06 Ott, 2011
Farmacie, derivati e la perdita della holding
Inserito da: PpF In: Economia, sviluppo, lavoro|Servizi pubblici




di Valentino Tavolazzi
Nei giorni scorsi l’avvocato Tagliani ha inviato una lettera ai giornali per smentire l’intenzione di vendere le Farmacie e per rassicurare i cittadini che la trasformazione dell’azienda da speciale a S.r.l, nonchè il suo conferimento alla Holding (HFS), sarebbero esclusivamente finalizzati alla «migliore gestione pubblica». La dichiarazione è poco convincente: per migliorare la gestione dell’AFM non occorre trasformare l’azienda, né conferirla alla Holding. Nulla impedisce infatti di eliminare il consiglio di amministrazione, nominare un amministratore unico, fare economie, ottimizzare la gestione finanziaria e del personale.
Forse c’è un’altra ragione, più consistente e da non svelare ai cittadini, che potrebbe indurre il sindaco ed il Pd alla mossa annunciata: l’ingente perdita patrimoniale della Holding a seguito del crollo delle azioni Hera. Nel bilancio 2010 della HFS ci sono all’attivo 23,8 milioni di azioni Hera Spa (prese in cambio di Agea e reti gas), iscritte al costo medio di acquisizione di 2,04 euro per azione. Il valore contabile ammonta a 48,5 milioni di euro, ben oltre la metà del patrimonio totale (85,7 milioni). Come è noto le azioni Hera hanno un valore nominale di 1 euro, ma il collegio sindacale della società ha dichiarato che le partecipazioni sono state valutate con il metodo del costo, poiché “tali valori sono suffragati dai target price del titolo determinati da analisti finanziari indipendenti.” Si noti che prima avevamo un’azienda (Agea), un teleriscaldamento, le reti del gas, oggi abbiamo carta in balia della borsa.
Dal giugno scorso il titolo Hera è passato da 1.6 euro medi nel primo semestre, a 1,1 euro di questi giorni. Alla fine di settembre gli analisti (Unicredit) hanno ridotto il target price di Hera da 1,85 euro a 1,35. Il taglio è conseguente all’impatto della Robin Hood Tax. Se si chiudesse il bilancio di Hera oggi, gli amministratori ed il collegio sindacale dovrebbero tenerne conto e svalutare le partecipazioni (quindi il patrimonio della Holding) di oltre 16 milioni di euro. Una mazzata! Non sarebbe accaduto se avessimo venduto quelle azioni quando lo chiedeva Ppf. Oggi inoltre avremmo decine di milioni di debiti in meno e più soldi da destinare a servizi, famiglie e imprese.
L’iniezione di nuovo patrimonio (le Farmacie) in HFS, consente di non abbattere il suo capitale. Ma quanto vale l’AFM? Nel 2010 il patrimonio contabile era di 0,5 milioni di euro. Tuttavia si sa che le farmacie valgono non meno del loro fatturato (18 milioni). Dunque l’AFM rivalutata basterebbe a bilanciare la perdita della Holding. Un fatto contabile, perché in ogni caso il Comune si è impoverito. Forse Tagliani, indaffarato nella gestione corrente, non ci pensa e l’operazione Farmacie potrebbe davvero essere avulsa dal contesto descritto. Tuttavia qualche dubbio rimane, alla luce del fatto che sulla perdita della Holding regna il silenzio tombale. E’ evidente che un eventuale e sperabile rialzo del titolo Hera entro fine anno, ridurrebbe la perdita attesa.
Ma ci sono altre notizie che preoccupano. Da giorni il titolo della banca Dexia è in picchiata alla Borsa di Bruxelles. Si ventila la possibilità di uno smantellamento della banca, travolta dalla crisi. Il titolo nei giorni scorsi ha perso oltre il 20%. Dexia è la banca con cui l’amministrazione sta negoziando il disastroso derivato, che l’anno scorso ha prodotto un’uscita per 1,2 milioni di euro, alla quale si aggiunge un milione quest’anno. Sulla trattativa regna il silenzio, in nome della trasparenza e del coinvolgimento dei cittadini ad ogni piè sospinto proclamati. Che la giunta sia indaffarata a tamponare perdite da derivato, da titoli Hera e perdite d’acqua, è comprensibile, ma che non trovi il tempo per informare i cittadini è inaccettabile.
Valentino Tavolazzi, consigliere comunale Progetto per Ferrara Movimento 5 Stelle