



Valentino Tavolazzi*
Il consigliere Pd dirigente medico al Sant’Anna, Francesco Portaluppi, non ce la fa a dimostrare la sua estraneità (e quella della consigliera dirigente del 118 Adelina Ricciardelli), al conflitto etico politico, più volte sollevato da Ppf nel vicenda della chiusura dell’ospedale cittadino. Una dimostrazione impossibile per entrambi, avendo loro sostenuto in consiglio comunale, in assemblee pubbliche e in riunioni politiche, la bontà della scelta sciagurata di privare il centro cittadino dell’ospedale Sant’Anna, del suo pronto soccorso e della quasi totalità della diagnostica e delle terapie in day hospital.
Con tanto di slide alla Marattin! Ci si domanda da tempo se lo hanno fatto come consiglieri comunali del Pd (controllori politici delle prestazioni del sistema sanitario nell’interesse dei cittadini); oppure come dirigenti medici operanti nell’azienda ospedaliera (sottoposta al controllo dei cittadini tramite gli eletti), che dal secolo scorso, in silenzio, ha codeciso di chiudere il Sant’Anna; o infine come attivisti del Pd. Un conflitto etico politico mai risolto, da cui deriva l’imbarazzo per il partitone e per chiunque si trovasse a valutare, discutere e deliberare, come consigliere comunale, su servizi sanitari (esempio il 118), di cui fosse egli stesso dirigente responsabile.
Ma il vero scoop del consigliere medico Portaluppi è la pubblica ammissione ( leggi ) che il Pd ed il sindaco Tiziano Tagliani portano la piena responsabilità politica del disastro di Cona e della chiusura del Sant’Anna, fin dal gennaio del 2000, quando firmarono il “protocollo d’intesa (con Regione, Provincia ed altri) che dava l’avvio ufficiale al progetto”. Non era mai accaduto prima. Al contrario tutti avevano sentito Tagliani strillare in aula la sua estraneità. Ma fecero di peggio. La scelta fu compiuta senza consultare la popolazione (nemmeno in campagna elettorale del 1999, alla quale non ho partecipato in alcun modo), ed attuata nell’assoluto silenzio istituzionale negli anni successivi. Tra i primi ad informare i cittadini del più grave scandalo sanitario del paese, fu il sottoscritto, con ripetuti interventi sulla stampa a partire dal 2003 (www.progettoperferrara.org). Oggi l’ammissione di colpa è ufficiale. Tagliani ed il Pd ne risponderanno ai cittadini.
Nel tentativo di attenuare le responsabilità di Tagliani, Portaluppi ha denunciato pubblicamente il partitone, ma persevera nel patetico tentativo di coinvolgermi. Quando Sateriale e Tagliani (ex sindaco ombra non scelto dai cittadini), decisero di assumere il direttore generale, scegliendolo “ad intuitum” come prevede la legge, decidendone contratto a tempo determinato e retribuzione secondo criteri da loro stabiliti, con firma del sindaco e delibera di giunta, lo fecero per ammodernare la macchina comunale, tagliare gli sprechi, portare a trasparenza ed efficacia incarichi, forniture e prestazioni. Il cambiamento fu avviato con successo e riconoscimento unanime http://www.progettoperferrara.org/cosa-dicevano-allora-1-0425.html. La scelta di Cona, appartenente alla sfera politica, non rientrava in alcun modo nelle competenze tecniche del direttore generale, come dimostrano gli atti che hanno sbugiardato Tagliani e Portaluppi. La fantomatica commissione su Cona, nella quale Sateriale e Tagliani infilarono cani e porci, politici e tecnici, oltre al direttore generale, non produsse mai nulla, come documentato al link http://www.cronacacomune.it/index.phtml?id=13421. Ed anche da quella commissione fui cacciato. Niente e nessuno potrà mai smentire che il Pd ed il sindaco ombra Tagliani, in Comune e in Regione, lavorarono per privare la città del loro ospedale storico e per sostituirlo con villette e cliniche private. Portaluppi, sapendo di mentire, sostiene che il direttore generale condivideva quelle scelte. Fu invece a causa del contrario che egli fu cacciato anticipatamente e senza giusta causa da Tagliani, il quale scaricò sui cittadini il costo dell’indennizzo contrattuale a lui ben noto, dopo che da sindaco ombra ne aveva condiviso l’assunzione.
Su un punto tuttavia Portaluppi ha ragione. Tagliani avrebbe potuto scegliere il direttore generale tramite un concorso pubblico di valutazione comparativa, del tipo ben noto al consigliere. Un concorso come quelli fatti all’Università, ad esempio con sei concorrenti, due dei quali avessero rinunciato prima del colloquio e altri due non si fossero presentati. I due rimasti (magari uno di Roma e l’altro di Ferrara) si fossero classificati a pari merito ed il vincitore fosse stato scelto ad intuitum. Un modo trasparente di procedere, del quale forse Portaluppi potrebbe spiegare meglio i meccanismi. O tacere.
*Consigliere comunale Ppf
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