



di Valentino Tavolazzi*
La nuova centrale geotermica (PER) a Pontegradella non è un’opera di interesse pubblico per la città. E’ al contrario un affare vantaggioso per Hera ed i soci privati che si spartiranno i dividendi generati dall’investimento. Giovedì sera i cittadini di Pontegradella in assemblea hanno ribadito la loro volontà di battersi affinché il Comune blocchi l’impianto, prevenendo le gravi conseguenze ambientali, sanitarie ed economiche per tutto il quartiere. Le obiezioni sollevate da numerosi interventi preoccupati riguardano le possibili correlazioni tra le perforazioni previste e fenomeni tellurici, l’aumento del rumore, le nuove emissioni in aria, suolo e falda, i rischi di diffusione indotta di gas del sottosuolo, radioattivi o dannosi per la salute. E già questo sarebbe sufficiente perché il sindaco adottasse il principio di precauzione.
Purtroppo l’atteggiamento del Comune nei confronti dei cittadini in questa vicenda è lo stesso che consentì la realizzazione di turbogas Enipower ed inceneritore Hera: ambiguo e bugiardo. Si ricorderà che la turbogas doveva incrementare investimenti ed occupazione nel petrolchimico, oltre a migliorare la qualità dell’aria. Mentre l’inceneritore doveva consentire la chiusura di tutte le discariche in provincia e favorire la riorganizzazione del settore dei servizi pubblici locali. Nessuna promessa è stata mantenuta. Anche allora, come adesso, regnarono opacità e disinformazione della città. Solo grazie alle battaglie di comitati ed associazioni ambientaliste, fu possibile smascherare obbiettivi nascosti e danni per la collettività. Nemmeno il referendum di 11500 cittadini bastò per bloccare quelle scelte sciagurate. Ma la montagna di menzogne raccontate dal Comune e dal Pd è rimasta a testimoniare la politica che in sessant’anni ha portato la città al degrado. Con il PER la storia si ripete.
I rappresentanti dell’associazione (http://www.nocentraliincitta.org/) hanno riferito che il sindaco Tagliani, in un precedente incontro, si sarebbe fatto scudo della responsabilità di garantire l’interesse pubblico: il miglioramento della qualità dell’aria ottenuto grazie ai nuovi allacciamenti al TLR di migliaia di famiglie. E ciò anche in contrasto con l’interesse di centinaia di cittadini danneggiati dalla nuova centrale, piccolo se comparato alla soppressione di migliaia di caldaie inquinanti. Un ragionamento che non fa una piega, anche dal punto di vista elettorale, se non si basasse su una colossale bufala. A Ferrara il contributo dato dal riscaldamento domestico, all’inquinamento complessivo dell’aria, con riferimento a ossidi di azoto e polveri, è di gran lunga marginale (rispettivamente 5,6%, pari a 269 ton/anno, e 3,9%, pari a 13 ton/anno) rispetto al contributo dell’industria (petrolchimico, PMI, inceneritore, turbogas) e del traffico veicolare. Dunque sostituire una parte di quelle caldaie con il TLR non produrrebbe grandi benefici all’ambiente, oltretutto ridotti dalle nuove emissioni delle maxi caldaie a metano della centrale.
Ma il dato più importante, taciuto da Tagliani e Hera, è che il TLR raddoppiato avrà bisogno per decenni del calore dell’inceneritore di Cassana, generato dalla combustione di rifiuti, in misura eguale o superiore ad oggi. Sarà dunque necessario importarli da fuori provincia, per compensare il crollo imposto dall’Europa con raccolta differenziata, riciclo e recupero dei materiali. L’inceneritore emette da solo 35 ton/anno di NOx ed è autorizzato per 70, un quarto del riscaldamento domestico. Tagliani vuole incatenare Ferrara all’inceneritore e per farlo raddoppia il TLR. Non potremo più spegnerlo, pena il congelamento di anziani e bambini. La necessità dell’inceneritore è dichiarata dalla stessa Hera. L’energia prodotta dalle fonti del nuovo sistema di teleriscaldamento sarà di 289 GWht, di cui 163 da geotermia, 99 da inceneritore (oggi ne produce meno di 80), 1 da solare termico, 26 da caldaie a metano. Se la chiusura del cancrovalorizzatore non è compatibile con il progetto di Hera, come non è, significa che quest’ultimo non è di interesse pubblico.
La scelta dunque riguarda tutta la città, non solo i residenti di Pontegradella. In particolare i cittadini di Porotto, Cassana, Mizzana, Vigarano ed altri quartieri interessati dalla ricaduta di inquinanti dell’inceneritore. Oltretutto il Dossier 214-11 della Regione registra a Ferrara il maggior numero di decessi per tumore. I dati si riferiscono al 2009 e al territorio provinciale. Tra i tumori maligni spicca quello a trachea, bronchi e polmoni. Ferrara segna il record con 73 decessi per 100 mila abitanti, seguita da Cesena (70), Modena (69), Piacenza e Forlì (68). In Emilia questo tumore uccide più che in Italia e a Ferrara più che in Emilia. Purtroppo abbiamo il record di decessi anche da tumori del colon, retto ed ano con 45 decessi contro 35 in regione (superiore al dato nazionale), seguiti da Imola (42), Bologna (38), Rimini e Piacenza (36). Infine Ferrara è prima in regione per decessi da malattie del sistema circolatorio (420, contro una media regionale di 393) e cerebrovascolari (111 contro 96).
Vogliamo davvero consegnare alle future generazioni questo inceneritore, questo petrolchimico, questa turbogas, insieme ad una montagna di bugie?
*Consigliere comunale Progetto per Ferrara
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