



di Roberto Zambelli
ma come ti permetti di criticare l’idrovia altrimenti detta “asta navigabile” (che nome sexual ragazzi!). Guarda che forse ti mancano le ultime info: l’idrovia così come altre opere, e mi viene in mente la casa del pellegrino nata per poi diventare il “San Giorgio”, il principe le costruisce e le fa appositamente ad uso e consumo della democrazia partecipata. Il principe è buono e così il cittadino potrà dire la sua sulla bonifica dei fanghi oppure potrà pensare di richiedere una linea bus ad hoc per raggiungere la casa di cura, oppure potrà chiedere che venga eretta una barriera a protezione dal rumore della vicina ferrovia usando proprio i fanghi. L’alternativa, a babbo morto, sarà anche quella di chiedere l’apertura di un tavolo di concertazione. Vuoi mettere? Chissà se Paul Ginsborg ha davvero questa idea della democrazia partecipata “del dopo” e “sulle cose di contorno”?
In merito all’idrovia se mi trovi on-line uno straccio di progetto con relativo piano dei lavori ti offro una cena a base di pesce e, se ci riesce Teresa Pistocchi, la offro pure a lei.
Nota 1: se per fare l’asta navigabile (come mi piace questo nome!) avranno dei tempi compatibili con quelli di Cona (ma l’opera mi sembra assai più complessa) i possibili scenari sono due: o la nostra zona si sarà desertificata e quindi dovremo chiedere consulenza a quelli che (l’ho visto in tv!) riescono a far navigare una barca a vela sull’asfalto, oppure la nostra zona sarà completamente allagata o per innalzamento del livello del mare o per l’esondazione del Po o a causa della nulla manutenzione dell’alveo o per l’insieme delle due cose e forse sarà troppo tardi per tutto e per tutti.
Nota 2: il primo abbozzo dell’idrovia mi sembra risalga a circa 40 anni fa e se tutto andrà bene potrebbe essere finita per il 2035 i tempi mi sembrano adeguati ad un’opera moderna e al passo coi tempi. Cosa ne pensi?
Nota 3: ti poni problemi stupidi, poco logici, direi antistorici e che attengono alla sfera dell’imperscrutabile: i mega terminal d’approdo e interscambio col trasporto gommato. A quelli ci penserà la provvidenza (i camion dell’epoca forse voleranno: cosa ne sai?) oppure si troverà qualcuno che di suo ci pensa e proporrà soluzioni a lui congeniali (questo mi sembra logico ed umano) esattamente come sta capitando a Cona per la viabilità e le infrastrutture di servizio: in questo modo il principe avrà dato anche ai verdi la possibilità di trovare una loro ragion d’essere e ai divoratori di territorio di proseguire la loro missione.
Roberto Zambelli