



di Paolo Giardini
Un famoso capo di stato, finito malamente dopo averne fatto finire malamente innumerevoli altri, amava frasi roboanti e ampollose che produceva in quantità per divulgarle in tanti modi, fra cui quello di farle scrivere a grandi lettere sui muri delle case. Non c’era nulla d’apodittico in quelle asserzioni prive di logica, ma andavano bene per le manifestazioni di massa nelle quali, ieri come oggi, non si spacca mai il capello in quattro coi sofismi, preferendo spaccare altri articoli, dalle teste alle vetrine. Riporto alcune di quelle frasi storiche:
– “Non siamo gli ultimi di ieri ma i primi del domani.” (e oggi come siamo messi?)
– “Meglio lottare insieme che morire da soli.” (ci sarebbero molte altre opzioni…)
– ”Con le nostre macchine, come, soprattutto, col nostro popolo e con la nostra fede, andremo sicuramente verso la vittoria.” (per quale motivo?)
Carine, vero? Sono illogiche, ma danno la sensazione della compagnia; uno da solo non se le racconta mica robe simili. Tanto è vero che il genere non è morto insieme a quel capo di stato, rivive nel settore di nicchia dei Cabaret o di certe trasmissioni tipo Zelig. Non è detto però che rimanga confinato a lungo. Recentemente, riguardo ad un problema locale, ho letto la seguente frase storica di nuovo conio a cura di un tal Luca Fiorini, segretario Filcem Cgil:
– ”La turbogas Enipower poteva e può essere un volano per rilanciare l’industria nel petrolchimico”.
Anche qui la logica è massacrata (la turbogas è connessa alla rete nazionale che non è unidirezionale: se dà, può ricevere in ugual misura) e la parola volano ha molti significati nessuno dei quali attinente alla possibilità di “rilanciare”, caso mai il contrario, quello di stabilizzare. Però l’insieme suona bene, è quasi ieratico. Non per niente l’autore è un sindacalista, un pezzo grosso che il 24 giugno guiderà a Roma un corteo di scioperanti. Bisognerebbe che durante il viaggio qualcuno prendesse nota di quello che dirà. Per amore della Storia.
Paolo Giardini
Progetto per Ferrara