



di Valentino Tavolazzi
Va riconosciuto all’assessore al bilancio uscente Roberto Polastri di aver operato in un periodo di restrizione della finanza pubblica e di aver agito, obtorto collo, per il contenimento della spesa corrente. Punto. Sono invece del tutto immotivati gli auto elogi apparsi sulla stampa, per aver lasciato il bilancio in ordine, con un debito identico a quello ereditato sei anni fa. La verità è un’altra. Quella di Polastri è stata una amministrazione ordinaria, che non ha inciso sui fondamentali del bilancio (debito, niente affatto ridotto, e struttura della spesa). I dati divulgati dall’assessore sono parziali, selezionati pro domo sua ed inducono in errore i lettori. La dichiarazione di Polastri “Ho ereditato un debito di 149,7 milioni e lascerò al mio successore un debito di 149,5 milioni” è semplicemente una bufala.
Egli non menziona il fatto che nel 2005 sono stati estinti 34,5 milioni di euro e 4 milioni nel 2006, a seguito dell’incasso della vendita di Agea.
Il suo racconto assumerebbe tutt’altra sostanza e porterebbe a conclusioni meno gloriose, se egli avesse citato, invece dei debiti al primo gennaio di ogni anno, quelli al 31/!2, rendendo così trasparente l’effetto della svendita di Agea e del relativo incasso. Sarebbe emerso che in realtà la gestione Polastri ha prodotto un aumento del debito di oltre 32 milioni. Infatti alla fine del 2004, quando egli entrò in scena come assessore al bilancio, il Comune aveva debiti residui per 106 milioni. Alla fine del 2009 essi ammontavano a 138,7 milioni ed il 2010 non porterà certo acqua la mulino di Polastri. E’ sconcertante pertanto la parzialità e l’opacità con cui l’amministratore ha tracciato il bilancio del proprio operato.
Polastri ci lascia un’altra triste eredità, il derivato Dexia Crediop, ultima versione. Nel 2006 egli mise mano al prodotto finanziario con una mossa infelice, che, unitamente all’andamento dei tassi, ha prodotto perdite di esercizio a partire dal secondo semestre 2009. Nel 2010 il derivato costerà ai cittadini 1,1 milioni di euro e nel 2011 ben 730 mila euro (previsioni ufficiali del Comune). In questa vicenda va ricondotto a Polastri anche l’ostinato immobilismo riguardo alla chiusura del derivato e della relativa falla per le casse comunali.
Infine non va taciuto il suo atteggiamento inerte riguardo alla vendita delle azioni Hera, operazione che avrebbe potuto dare ossigeno al bilancio corrente, grazie alla riduzione degli ammortamenti derivante dalla estinzione di una parte del debito. Progetto per Ferrara fece inutilmente tale proposta, bocciata dal Pd ed alleati, nel marzo scorso con un emendamento al bilancio preventivo 2010.
La gestione Polastri dunque, dal nostro punto di vista, è stata infelice e di certo non improntata alla tutela degli interessi dei cittadini. Ma non avremmo sparato sulla croce rossa se l’assessore avesse rinunciato all’ingiustificata autocelebrazione.
Valentino Tavolazzi ,Consigliere comunale Ppf
Movimento 5 Stelle, Cambia la prospettiva