13 Ott, 2011
Ferrara, continua la svendita dei beni comuni
Inserito da: PpF In: Politica|Urbanistica




di Valentino Tavolazzi
Era passata quasi inosservata la variazione di bilancio, da sottoporre al Consiglio in occasione dell’assestamento 2011, che autorizzava la svendita all’Università del complesso immobiliare S.Agnesina di via Paradiso. Ma Ppf/M5S lo ha segnalato in commissione ed in aula, per poi votare contro la delibera, insieme a Pdl e Iaf. A favore hanno votato Pd, Idv ed alleati, con l’astensione di Fli, Lega, Prc/Pdci, consentendo a Tagliani di procedere. S.Agnesina è un edificio di 3476 mq, più 503 mq di area cortiliva, concesso nel 1931 in uso gratuito all’Università, la quale, a partire dagli anni ’50, ha eseguito interventi “incrementativi”, oggi valutati (ed attualizzati Istat!) 4,57 milioni di euro. Il Comune stima il valore del fabbricato in 5,21 milioni (1500 euro/mq) e calcola l’indennizzo dovuto dall’Università, per l’uso concesso dal 1931 al 2010, in circa 36.743 euro, comprensivi di attualizzazione Istat ed interessi.
Canone ottenuto applicando la rendita del 3,5%, al valore inventariale del fabbricato nel 1889 (10.887 lire, pari a 5,62 euro), che attualizzato al 1931 diventa 52.937 lire, pari a 27,34 euro. Così recita la relazione tecnica!
Dunque il Comune intende vendere l’immobile all’Università, incassando la differenza (683 mila euro) tra il valore dell’immobile aumentato del canone (5,25 milioni), e quello dei lavori riconosciuti (4,57 milioni). L’affare consisterebbe nel vendere a 197 euro al mq, un bene comune occupato per ottant’anni gratis dall’Università e da essa “incrementato” (?) con opere funzionali alla sua mission! Ma c’è dell’altro. Riguarda un secondo edificio comunale in via del Gregorio, concesso in uso all’Università nel 1995 per 99 anni, con una superficie di 442 mq. E’ valutato 663 mila euro, ma, a partire dal 2005, l’Università vi ha eseguito lavori “incrementativi”, ad essa funzionali, per 281 mila euro. In questo caso Tagliani intende riprendersi l’immobile, a fronte dell’indennizzo all’Università dei suddetti lavori. In conclusione per S.Agnesina l’Università pagherebbe al Comune 402 mila euro (683 meno 281), pari a 116 euro/mq), recuperando “al costo” tutti i lavori eseguiti su entrambi i fabbricati.
Risultato: prima della vendita il Comune possiede due immobili valutati 5,87 milioni, dopo la vendita si ritroverebbe un immobile valutato 663 mila euro, più 402 mila incassati dall’Università, per un totale di 1,06 milioni. La differenza tra il prima e il dopo (-4,8 milioni) è il frutto del riconoscimento all’Università dei lavori eseguiti. I conti, come spesso accade a Ferrara, sono penalizzanti per il Comune e risentono di pesanti sottovalutazioni. A titolo esemplificativo la quantificazione del canone dovuto dall’Università per S. Agnesina. E’ quasi comica! Poi la stima dei lavori eseguiti, che andrebbe definita in vero contraddittorio, riguardo all’effettiva consistenza delle opere, alla congruità dei costi richiesti, ma soprattutto al valore residuo dei suddetti lavori. Se la stima dell’immobile (1500 euro/mq) è quella di un usato, anche le opere “incrementative” vanno svalutate in relazione all’uso pluridecennale da parte dell’Università. Inoltre gli impianti elettrici ed altri, andrebbero deprezzati in relazione alla rispondenza alle norme vigenti. Infine non vanno considerati i lavori di manutenzione ordinaria, magari ripetuti nel tempo, né gli interventi di adeguamento funzionale specifico per le attività dell’Università. Il risultato sarebbe un incremento del “cash” pagato dall’Università al Comune. Insomma l’operazione si presenta come l’ennesima svendita, al pari di quella delle reti gas cedute ad Hera al valore residuo da ammortizzare, enormemente inferiore ai riferimenti di mercato. La liquidazione dei beni comuni continua. Dobbiamo dire grazie al sindaco, al Pd, agli alleati e a chi si è astenuto!
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale Progetto per Ferrara
Movimento 5 Stelle