20 Dic, 2010
Il PD dice no a occupazione e sostenibilità nel petrolchimico
Inserito da: PpF In: Consiglio comunale|Economia, sviluppo, lavoro




di Valentino Tavolazzi
Pd, Idv ed alleati, davvero bolliti in questa fase politica, arrivano a votare contro qualsiasi provvedimento che un comune elettore accoglierebbe con favore. Perché ciò accade? Perché valori come ambiente, salute, occupazione, al di là dei proclami elettorali, non costituiscono più baluardi da difendere e valorizzare per la maggioranza di centro sinistra? La risposta è semplice. I consiglieri intruppati della maggioranza non sono più tenuti a pensare con la propria testa. Si limitano ad alzare la mano quando il partito lo chiede e sull’altare dell’appartenenza sacrificano qualsiasi proposta dell’opposizione, ancorché di buon senso e condivisibile. Tale contrapposizione, stupidamente elettorale, costituisce la vera malattia della politica ferrarese, poiché negando il confronto di merito la rende poco credibile agli occhi dei cittadini, che inevitabilmente se ne allontanano.
La proposta di Progetto per Ferrara, presentata oggi, impegnava sindaco e giunta ad esaminare e a sottoporre al consiglio comunale solo i piani particolareggiati, tra quelli presentati dalle aziende del petrolchimico, che prevedano investimenti ed attività industriali sostenibili per impatto ambientale e sanitario, ai sensi delle norme nazionali ed europee, e tali da incrementare a regime gli attuali livelli occupazionali complessivi. Perché l’abbiamo presentata?
La crisi del Petrolchimico investe molte aziende del sito: Nylco, P-Group, LyondellBasell, Polimeri Europa, Yara. Polimeri Europa risente della scelta di Eni di disimpegnarsi progressivamente dalla chimica industriale, mentre LyondellBasell è soggetta ai rischi di approvvigionamento dall’impianto Polimeri Europa di Marghera, coinvolto nella crisi Sindyal/Eni. Nonostante l’approvazione da parte del Comune del relativo piano particolareggiato, il nuovo stabilimento Estelux, che poteva costituire un importante risultato dell’Accordo di Programma sul Polo chimico, di fatto non aprirà mai, con la conseguenza che centinaia di nuovi posti di lavoro promessi, sono di fatto andati in fumo. Eni dal canto suo, pur avendo ottenuto la costruzione della centrale Turbogas Enipower, sembra aver scelto il disimpegno dalla chimica a Ferrara, decisione questa non scoraggiata dagli elevati profitti acquisiti nel mercato dell’energia, alternativi e sostitutivi di quelli ben più rischiosi della chimica. Infine sono tuttora ignoti gli investimenti che Basell intende realizzare dopo l’approvazione del piano particolareggiato, deliberata dal consiglio comunale nei mesi scorsi. Dunque un fallimento dietro l’altro.
Sono poche le imprese del petrolchimico che abbiano dimostrato capacità di riqualificarsi, di ristrutturare la propria filiera, di realizzare nuovi investimenti nella chimica fine, nella green economy, nella chimica vegetale, nelle biotecnologie e nelle nanotecnologie, nei nuovi prodotti per l’auto e l’edilizia, nella chimica ad alto valore aggiunto, nel cosiddetto vantaggio intellettuale italiano, ancora esistente. E da molti anni Ferrara soffre di una crisi più generale del comparto industriale, che non è più in grado di offrire gli attuali posti di lavoro, tanto meno di nuovi, né manifesta propensione allo sviluppo sostenibile nella green economy e nel risanamento ambientale del territorio.
In tale contesto il Pd e l’Idv bocciano un provvedimento che chiede all’amministrazione di valutare i futuri piani particolareggiati delle aziende del Petrolchimico anche in rapporto agli investimenti, all’occupazione ed alla riqualificazione dell’ambiente attesi. Del loro NO essi risponderanno agli elettori.
Hanno votato a favore della proposta Ppf, Prc/Pdci, Lega ed Iaf. Si sono astenuti Pdl e Fli.
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale Progetto per Ferrara
Movimento 5 Stelle