



L’assessore al bilancio Roberto Polastri tenta di tenere chiuso il coperchio della pentola, per non far uscire la schiuma. Ma dovrà modificare il contratto del derivato Dexia Crediop del 2005. E ciò non passerà inosservato.
il Comune rischia molto a partire dal 2010, quando cioè il binario dei tassi di riferimento (cap e floor) passerà da 2,85%-5,85% a 4,24%-6,5%. Tale modifica fu decisa dall’assessore sull’onda del differenziale negativo di 169 mila euro pagati a Dexia nel 2005.
Il meccanismo del derivato prevede che l’Ente dovrà pagare somme alla banca se l’euribor 6 mesi scenderà sotto il 4,24%, mentre avrà un vantaggio se l’euribor si manterrà sopra tale soglia.
Tra il 2004 ed il 2006 l’euribor 6 mesi si era stabilizzato attorno al 2,5%, ma nei due anni successivi è risalito fino al 5,4%. Nel mese di ottobre 2008 il tasso di riferimento è tornato a scendere fino al 4,97% di venerdì scorso, e dovrebbe continuare la sua marcia verso il basso.
Anche se nessuno può prevedere come si muoverà l’euribor nel lungo periodo, è facile capire che la nuova soglia-rischio del 4,24%, invece del 2,85% in vigore fino al 31.12.09, è assai più pericolosa per l’Ente. Questo infatti dovrà pagare alla banca, fino al 2019, il tasso fisso del 4,14% sul debito sottostante, se l’euribor sarà inferiore o uguale al floor 4,24%.
Le dichiarazioni positive di Polastri dei giorni scorsi, riguardo al presunto utile dell’operazione, si basano su una previsione fino al 2019 di tassi superiori alla soglia del 4,24%. Una aspettativa tanto ottimistica quanto poco prudente.
Il milione mezzo di euro incassati tra il 2002 ed il 2003, spacciati per “utile” da Polastri, sono tutt’altro che certi e definitivi. La marcia fino al 2019 sarà lunga e irta di ostacoli! Sarebbe peraltro grave se quegli euro incassati nel 2002/03 fossero stati spesi nella gestione corrente e non per investimenti.
Infine l’eventuale risoluzione anticipata del contratto, necessaria per bloccare eventuali future perdite, non ha un costo definito. Si legge: “la determinazione degli oneri di estinzione sarà effettuata a cura di Dexia Crediop secondo le prassi adottate sul mercato internazionale dei derivati”. In altri termini non sappiamo quanto potrà costare.
La Corte dei Conti, non vedendoci chiaro, è già intervenuta nel 2008 in altre operazioni di derivati, per esempio in Sicilia ed in Lombardia.
Poiché il debito sottostante l’operazione di Ferrara è di oltre 42 milioni di euro ed i rischi ad essa collegati appaiono significativi per le tasche dei cittadini, Polastri dovrebbe dire con chiarezza che cosa intenda fare per limitarli.
Valentino Tavolazzi