



di Valentino Tavolazzi*
I fatti. La legge riconosce il rimborso chilometrico ad eletti e nominati per viaggi effettivamente fatti dall’abitazione al Comune. Consiglieri ed assessori, anche Pd, lo percepiscono regolarmente. Da Francolino, il viaggio di andata più ritorno è pagato 5-6 euro. Mediamente, in due anni e mezzo, ho fatto 8-10 viaggi al mese (50-60 euro), per commissioni e consigli ai quali ho partecipato. Non ho richiesto rimborsi per accessi agli atti, studio delibere depositate, ancorché riconosciuti. Come consigliere percepisco 300-400 euro mese, compresi i rimborsi. Nel consiglio del 20.12.11, prima del killeraggio del Pd, ho presentato la risoluzione per l’azzeramento di gettoni e rimborsi ai consiglieri e dello stipendio ai presidenti di circoscrizione. Ho chiesto inoltre il dimezzamento degli stipendi a sindaco e assessori.
Il Pd ha votato contro, dopo aver inscenato la buffonata dell’emendamento inammissibile, sul denaro sperperato da Tagliani nel 2002 per liberarsi senza giusta causa dello scomodo city manager. Il Pd ha invece votato a favore di 33,9 milioni di euro di nuove tasse nel 2012 (600 euro a famiglia) per pensionati, disoccupati, operai, impiegati, proprietari di case, commercianti, artigiani, contadini. E mentre in aula i piddini votavano all’unisono, nella saletta adiacente Merli e Portaluppi, avviavano la macchina del fango su Tavolazzi, con l’accusa di aver chiesto rimborsi per viaggi non fatti. Tagliani faceva loro da sponda.
Ho verificato, uno per uno, oltre 260 rimborsi in due anni e mezzo, peraltro già controllati dal servizio preposto. Ci sono 3 errori materiali a danno del Comune (2009-10), di cui 1 non accertabile, poiché l’ufficio preposto ha smarrito gli originali. Il valore è inferiore a 20 euro. Ci sono inoltre 11 omissioni materiali a mio danno (2009-10-11), per 60 euro. Infine 5 omissioni a mio danno in fase di accertamento (attendo documenti richiesti), per 25 euro. Dalle carte emerge che il tema rimborsi potrebbe risultare assai spinoso per il Pd. Curioso, ad esempio, è il caso di un amministratore, che percepisce rimborsi quasi ogni giorno (nei mesi esaminati), sabato e domenica inclusi, con chilometri spesso tagliati dall’ufficio. Chiedo all’avvocato Tagliani di effettuare, con più garbo di quello riservatomi, una verifica complessiva dei rimborsi pagati dal 2009 e la pubblicazione di eventuali illegittimità. Se non lo farà, lo faremo noi.
E’ triste prendere atto che questo Pd, dei Tagliani, Portaluppi, Tafuro, Balestra, Tosi, Merli, è il prodotto della naturale evoluzione del partito di Berlinguer. Qualcosa deve essere andato storto. All’epoca c’erano visione del mondo, idee, progetti, una classe dirigente di alto profilo umano e politico. Oggi il Pd fa politica con i mezzucci di figuranti e segugi, che rovistano nei cassetti, pedinano l’oppositore odiato, sperando di farlo fuori con un colpo di spugna. Prima dei rimborsi, con analoghe sceneggiate, avevano tentato più volte di coinvolgermi nelle peggiori decisioni di Tagliani: raddoppio di Cona, chiusura del Sant’Anna, svendita di Agea, contratti di servizio capestro Hera. E pure essendo stati sbugiardati ogni volta, perseverano nel demolire credibilità e consenso del loro partito
Il Pd non sembra in grado di affrontare un dibattito elevato sui bisogni della città, su economia, lavoro, servizi, costi della politica, democrazia reale. Subalterno ai poteri forti, pubblici e privati, preferisce sottrarsi al confronto di merito, imbarazzante per chi difende i privilegi di casta. Lo ha fatto con le proposte di taglio ai costi della politica, ma anche sulle regole da dare a Hera nel teleriscaldamento, privo di concorrenza e di tutele per gli utenti. Lo ha fatto con la risoluzione Ppf sul derivato, costato 2,5 milioni di euro dal 2009 ad oggi, e con il pagamento ad Hera di 1,5 milioni, per il presunto debito del 2000, mentre applicava l’Imu per 30 milioni ed aumentava l’addizionale Irpef di 3,9 milioni. Il Pd, da vera casta degli intoccabili, non vuole discutere del fallito trasloco dell’ospedale a Cona, della contaminazione da legionella al Sant’Anna, che ha tolto la vita ad una persona, dei ritardi nella metropolitana. Non vuole mettere in rete le concentrazioni di Pfoa e Pfos nell’acqua potabile, non accetta proposte sulle scelte riguardanti i titoli Hera, la riduzione dei debiti, e a suo tempo, la vendita delle reti del gas. Da anni viviamo a Ferrara una democrazia finta, svuotata della partecipazione popolare, un regime di casta, lontano dai cittadini. Per questo la città è costretta a parlare di rimborsi chilometrici.
*Consigliere comunale Ppf/M5S