



Clima bollente per l’incontro sull’asilo di via del Salice
Mezza giunta in mezzo alla “fosse dei leoni”. Il sogno di qualunque “contestatore”. Così è stato nella riunione di giovedì scorso in via del Salice, dove il pubblico ha potuto dare libero sfogo alle proprie critiche sulla costruzione dell’asilo nido. Critiche sfociate in un paio di occasioni, purtroppo, negli insulti.
Che l’appuntamento fosse quello delle “grandi occasioni” lo si capiva subito entrando nella sala riunioni del centro sociale del Melo, gremita all’inverosimile. Che il clima fosse quello da “resa dei conti” lo si è toccato con mano dopo pochi minuti.
È il presidente della Circoscrizione Est Pietro Turri a introdurre il tavolo dei relatori. Manca praticamente solo il sindaco Sateriale, assente “giustificato” per un precedente impegno preso in Castello. Di fronte alla folla accorsa per conoscere gli ultimi sviluppi sulla vicenda dell’inquinamento del quadrante est ci sono Mascia Morsucci, assessore all’Ambiente, Raffaele Atti, assessore all’Urbanistica, Maria Giovanna Cuccuru, assessore alla Sanità, Mariella Michelini, assessore al Decentramento. Sono presenti anche Alessandra Chiappini, presidente dell’Istituzione Scuola, e Loredana Bondi, dirigente del Servizio Istruzione e Formazione. Poi vengono i tecnici: Alberto Bassi e Luca Capozzi.
Dall’altra parte si sono presentati gli ambientalisti al gran completo: da Francesca Cigala Fulgosi e Giuseppe Rasconi di Ferrara Città Sostenibile a Luigi Gasparini, da Tommaso Mantovani di Medicina democratica ad Angelo Storari di Progetto per Ferrara per citarne alcuni.
Il primo a passare sotto le “forche caudine” è Turri, che fa mormorare la sala quando rivendica che “dell’argomento ne discutiamo dal 2004 con i cittadini: questa è democrazia”. Turri ricorda poi che i dati prodotti dal Comune sono quelli resi pubblici sia attraverso incontri sia con la pubblicazione su internet: “nessuno ha mai presentato altri dati e, soprattutto, nessuno ha mai nascosto dati a nessuno”. I mormorii aumentano e lo “sfogo” diventa – ahinoi – la stampa: “creare polvere quando c’è polvere – attacca il presidente della Est – è molto semplice”.
Tocca poi a Mascia Morsucci spiegare cosa è stato fatto finora e cosa rimane da fare da parte dell’amministrazione comunale. “Rispetto all’ultimo incontro pubblico del 17 novembre 2008 – questo il suo flashback -non ci sono analisi nuove. L’inquinamento della zona è assolutamente presente e serve una messa in sicurezza seguita dalla bonifica di tutta l’area Frutteti”.
Per quanto riguarda il capitolo “cose fatte” l’assessore riporta la conoscenza del rischio sanitario collegato (“tecnicamente accettabile”), l’indicazione della sorgente di inquinamento, la definizione del perimetro dell’area da bonificare, l’approvazione del primo piano di intervento per confinare la zona contaminata.
Un piano, approvato dalla giunta lo scorso 2 dicembre, “per fare in modo che la discarica – continua Morsucci – non perda più. C’è già una ditta che si è aggiudicata il relativo appalto e che ha svolto il primo sopralluogo nell’area verde prospiciente via Gerani. Il cantiere partirà a marzo”.
Poi le “cose da fare”: capire appieno su chi ricadono le responsabilità della bonifica (chi è stato a inquinare), “passo fondamentale per attivare la procedura formale del piano di caratterizzazione”; in secondo luogo verrà l’attivazione del procedimento di bonifica.
Si attendono intanto i risultati della Commissione regionale, che dovrebbero essere pronti per il 9 marzo.
Dalle “rassicurazioni” istituzionali si passa quindi alle preoccupazioni della piazza, palpabili – insieme alla rabbia – in ogni intervento. A cominciare da quello di Tommaso Mantovani di Md, genitore anche lui di un bambino di un mese in lista d’attesa proprio al Salice: “per legge la bonifica dovrebbe precedere e non seguire la costruzione dell’asilo”. Una bonifica che “deve essere fatta coinvolgendo questa volta – chiede Rasconi – associazioni e comitati”. Il medico ambientalista denuncia inoltre il fatto che i carteggi tra Asl e Comune finiti in mano a Città Sostenibile in maniera anonima non siamo stati resi pubblici: “cercare una giustificazione – dice in seguito – per quello che è stato fatto è un grosso peccato di superbia. E i peccati si pagano”. Applausi scroscianti in sala.
Viene poi Gasparini che parla di “rischio non accettabile ma evitabile: bastava costruire l’asilo altrove”. Di “monitoraggio preventivo previsto per legge” parla poi Valerio Vicentini, dell’Italia dei Valori, il partito che ha depositato un esposto in procura per far luce sulla vicenda. “Un censimento di tutti i luoghi inquinati della città avrebbe evitato – dice – tanti problemi; da serate come queste deve uscire l’unica parola magica possibile: bonifica. Perché l’aria non ha colore politico”.
Di messa in sicurezza “d’emergenza” e bonifica parla anche Storari che non riesce però a terminare l’intervento. Il clima si era già surriscaldato al grido di “terroristi” e altre offese rivolti da una parte all’altra delle “fazioni”.
Parlano finalmente i cittadini. Chi difende le scelte dell’amministrazione; chi, pur vivendo nella zona da 30 anni, non ha mai notato nulla di preoccupante; chi vede nelle polemiche solo dei fini strumentali in vista delle elezioni; chi invece fa notare che nella zona ci sono altri due asili nell’arco di 500 metri mentre altre parti di Ferrara sono “scoperte”, che in quella zona la viabilità non è adeguata e chi chiede se è vero che la percentuale di tumori nell’area è più elevata che altrove. C’è poi chi si ricorda che per la costruzione dell’asilo sono stati fatti scendere in falda 120 pali, fino alla profondità di 18 metri: “si è permesso che degli operai svolgessero quel lavoro entrando in contatto con la falda inquinata senza premunirsi di nessun dispositivo di sicurezza; vi dovreste vergognare!”, grida rivolto agli assessori.
C’è poi chi ricorda come “nel 2005 Turri e Bassi invitassero i residenti di via Gerani ad aerare i locali delle proprie abitazioni e a non sottostare negli scantinati. Bene, dopo un anno ci venite a costruire un asilo”.
L’ultima parola spetta nuovamente alla giunta. È Atti che prova a riportare la calma tra il pubblico sempre più vociante. “La nostra posizione – cerca di spiegare – non è quella di chi non vuole ammettere i propri errori. Vanno eseguiti quegli approfondimenti necessari per capire se ne abbiamo commessi. E se sarà così vogliamo capire se li abbiamo commessi da soli o siamo stati aiutati a commetterli”. Ma la sua difesa termina tra i fischi. E, purtroppo, anche tra qualche offesa.
28 febbraio