



di Paolo Giardini
Il Coe inteso come organismo autonomo, piccola patria, è invenzione urbana, contrapposta un migliaio di anni fa alle limitanti pretese del feudalesimo da cui era necessario emanciparsi per consentire il rifiorire del commercio e altre attività economiche. Un’invenzione medioevale di successo, apprezzata anche dagli avversari che la fagocitarono pro domo loro. Infatti c’è ancora. Sarà forse la lunga durata nell’immaginario collettivo a giustificarne l’esistenza per proprietà immanente. Ma come la ruota va reinventata se la moda costruttiva degenera rendendola quadra, anche l’abitudine a mantenere i Comuni attuali indipendentemente dalla loro efficacia e necessità diventa un insulto all’intelligenza umana. Che farsene di Comuni incapaci di preservare la cittadinanza da catastrofi olfattive da biogas? Che farsene del Comune di Ferrara che nonostante faccia pagare ai contribuenti 1.400 stipendi di impiegati comunali non svolge più i compiti tradizionali sotto elencati?
– Gestione delle acque e degli acquedotti
– Controllo dell’acqua potabile
– Fognature
– Raccolta e smaltimento dei rifiuti
– Polizia mortuaria e organizzazione dei cimiteri
– Centrali del latte
– Gabinetti pubblici (non in quantità omeopatiche)
– Igiene del suolo, delle abitazioni, delle scuole, delle piscine e dei gabinetti pubblici
– Igiene degli alimenti e delle bevande
– Trasporti pubblici urbani
– Panificio e macelleria comunale a prezzi calmierati
– Mercato ortofrutticolo all’ingrosso
– Abitazioni comunali per poveri
– Dormitorio per senza tetto stanziali o di passaggio
Sono attività sparite, oppure diventate di pertinenza di aziende statali o regionali (SSN, ARPA, ACER, ACT), o aziende comunali ma di fatto società srl autonome, oppure date in gestione ad aziende private emanazioni dei partiti dominanti, con poteri contrattuali maggiori di quelli dei comuni stessi, come HERA. Cioè proprio la riattualizzazione di quel feudalesimo dal cui vassallaggio ci si volle scrollare dieci secoli fa fondando i Comuni.
Gli affetti da facciabronzismo obietteranno che non si può prescindere dal dover assicurare:
– Amministrazione e uso dei beni del Comune
– Organizzazione cittadina (orari di apertura e chiusura dei negozi)
– Disciplinare il traffico
– Promuovere attività culturali, artistiche e sportive
– Assicurare il diritto allo studio (mense, trasporti scolastici, corsi d’istruzione per adulti)
– Istituire asili nido ed altri istituti d’istruzione
Embé? Regolare il traffico a Ferrara deve essere solo a cura del Comune di Ferrara? Perché non del Prefetto, o del Comune di Bologna o del conte di Culagna? I Vigili del Fuoco di Ferrara funzionerebbero meno bene se fossero un corpo locale invece che nazionale? A Bologna, già da anni decidono i nostri trasporti urbani, i nostri servizi sanitari, il nostro ospedale come deve esser fatto e dove, se la nostra facoltà di Medicina deve ridursi a convitto infermiere o no. Con buona pace di sindaco, giunta e consiglieri di maggioranza, paghi di ricevere ordini indiscutibili da fuori.
E se per “l’amministrazione ed uso dei beni comunali” ci si accontenta di venderli a prezzi stracciati come negli ultimi 12 anni, sono capaci tutti di farlo. Anche gli zingari di passaggio.
Si parla di abolire le Province. Visto l’andazzo perverso, non è preferibile passare le poche mansioni rimaste alla Provincia e chiudere il Comune? Ferrara risparmierebbe 50 milioni all’anno di spese inutili e con quelli, in due-tre anni, si pagherebbero tutti i debiti.
Per rinnovare la carta d’identità, una delle rare cose che il Comune di Ferrara non ha ancora dato in appalto ad Hera (infatti costa ancora poco), un funzionario della Zappaterra opererebbe bene come un dipendente attuale di Tagliani. Cogliamo la felice occasione e faremo un affare.
Zappy: stavolta tifo per lei.
Paolo GiardiniIl Comune inteso come organismo autonomo, piccola patria, è invenzione urbana, contrapposta un migliaio di anni fa alle limitanti pretese del feudalesimo da cui era necessario emanciparsi per consentire il rifiorire del commercio e altre attività economiche. Un’invenzione medioevale di successo, apprezzata anche dagli avversari che la fagocitarono pro domo loro. Infatti c’è ancora. Sarà forse la lunga durata nell’immaginario collettivo a giustificarne l’esistenza per proprietà immanente. Ma come la ruota va reinventata se la moda costruttiva degenera rendendola quadra, anche l’abitudine a mantenere i Comuni attuali indipendentemente dalla loro efficacia e necessità diventa un insulto all’intelligenza umana. Che farsene di Comuni incapaci di preservare la cittadinanza da catastrofi olfattive da biogas? Che farsene del Comune di Ferrara che nonostante faccia pagare ai contribuenti 1.400 stipendi di impiegati comunali non svolge più i compiti tradizionali sotto elencati?
– Gestione delle acque e degli acquedotti
– Controllo dell’acqua potabile
– Fognature
– Raccolta e smaltimento dei rifiuti
– Polizia mortuaria e organizzazione dei cimiteri
– Centrali del latte
– Gabinetti pubblici (non in quantità omeopatiche)
– Igiene del suolo, delle abitazioni, delle scuole, delle piscine e dei gabinetti pubblici
– Igiene degli alimenti e delle bevande
– Trasporti pubblici urbani
– Panificio e macelleria comunale a prezzi calmierati
– Mercato ortofrutticolo all’ingrosso
– Abitazioni comunali per poveri
– Dormitorio per senza tetto stanziali o di passaggio
Sono attività sparite, oppure diventate di pertinenza di aziende statali o regionali (SSN, ARPA, ACER, ACT), o aziende comunali ma di fatto società srl autonome, oppure date in gestione ad aziende private emanazioni dei partiti dominanti, con poteri contrattuali maggiori di quelli dei comuni stessi, come HERA. Cioè proprio la riattualizzazione di quel feudalesimo dal cui vassallaggio ci si volle scrollare dieci secoli fa fondando i Comuni.
Gli affetti da facciabronzismo obietteranno che non si può prescindere dal dover assicurare:
– Amministrazione e uso dei beni del Comune
– Organizzazione cittadina (orari di apertura e chiusura dei negozi)
– Disciplinare il traffico
– Promuovere attività culturali, artistiche e sportive
– Assicurare il diritto allo studio (mense, trasporti scolastici, corsi d’istruzione per adulti)
– Istituire asili nido ed altri istituti d’istruzione
Embé? Regolare il traffico a Ferrara deve essere solo a cura del Comune di Ferrara? Perché non del Prefetto, o del Comune di Bologna o del conte di Culagna? I Vigili del Fuoco di Ferrara funzionerebbero meno bene se fossero un corpo locale invece che nazionale? A Bologna, già da anni decidono i nostri trasporti urbani, i nostri servizi sanitari, il nostro ospedale come deve esser fatto e dove, se la nostra facoltà di Medicina deve ridursi a convitto infermiere o no. Con buona pace di sindaco, giunta e consiglieri di maggioranza, paghi di ricevere ordini indiscutibili da fuori.
E se per “l’amministrazione ed uso dei beni comunali” ci si accontenta di venderli a prezzi stracciati come negli ultimi 12 anni, sono capaci tutti di farlo. Anche gli zingari di passaggio.
Si parla di abolire le Province. Visto l’andazzo perverso, non è preferibile passare le poche mansioni rimaste alla Provincia e chiudere il Comune? Ferrara risparmierebbe 50 milioni all’anno di spese inutili e con quelli, in due-tre anni, si pagherebbero tutti i debiti.
Per rinnovare la carta d’identità, una delle rare cose che il Comune di Ferrara non ha ancora dato in appalto ad Hera (infatti costa ancora poco), un funzionario della Zappaterra opererebbe bene come un dipendente attuale di Tagliani. Cogliamo la felice occasione e faremo un affare.
Zappy: stavolta tifo per lei.
Paolo GiardiniIl Comune inteso come organismo autonomo, piccola patria, è invenzione urbana, contrapposta un migliaio di anni fa alle limitanti pretese del feudalesimo da cui era necessario emanciparsi per consentire il rifiorire del commercio e altre attività economiche. Un’invenzione medioevale di successo, apprezzata anche dagli avversari che la fagocitarono pro domo loro. Infatti c’è ancora. Sarà forse la lunga durata nell’immaginario collettivo a giustificarne l’esistenza per proprietà immanente. Ma come la ruota va reinventata se la moda costruttiva degenera rendendola quadra, anche l’abitudine a mantenere i Comuni attuali indipendentemente dalla loro efficacia e necessità diventa un insulto all’intelligenza umana. Che farsene di Comuni incapaci di preservare la cittadinanza da catastrofi olfattive da biogas? Che farsene del Comune di Ferrara che nonostante faccia pagare ai contribuenti 1.400 stipendi di impiegati comunali non svolge più i compiti tradizionali sotto elencati?
– Gestione delle acque e degli acquedotti
– Controllo dell’acqua potabile
– Fognature
– Raccolta e smaltimento dei rifiuti
– Polizia mortuaria e organizzazione dei cimiteri
– Centrali del latte
– Gabinetti pubblici (non in quantità omeopatiche)
– Igiene del suolo, delle abitazioni, delle scuole, delle piscine e dei gabinetti pubblici
– Igiene degli alimenti e delle bevande
– Trasporti pubblici urbani
– Panificio e macelleria comunale a prezzi calmierati
– Mercato ortofrutticolo all’ingrosso
– Abitazioni comunali per poveri
– Dormitorio per senza tetto stanziali o di passaggio
Sono attività sparite, oppure diventate di pertinenza di aziende statali o regionali (SSN, ARPA, ACER, ACT), o aziende comunali ma di fatto società srl autonome, oppure date in gestione ad aziende private emanazioni dei partiti dominanti, con poteri contrattuali maggiori di quelli dei comuni stessi, come HERA. Cioè proprio la riattualizzazione di quel feudalesimo dal cui vassallaggio ci si volle scrollare dieci secoli fa fondando i Comuni.
Gli affetti da facciabronzismo obietteranno che non si può prescindere dal dover assicurare:
– Amministrazione e uso dei beni del Comune
– Organizzazione cittadina (orari di apertura e chiusura dei negozi)
– Disciplinare il traffico
– Promuovere attività culturali, artistiche e sportive
– Assicurare il diritto allo studio (mense, trasporti scolastici, corsi d’istruzione per adulti)
– Istituire asili nido ed altri istituti d’istruzione
Embé? Regolare il traffico a Ferrara deve essere solo a cura del Comune di Ferrara? Perché non del Prefetto, o del Comune di Bologna o del conte di Culagna? I Vigili del Fuoco di Ferrara funzionerebbero meno bene se fossero un corpo locale invece che nazionale? A Bologna, già da anni decidono i nostri trasporti urbani, i nostri servizi sanitari, il nostro ospedale come deve esser fatto e dove, se la nostra facoltà di Medicina deve ridursi a convitto infermiere o no. Con buona pace di sindaco, giunta e consiglieri di maggioranza, paghi di ricevere ordini indiscutibili da fuori.
E se per “l’amministrazione ed uso dei beni comunali” ci si accontenta di venderli a prezzi stracciati come negli ultimi 12 anni, sono capaci tutti di farlo. Anche gli zingari di passaggio.
Si parla di abolire le Province. Visto l’andazzo perverso, non è preferibile passare le poche mansioni rimaste alla Provincia e chiudere il Comune? Ferrara risparmierebbe 50 milioni all’anno di spese inutili e con quelli, in due-tre anni, si pagherebbero tutti i debiti.
Per rinnovare la carta d’identità, una delle rare cose che il Comune di Ferrara non ha ancora dato in appalto ad Hera (infatti costa ancora poco), un funzionario della Zappaterra opererebbe bene come un dipendente attuale di Tagliani. Cogliamo la felice occasione e faremo un affare.
Zappy: stavolta tifo per lei.
Paolo Giardini