



di Paolo Giardini
Gentile sig. Giovanni Lenzerini, Direttore Generale Holding Ferrara Servizi, visto che ha infranto un principio ieratico rivolgendosi al volgo mediante estense.com, colgo l’occasione per ricordarle un episodio della passata amministrazione: la prima giustificazione alla presenza di un paio di turbogas da 400MW nel Petrolchimico, aggiuntiva alle centrali termiche presenti. Si tratta di una relazione tecnica, commissionata dal Comune ad uno studio di ingegneria non ferrarese. Quella relazione, purtroppo posta su internet solo a cose fatte, è insieme corretta e sbagliata. Corretta in sé, perché dà risposte congruenti e pertinenti alla formulazione iniziale.
Sbagliata, perché gli input forniti allo studio d’ingegneria non corrispondevano a realtà. Quel documento, esatto nella terminologia del luogo e nelle citazioni, considera i valori significativi delle emissioni relativi ad uno stato di fatto nominale precedente di 15-20 anni, ben prima che cambiassero i combustibili ai bruciatori delle CTE, prima dell’installazione di una turbogas da 160 MW, prima che eliminassero molti reparti. Inoltre, cosa gravissima, allo studio d’ingegneria non venne consegnato l’elenco delle potenze installate sia in stabilimento che in città (la sommatoria delle potenze dei trasformatori esistenti non eccedeva i 160 MW, guarda caso, la potenza della prima turbogas installata di soppiatto). Quel documento, funambolicamente accoppiato alla bonifica dei terreni, consentì alla Casta di avviare l’iter, ma si basa su presupposti falsi come la Donazione di Costatino.
Con la vendita delle reti ad Hera si è replicata una manovra analoga, e il suo intervento su Estense.com è uno dei diversivi messi in atto per nascondere il fatto fondamentale che le reti comunali gas valgono centinaia di milioni di euro, non decine di milioni, alla faccia di autorevoli documentazioni contrarie. Se il Tribunale di Bologna decidesse sulla base di qualificate perizie che il mio appartamento vale 15.000 euro, potrei immaginare molte spiegazioni per quel giudizio (etilismo, scambio di pratiche, errori di battitura, ecc.), ma senza dubitare neppure per un attimo che sia una sciocchezza, indipendentemente dal fatto che se volessi vendere casa mia non ne farei decidere il valore all’acquirente (a meno che non sia obbligato a farlo…).
Altrettanto dovrebbe fare qualsiasi amministratore di buona volontà animato dal Principio del Buon Padre di Famiglia, considerando la vastità degli impianti gas e la loro unicità. Ci sarebbe parecchio da dubitare sulla cerebralità di amministratori così incapaci di autonomia nella valutazione del patrimonio che amministrano! E’ più verosimile che sia troppo attraente il vantaggio conferito da un documento iniziale autorevolmente avallato che consenta di imbastirvi sopra un giochetto di Casta, come la storia insegna.
In conclusione, le ragioni che lei porta sul valore delle azioni Hera sono scopertamente ininfluenti come quella relazione tecnica sulle emissioni del petrolchimico, essendo basati sulla validità di un assunto iniziale insussistente (per usare un termine caro alla maggioranza consigliare, ma usato appropriatamente). Provi a cercare miglior fortuna con altri argomenti.
Paolo Giardini