



di Paolo Giardini
L’espertissimo chimico sig. Giuliano Lugli canterà anche fuori del Coro, come dichiara nella sua lettera pubblicata sul Carlino del 26/8, ma da solista, seguendo attentamente la musica diretta dal Kappelmaister, perché solo chi è pedissequamente attento alla bacchetta del Direttore può accusare Tavolazzi di essere fermo al medioevo per aver osato affermare che il Laboratorio fa parte di una struttura di processo. Volendo trovare qualcuno da accusare, caso mai ci si indirizza al proprietario di un impianto medioevale, non a chi rende noto al pubblico le sue eventuali caratteristiche arcaiche.
Ma c’è di più: concordando col sig. Lugli che “un sistema di controllo della qualità dell’acqua potabile deve avere i requisiti di continuità e massima frequenza dei controlli, massima affidabilità dei risultati analitici, campo d’indagine analitica il più ampio possibile, tempi di reazione ed anomalie più rapidi possibili” (non occorre un’esperienza ultradecennale da responsabile chimico di laboratorio ai massimi livelli per pretendere tali requisiti, basta essere dei padri di famiglia), c’è da chiedersi quale struttura privata monopolistica può garantire questi “massimi” necessari, retribuiti esattamente come i “minimi” o anche come al di sotto del tollerabile. Il laboratorio che il sig. Lugli ha diretto (presumibilmente con successo) per tanti anni faceva analisi con apparecchiature mantenute al top della tecnologia solo per il gusto di farlo, oppure si faceva profumatamente pagare per ogni analisi up-to-date svolta? Se c’è qualcuno che canta fuori del coro è Tavolazzi, non lei sig. Lugli, stranamente ignaro che in ambito privato si fa quello che più conviene alle tasche del privato, non quello che è meglio in sé. Indipendentemente dalle propensioni del Kappelmaister in carica.
Paolo Giardini – Progetto per Ferrara