19 Ago, 2009
Ferrara anello debole del sistema regionale
Inserito da: PpF In: Economia, sviluppo, lavoro




Lettera pubblicata da estense.com
di Italo Cariani
in questi giorni si è molto dibattuto sulla stampa locale relativamente alla chiusura del Laboratorio analisi acque di Pontelagoscuro da parte di HERA S.p.a.
Gli interventi contro tale chiusura – dai partiti politici di opposizione, compresa la nostra Lista PRC-PDCI, alla CGIL, a comitati, cittadini, lavoratori – sono stati diversi e, seppur con accenti differenti, hanno sottolineato l’importanza del Laboratorio sia in termini di salvaguardia della qualità dell’acqua prelevata dal Po, sia in termini di mantenimento dei livelli occupazionali.
A queste considerazioni, tutte condivisibili, vorrei aggiungere un ulteriore elemento: ossia, il fatto che la chiusura del Laboratorio di Ponte evidenzia come Ferrara continui ad essere l’anello debole del sistema regionale, la città che sconta sempre la perdita di importanti realtà produttive e centri di eccellenza a favore di altre zone. Assistiamo infatti da troppi anni, in maniera impotente, allo spostamento di realtà ferraresi – nate dalle necessità del nostro territorio, create per la tutela della salute dei cittadini, portate avanti e potenziate dalle competenze e dalle professionalità locali –, senza nessuna reale contropartita.
Si sottolinea spesso che l’Emilia Romagna è una realtà policentrica, dove tutte le singole città e territori hanno pari dignità, in quanto ognuna portatrice di centri di eccellenza per tutte le altre. Ora, perché questo vale per le altre città e mai per Ferrara? Forse che non siamo in grado di garantire un uguale valore? Abbiamo assistito allo smantellamento dell’Eridania e alla perdita di importanza di un settore principe della nostra agricoltura, come la barbabietola e lo zucchero. Avevamo a Ferrara il centro direzionale regionale della FER, azienda storicamente ferrarese, con 600 dipendenti, un ruolo strategico in regione, e che di fronte ai tentativi di ridimensionamento non vede un’adeguata reazione da parte del potere pubblico locale.
Ora ecco anche il Laboratorio di Pontelagoscuro: che nasce, è bene ricordarlo, per risolvere i gravi problemi idraulici di un territorio di origine deltizio. Alla fine degli anni settanta – come molti ancora ricordano – Ferrara e i lidi ferraresi erano fortemente dipendenti dal Po. Ciò creava forti problemi di approvvigionamento idrico nei momenti in cui il Po non permetteva un’adeguata produzione di metri cubi d’acqua. Furono fatti sforzi importanti – con la costruzione degli impianti a Serravalle e delle vasche di accumulo nella zona di Pontelagoscuro – per aumentare il livello di fornitura idrica e il miglioramento della qualità delle acque. Con il passaggio da 500 a 1500 litri al secondo finalmente Ferrara e i Lidi divennero entrambi autosufficienti. Nel contempo, furono attuate azioni per migliorare la qualità dell’acqua.
Il Laboratorio di Pontelagoscuro deve perciò essere mantenuto non solo per il suo ruolo nel sistema regionale, non solo per le professionalità e le competenze che ci lavorano, ma anche perché è espressione di un lungo processo di salvaguardia della salute dei cittadini e di tutela del territorio, che merita di essere rispettato. Alla pari di Bologna, Ravenna e Forlì.
Speriamo che gli importanti dirigenti politici nazionali ferraresi concordino con tale nostra posizione.
Italo Cariani, Responsabile provinciale Pdci enti locali