



di Paolo Giardini
Tutti i gusti sono gusti. Inutile, quindi, considerare la verve del polemista dilettante Diego Marani, sempre riverentemente ospitata dai giornali ferraresi anche quando zoppica (memorabili i suoi interventi da elefante nella cristalleria in difesa della milionata spesa sull’unghia da Sateriale per uno spettacolo di Ronconi). Ma questa volta l’autorevole traduttore e autore, zoppica anche da sprovveduto in informatica spicciola. Come fa un colto uomo di mondo, a cui si aprono i salotti delle capitali europee, a non immaginare che, come per tutti quelli che usano sistematicamente il computer, è impossibile che Storari e Tavolazzi non possiedano notebook personali, portandoseli appresso ogni volta che serve?
Quella macchina mancante, se servisse a giocare o a connettersi in internet o a scrivere lettere ai giornali, non sarebbe di certo reiteratamente richiesta offrendo il fianco ad eventuali critiche della mutua. I notebook, anche di fascia bassa, hanno prestazioni uguali o superiori a quelle dei PC comunali, ma, non appartenendo alla rete comunale, non è affatto raccomandabile connetterli saltuariamente in rete senza esserne i gestori!
Marani non si chiede il motivo per cui Tavolazzi sia così sciocco da perdere tempo per recarsi su un computer comunale quando può farlo con quello più confortevole di casa sua. Non gli viene in mente che conti qualcosa l’accesso diretto alla rete comunale? Lo stesso dicasi per Storari. Se si desidera ironizzare su PpF e il suo PC mancante, l’argomento che offre qualche spunto divertente è, appunto, la rete comunale a cui i due filibustieri (per il PD) tengono tanto, dati i controlli che il gestore di rete può esercitare e le tante opportunità che la fantasia può inventare sulle possibili ispezioni a distanza delle loro mosse. Invece il Marani che evidentemente ha rapporti un po’ conflittuali coi PC (tipici della sua non verde età) si limita alla battutina della vecchia maestra. Ognuno si diverte come può.
Paolo Giardini
La Nuova Ferrara del 24/03/2011 , articolo di DIEGO MARANI ed. Nazionale p. 19
In una lettera alla segreteria del sindaco, il consigliere del PPF Tavolazzi lamenta il fatto che l’unico computer rimastogli impedisce al suo gruppo di lavorare come dovrebbe. Il segretario del PPF Storari, infatti, non riesce più a eseguire le sue mansioni perché davanti allo schermo ci passa la giornata Tavolazzi lecitamente occupato nei suoi compiti politici. La segreteria del sindaco risponde (al terzo richiamo) che la dotazione di personale e di mezzi è uguale per tutti i gruppi e che non c’è trippa per gatti. Questa è la tempesta che sta scuotendo la politica ferrarese. Una guerra tecnologica dell’ultima trincea fra chi ha accesso all’informatica e chi ne è brutalmente escluso. E’ così che nel più grande scacchiere internazionale si gioca la partita fra le potenze economiche. Per tentare di risolvere una tensione che potrebbe portare al naufragio di tutto il PPF e privare l’arena politica di una voce così originale e fresca, abbiamo ideato alcune soluzioni. La prima è quella della mia maestra: «Un po’ per uno, non litigate». Sembrerà banale, ma Tavolazzi potrebbe farsi più in là con la sedia e far posto anche a Storari a leggere i giornali su internet con la password gratuita. La seconda è un appello all’elettorato del PPF: un euro per uno per salvare il partito. Un computer costa su per giù seicento euro e gli elettori di Tavolazzi non si faranno indietro. La terza è quella di Totò e Peppino nella Malafemmina: Tavolazzi detta e Storari scrive. |