



di Valentino Tavolazzi
Il più grande partito di opposizione in Italia, ma di governo in Emilia e a Ferrara, sta lavorando alla proposta di legge per la gestione del servizio idrico integrato. Dopo le premesse di rito, farcite di belle parole sul valore dell’acqua “bene comune, pubblico”, il testo di presentazione dell’iniziativa politica (vedi sito Pd) propone ”un quadro normativo chiaro e stabile che metta fine alla continua incertezza prodotta dai ripetuti interventi del centrodestra che riparta affidando alle regioni il compito di organizzare il servizio idrico integrato sulla base di ambiti territoriali ottimali, definiti secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità, nel rispetto dell’unità dei bacini idrografici, dell’unitarietà della gestione e quindi del superamento delle frammentazioni, dell’adeguatezza delle dimensioni gestionali, della riduzione delle sperequazioni tra ambiti limitrofi”.
In altri termini, tradotto dal politichese e applicato a Ferrara, il progetto di legge del Pd punta all’efficienza, efficacia ed economicità, senza escludere gestori pubblici di diritto privato (come Hera) o soggetti privati, al superamento della pluralità dei gestori (cioè di situazioni come quella ferrarese con Hera e Cadf), all’adeguatezza delle dimensioni gestionali (con Hera che vince su Cadf). Dichiarazioni dunque che potrebbero appartenere ad uno spot per Hera.
Nella Commissione statuto di venerdì, sono state esaminate le tre proposte di modifica, in merito al servizio idrico integrato, di Prc/Pdci, Ppf e Pd, Idv ed alleati. La prima (Prc/Pdci) prefigura la gestione affidata a soggetti di diritto pubblico, in deroga all’attuale normativa, e chiede che sia garantita la quantità minima vitale a tutti gli abitanti. Una proposta chiara che condividiamo. La nostra (Ppf) punta alla gestione del servizio affidata esclusivamente a soggetti di proprietà interamente pubblica. La terza (Pd e alleati) afferma che la gestione dell’acqua “non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno”.
Trattandosi di formulazione criptica che si presta ad opposte interpretazioni, ho chiesto ai rappresentanti del Pd se quel testo sottintendesse l’assegnazione del servizio idrico integrato a gestori pubblici e/o di diritto pubblico, o fosse compatibile anche con l’assegnazione a gestori privati o pubblici di diritto privato. Dopo qualche incertezza e consultazioni con il collega di partito Colaiacovo, il consigliere Balestra del Pd ha fornito l’interpretazione autentica del testo (forse già espressa in altre sedute), dichiarando che tutte le possibilità di assegnazione sopra descritte sono compatibili con la citata formulazione di modifica dello statuto, avanzata dalla maggioranza.
In conclusione, rispetto alla gestione pubblica dell’acqua, il Pd in questa fase sta dimostrando una fredda vicinanza al referendum per l’acqua pubblica, sta lavorando ad un progetto di legge compatibile con l’assegnazione del servizio a gestori privati, propone insieme agli alleati, per lo statuto del nostro Comune, una formulazione in linea con quanto sopra. Dunque il Pd e l’Idv non sono favorevoli alla gestione dell’acqua affidata esclusivamente ad un soggetto pubblico o di diritto pubblico.
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale Ppf/Movimento 5 Stelle