



di Paolo Giardini
Lettera non pubblicata da Carlino e La Nuova
Nell’aula del Consiglio Comunale, ho ascoltato dal vivo il tono energico e risoluto (alla John Wayne, limitatamente al parlato…) della presentazione delle linee programmatiche di mandato del nuovo sindaco targato PD. L’ascolto della recitazione non è fondamentale per farsi un’opinione, basta scaricare il discorso dal sito del Comune e leggere con calma gli obbiettivi primari di mandato, esposti con la seguente successione:
1 – Amministrazione efficiente e vicina (a) chi vive e lavora a Ferrara;
2 – Il Comune e la crisi economica;
3 – La persona, la famiglia, la rete dei servizi;
4 – La Città, il territorio;
5 – Le Politiche culturali e del turismo;
6 – Le Politiche per l’ambiente.
Arrivati alla fine del discorso-lettura, che dire? E’ una lista di banalità, come è giusto che sia qualsiasi elenco di cose da fare, ma con un pizzico di malinconico dejà vu: perché salvo alcuni riferimenti ai dettagli odierni, l’impianto del messaggio sarebbe stato condivisibile da un sindaco di 10 o 20 anni fa. Depurato, beninteso, dai personalismi ostentati da un Tagliani senza troppi pudori. Ad esempio, al punto 5 afferma: “Premesso che Cultura non è sinonimo di evento, ma più esattamente di Civiltà…”. Quel lapidario “esattamente” stronca le ridicole opinioni su Cultura e Civiltà di Kant, Schiller, Boas, Fichte, Nietzsche, Spengler, Toynbee, Tylor, e chissà quanti altri perditempo. Tutto sommato, il discorso “del bagnasciuga” del 1943 non fu così grottesco.
Sulle smargiassate del nuovo sindaco la città potrà sorriderne, ci sarà invece da preoccuparsi di quei suoi 24 pretoriani del Consiglio rimasti compunti alla lettura del suo Verbo. Vuol dire che l’approvano. C’è da chiedersi, allora, se i pretoriani trovino normale che “Le Politiche per l’ambiente” (al plurale, non Politica: hanno capito tutto) siano in coda all’elenco invece che al primo posto. Perché la questione davvero importante è tutta qui:
NON E’ PIU’ NORMALE, oggi, che un sindaco non menzioni nel suo discorso neppure uno dei parametri annuali caratterizzanti la città (la Potenza installata delle Cabine Primarie Enel, il consumo di metano, la quantità di pneumatici consumata, i milioni di tonnellate di inquinanti che transitano nel Po e nel Volano).
NON E’ PIU’ NORMALE, oggi, non tenere conto che le varietà vegetali selezionate per il nutrimento dell’umanità siano vulnerabilissime alle variazioni climatiche. Non può non interessare che quando due anni fa il prezzo mondiale del grano schizzò alle stelle, le riserve mondiali di cereali ammontavano a soli 63 giorni.
NON E’ PIU’ NORMALE, oggi, ritenere ammissibile l’installazione di fabbriche costruite con la disinvoltura di 40 anni fa: con ingressi materie prime, uscite prodotti, uscite scarti in aria, uscite scarti in fogna, uscite scarti dispersi, uscite rifiuti da smaltire. I cicli vanno chiusi in fabbrica.
NON E’ PIU’ NORMALE, oggi, approvare qualsiasi nuovo insediamento, purché in regola con regolamenti concettualmente vecchi di mezzo secolo, per quanto recenti siano.
NON E’ PIU’ NORMALE, oggi, non sapere che il risparmio energetico non consiste solo nell’avere dispositivi poco energivori, ma anche e soprattutto nell’avere dispositivi dalla vita lunghissima e dai pezzi di ricambio accessibili e a basso costo.
NON E’ NORMALE, oggi, che ci siano consiglieri aventi cultura e forma mentis alla Tagliani. Il quale ha tenuto a precisare in TV che essendosi laureato con 110 e lode non intende ricevere insegnamenti da nessuno.
Quei 25 pretoriani, ma anche i seduti nei banchi dell’opposizione, faranno bene a sollevare un mare di intelligenti obiezioni alle dichiarazioni del loro sindaco, se nei prossimi 5 anni vorranno essere considerati anche dei consiglieri comunali. Ammesso che siano interessati davvero a quel ruolo.
Paolo Giardini
Progetto per Ferrara