morte dell’industria manifatturiera e chimica, che a Ferrara avrebbe bisogno di consistenti incentivi a favore di nuovi investimenti produttivi e per attrarre nuova imprenditoria dall’Italia e dall’estero.
Gli investimenti “invisibili” della maggioranza non ci convincono anche perché sappiamo come vanno a finire! Finanzieranno il baraccone della formazione ferrarese, che da sempre brucia ingenti risorse regionali per garantire compensi ad insegnanti senza, o con doppio lavoro; alimenteranno il Consorzio Ricerche, che ricerca non fa, ma assicura entrate aggiuntive a docenti universitari di ruolo e non, che fanno lavorare gratis o quasi i precari; consentiranno docenze a contratto nell’università, assegnate a dirigenti pubblici (anche comunali), di ruolo o in pensione, insoddisfatti delle retribuzioni percepite nell’apparato pubblico; garantiranno consulenze a privati e ad aziende pubbliche senza clienti, per eterei progetti di formazione, rivolti ad artigiani o piccoli imprenditori in estinzione. Insomma, finanziamenti pubblici destinati sulla carta allo sviluppo del “sapere” (decine di milioni di euro, stanziati a Ferrara in quantità assai superiore rispetto alle altre province della regione), verranno utilizzati per tenere in piedi l’immenso baraccone clientelare, parcheggio occupazionale e bacino di voti per il Pd ed i suoi alleati.
Per giustificare tali scelte, la maggioranza ha poi illustrato in aula oniriche teorie economiche, secondo le quali investire nel “sapere” costituirebbe la reazione ferrarese all’offensiva globale cinese e indiana. Assisteremo invece allo spreco di denaro pubblico, sottratto a politiche economiche virtuose, orientate ad investimenti ben “visibili” ed allo sviluppo dell’occupazione nell’industria e nel turismo. Di questo avrebbe bisogno la città, penalizzata da decenni di vuoto in questo campo. Vuoto che purtroppo permea anche questo DUP.
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale Ppf