



di Valentino Tavolazzi
Zamorani di tanto in tanto esce dal letargo, spesso portando acqua al mulino del Palazzo. Del resto egli sostiene la maggioranza ed il sindaco, alleanza che ha fruttato alla sua formazione (Laici Riformisti), con 48 preferenze sue personali e soli 1791 voti pari al 2,2%, un assessore in giunta (Marescotti), un consigliere comunale (Durante) e consiglieri in tutte le circoscrizioni. In tale contesto è naturale che egli prediliga l’attacco a chi fa opposizione vera, come Progetto per Ferrara/Movimento 5 Stelle, alla denuncia degli sprechi e delle scelte sbagliate di questa amministrazione.
Adesso se la prende con il referendum autogestito, che Ppf intende organizzare sulla chiusura del Sant’Anna e del pronto soccorso in città. Zamorani utilizza nei nostri riguardi toni offensivi (alla faccia della non violenza), veicolati da termini come inganno, violenza, demagogia, populismo, illusionismo, mancanza di rispetto delle persone, truffa semantica e politica. Una reazione scomposta ed acidula, alla quale ci aveva abituato solo il Pd, che ci sorprende soprattutto perché Ppf non ha mai ingannato gli elettori.
Da sempre parliamo di referendum autogestito, esattamente come fu fatto, in un contesto diverso, con il referendum autogestito contro la turbogas e la triplicazione dell’inceneritore. Basta rileggere la stampa di quei giorni. Allora l’amministrazione Sateriale aveva bocciato il referendum regolarmente richiesto, ciò nonostante quella consultazione popolare e autogestita portò alle urne 11539 ferraresi, che poterono così esprimersi su quelle scelte. Fu un evento democratico, per la prima volta organizzato nella nostra città. Tutti lo riconobbero, compreso Sateriale.
Così come nel 2006 Medicina democratica, Wwf ed altre associazioni e comitati cittadini non si fermarono di fronte al niet dell’amministrazione, allo stesso modo oggi Progetto per Ferrara/Movimento 5 Stelle, onorando la promessa fatta agli elettori di una opposizione seria e rigorosa al palazzo e alla casta, non si ferma davanti agli ostacoli. Ecco perché, a differenza dei Riformisti/Radicali di Zamorani, da una parte organizziamo il referendum autogestito sul Sant’Anna, che ha una forte valenza politica, e dall’altra lavoriamo alla modifica delle regole che governano l’istituto del referendum, previste dallo statuto e dal regolamento, con proposte che da mesi giacciono sul tavolo della specifica commissione consigliare.
Dunque non ci innamoriamo, come il radicale, delle regole che limitano l’esercizio della democrazia ed al letargo congeniale a Zamorani preferiamo l’agire politico per cambiarle. Per noi questo significa fare politica. Il ruolo di stampella al potere non ci interessa.
Valentino Tavolazzi . Consigliere comunale Progetto per Ferrara
Movimento 5 Stelle
Lettera di Zamorani pubblicata il 24/10/21010 da Estense.com
‘Tavolazzi l’illusionista’
Sulla stampa cittadina abbiamo letto del nuovo tentativo di inganno del grillino Tavolazzi. Dichiara di volere ricorrere al “referendum” (sì, lo chiama proprio così) a proposito di S.Anna, Cona e pronto soccorso.
Nella nostra società esistono delle regole, delle leggi, dei regolamenti e delle istituzioni. Da una parte ci sono quanti le rispettano e si impegnano a promuovere con rigore la legalità contro la violenza dell’imperante illegalità. Dall’altra ci sono gli illusionisti e gli incantatori che delle regole di fanno beffe, che campano sulla demagogia e il populismo, sulla violenza dell’inganno, aspetti che vanno a danneggiare soprattutto i più deboli.
Il grillino già in passato ha ripetutamente definito “referendum” quella che non è stata altro che una pubblica conta di opinioni effettuata sulle strade. Attività legittima e da difendere, ma per noi il rispetto delle regole è, per quanto può esserlo per la nostra formazione laica, un dato quasi sacrale. Il referendum può svilupparsi solo secondo regole e parametri all’interno delle definizioni garantite dalle istituzioni. Chiamare “referendum” un pubblica conta di rispettabilissime opinioni non è altro che una truffa semantica e politica.
Chi conosce lo Statuto e l’apposito Regolamento del Comune di Ferrara – e non dubitiamo che Tavolazzi li conosca bene – sa che per la materia di cui si parla non è ammissibile il referendum. Ora i casi sino due: o Tavolazzi finge di non sapere questa ovvietà e affermando che ricorrerà al “referendum” inganna i cittadini (lo ripetiamo, in particolare i più deboli, vale a dire coloro che soprattutto sono garantiti dal rispetto delle regole), oppure intende replicare l’inganno del cosiddetto “referendum” autogestito, sempre spacciato per referendum tout court, che altro non è che inganno, mancanza di rispetto delle regole e quindi delle persone e persino violenza contro gli altri e, in ultima analisi, contro se stessi.
Da una parte si colloca la civiltà di un modello di società che rispetta le regole e lavora per la certezza del diritto, dall’altra l’inciviltà di un modello di società di illusionisti, demagoghi e imbonitori che manipolano le regole e le opinioni delle persone.
P.S.
Da una nota ANSA dell’11 ottobre. Per Beppe Grillo “dopo i 60 anni non si dovrebbe piu’ votare”. “Tra i 15 e i 60 anni il voto sia normale, dai 60 anni in poi non si voti più”. “Grillo ha precisato che il suo non e’ un attacco agli anziani ma – ha sottolineato – e’ importante che non siano i vecchi a fare le scelte”.
A Ferrara questo significherebbe togliere il diritto di voto a più di un terzo degli aventi diritto.
Ma, in particolare, adesso chi glielo dice al sessantenne Tavolazzi?
Paolo Niccolò Giubelli, Mario Zamorani
Segretario e presidente di Radicali Ferrara