



Calano ulteriormente produzione, fatturato ed ordinativi. E’ il risultato peggiore degli ultimi 10 anni
Uno “scenario” congiunturale, quello fotografato dall’Osservatorio dell’economia della Camera di Commercio di Ferrara (al quale partecipano componenti di Enti locali, Università di Ferrara, Banca d’Italia, Casse di Risparmio di Ferrara e di Cento, SIPRO, Ascom, Cia, Cna, Confagricoltura, Coldiretti, Confartigianato, Confcooperative, Confesercenti, Coopagri, Legacoop, Unindustria e Unioncamere Emilia-Romagna), decisamente a tinte fosche. Evidente, infatti, è l’accentuata e progressiva involuzione della dinamica congiunturale provinciale registratasi nei primi cinque mesi del 2009.
“L’inevitabile propagazione della crisi globale sul terreno dell’economia ferrarese – rileva il Presidente della Camera di Commercio, Carlo Alberto Roncarati – ha innescato un brusco processo involutivo dei principali indicatori congiunturali.
Cedono produzione, fatturato ed ordinativi dell’industria manifatturiera, e sembrano risentirne in misura ancora più accentuata le piccole imprese e l’artigianato, colpite soprattutto dalla fine del lungo ciclo espansivo dell’edilizia. In particolare – prosegue il Presidente – preoccupano la brusca frenata dell’export provinciale (-39,4%), ancora più accentuata rispetto alla media regionale, nonchè il crescente ricorso alla integrazione salariale, anche di natura straordinaria. Attualmente, le due priorità per le nostre imprese sono l’accesso al credito e l’internazionalizzazione.
Le nostre indagini mostrano che è ancora assai ampia la quota delle imprese che ha difficoltà di accesso al credito e ciò costituisce un serio intralcio alle loro politiche di investimento, oltre che un serio problema di liquidità. E’ essenziale, quindi, superare la diffidenza culturale che colpisce soprattutto le piccole imprese, assicurare finanziamenti in tempi brevissimi e, da parte della Pubblica amministrazione, garantire pagamenti in tempi ragionevoli.
Produzione (-16,0% rispetto ai primi cinque mesi delle scorso anno), fatturato ed ordinativi acquisiti dall’industria manifatturiera rallentano fortemente.
E il deterioramento della congiuntura, pur non avendo certo risparmiato l’area della media-grande impresa, ha riguardato, in misura ancora più marcata, quella della piccola impresa (1-9 dipendenti) ed, in particolare, dell’artigianato soprattutto nel comparto delle costruzioni. Situazione particolarmente difficile per la chimica-materie plastiche, la lavorazione dei minerali non metalliferi e per il settore meccanico, nel cui ambito i mezzi di trasporto segnano un calo di produzione e di ordinativi ancora più accentuato di quello del fatturato.
Mentre il cosiddetto “sistema moda”, oltre al legno-mobilio, è il comparto produttivo che ha registrato lo stop più brusco rispetto agli ultimi mesi del 2008. Intonazione relativamente migliore riguarda ancora il comparto alimentare, settore a-ciclico e, dunque, meno esposto all’andamento internazionale.
Intanto, continua a cresce la cassa integrazione i cui interventi ordinari, nei primi cinque mesi del 2009 sono otto volte quelli registrati lo scorso anno, mentre quelli straordinari sono più che raddoppiati. Sul fronte delle esportazioni, nel corso del primo trimestre del 2009 si è registrato in provincia di Ferrara, secondo i dati valutari Istat diffusi lo scorso 11 giugno e rapportati allo stesso periodo dell’anno precedente, una vera e propria caduta: -39,4%, contro una media regionale del -23%.
L’andamento peggiore sui mercati esteri è stato registrato dai mezzi di trasporto (-65,1%), che costituiscono circa un quinto del nostro export, ma anche dalla chimica (-37,4%), diventato così il primo settore. Variazioni positive, che evidentemente non compensano quanto accade per i principali settori dell’export ferrarese, si registrano invece per i prodotti agricoli, alimentari e per le macchine agricole. Per quanto riguarda le principali destinazioni dei prodotti ferraresi, occorre rilevare cali diffusi negli interscambi, ad eccezione di una variazione positiva consistente (+66%) delle esportazioni verso la Cina, le quali però rappresentano appena il 3% del totale.
E l’indebolimento dei consumi trova conferma anche nel calo delle vendite del settore commerciale, anche se esso risulta meno accentuato nella nostra provincia rispetto all’intera regione Emilia-Romagna. Esso colpisce tanto i prodotti alimentari quanto quelli non food. Ed, ancora una volta, a farne le spese è soprattutto il commercio al dettaglio.