



“I criteri cardinali che hanno orientato il governo cittadino sono stati improntati alla cura del bene generale, alla trasparenza, alla sostenibilità degli insediamenti produttivi, alla partecipazione”.
Così dice Sateriale del suo operato a conclusione del secondo mandato. Chiaro, conciso, quasi lapidario. Ma perché “quasi”? Rendiamo davvero lapidaria una frase che merita di passare alla storia. Scolpiamo nel marmo il mirabile compendio di un decennio e affidiamolo al lapidario di Via Scandiana. Aggiungiamoci solo la data, A.D. MMIX, e farà la sua figura fra le antiche lastre. Fra due-trecento anni apparirà come testimonianza di un’età aurea.
Non sarà una spesa inutile, daremo ai posteri un motivo esistenziale duraturo, di grande consolazione nell’attraversare i tempi grami che la nostra generazione sta predisponendo per loro con molta efficienza.
I posteri non si accorgeranno mai che quella frase è vera, verissima, ma confinata nell’ambito delle buone intenzioni che nulla possono contro le reali incapacità. Chi oserà mettere in dubbio la solennità dei “criteri cardinali che orientano il governo”, a loro volta “improntati” alla massima saggezza, che albergano nel cranio di Sateriale e dei suoi collaboratori? Onestamente, nessuno. Come nessuno potrebbe metterli in dubbio se espressi da Berlusconi, da Kim Jong-il o dal suo papà Kim II Sung.
Siamo dei provinciali, non c’è dubbio, ma qualcosa ci accomuna ai Grandi. Il ridicolo.
Paolo Giardini
Progetto per Ferrara