



Ora anche la fioriera posta sull’accesso al parcheggio ex MOF ha i manifesti di Barbieri strappati. Nel raggio di 100 metri da quella, rimane a portata di mano una certa abbondanza di Dragotto, Zappaterra e Tagliani, tutti intonsi. L’impegno iconoclasta rivolto ai cartelli di Barbieri è un’ingiustizia, e una vigliaccheria rivolta a tutti perché ferisce il pacifico svolgersi di una campagna elettorale.
Abbiamo la fortuna di assistere ad una civilissima competizione, soft, priva di toni forti, e addirittura divertente sul versante dei manifesti elettorali, forieri d’inverosimili nuove qualità e così trasparenti sulla modestia reale. I manifesti sono simpatici: mettono di buon umore, obbligando alcune facce ad esporsi all’impietoso giudizio collettivo, stimolano la fantasia e inducono considerazioni esistenziali sul potere della vanità, gratificano in massa i passanti facendoli sentire dei geni al confronto, sono irresistibili per la voglia di completarli col pennarello.
A Barbieri va attribuito il merito di aver dato il via alla corsa cartellonistica dai pregi sopraelencati, nella quale continua a mantenere la posizione di “un uomo solo al comando”. Perché distruggergli i manifesti? Si vergognino quei rozzi strappatori vandalici!
Paolo Giardini
Progetto per Ferrara