06 Giu, 2011
Il Pd ed i loro alleati dovrebbero replicare a questi fatti
Inserito da: PpF In: Politica|Servizi pubblici




di Valentino Tavolazzi
Il segretario Pd Paolo Calvano, che, in nome del nuovo che avanza, non risponde ai fatti contestati dal M5S in merito ai due referendum dell’acqua, preferendo, come da standard del suo partito, attaccare con informazioni false, chi muove critiche fondate. Se il giovane Calvano, prima di scrivere, avesse consultato il contratto da anni nel nostro sito http://www.progettoperferrara.org/wp-content/uploads/2009/01/contratto-tavolazzi-comune.pdf, avrebbe constatato che nel 2000 il sindaco Sateriale aveva incaricato il city manager con un compenso lordo di 205 mila euro (non 250 mila). L’equivalente di quanto percepisce un consigliere regionale come Tagliani ( dal 2005 al 2009), Montanari ( 2005-2015) o la Montani (2010-2011), quest’ultima in modo illegittimo. Uno stipendio in linea anche con quanto pagato all’attuale segretario/direttore generale del Comune.
La vicenda è nota ai più, ma l’intervento di Calvano, emulo del suo predecessore Mauro Cavallini, mi obbliga a ristabilire la verità. Mi licenziai nel 2000 da amministratore delegato di due società del gruppo CMC di Ravenna, con una retribuzione superiore a quella offertomi da Sateriale (vedi dichiarazione dei redditi http://www.progettoperferrara.org/wp-content/uploads/2009/03/reddito-99020.pdf), per contribuire all’ammodernamento della macchina comunale, in un momento in cui il sindaco stava per lasciare il Comune. Dopo pochi mesi la prevedibile reazione di dirigenti ed assessori, indusse Sateriale a tradire gli elettori e a togliermi le deleghe. Mentre il vice sindaco Tagliani, da me ostacolato nella svendita di Agea e nella concessione di contratti di servizio a favore dell’azienda (poi incorporata da Hera), ne approfittò per liberarsi dell’ingombro. Insieme decisero di revocare anzi tempo l’incarico, senza giusta causa, facendo pagare ai cittadini l’indennizzo contrattualmente previsto. Nessuno coinvolse la Corte dei conti per ottenere dai due la restituzione al Comune delle somme sprecate, prima con l’assunzione non convinta, poi con la revoca anticipata e onerosa.
Calvano ha dichiarato: “non annovero nel mio curriculum incarichi pubblici per 250.000 euro all’anno”. Delle due l’una: o non è mai stato interessato a tali incarichi, pur avendone i requisiti, oppure non dispone di questi ultimi per aspirarvi. In entrambi i casi non si tratta di un merito degno di vanto. Al contrario constato che gli stipendi percepiti dal segretario del Pd da sempre arrivano dalla politica, prima come sindaco, poi come segretario del Pd, grazie anche ai rimborsi elettorali che tutti noi paghiamo ed ai quali il M5S ha invece rinunciato.
Riguardo alla coerenza in materia di acqua pubblica, vorrei ricordare pochi fatti. Nel 2009 il Comitato per l’acqua pubblica organizzò un evento, allo scopo di impegnare i candidati sindaci a garantire la gestione pubblica dell’acqua. Io presi pubblicamente l’impegno, Tagliani no. Presso la commissione statuto giace da mesi una proposta Ppf per vincolare il Comune alla gestione pubblica dell’acqua, il Pd ha votato contro. Sei dei 13 fondatori del comitato per il ‘no’ “Acqua libera tutti”, che vuole mantenere il decreto Ronchi sulla privatizzazione della risorsa idrica, sono iscritti al Pd. Luigi Antonio Madeo, membro dell’ assemblea nazionale, Fabio Santoro, esponente dei democratici napoletani, Giacomo d’Arrigo rappresentante del Pd e responsabile di Anci Giovani, Massimiliano Dolce, presidente del consiglio comunale del Comune di Palestrina, Antonio Iannamorelli, consigliere comunale Pd a Sulmona (Aquila), Giusy Gallotto, dirigente del Pd di Salerno, già collaboratrice del ministro agli affari regionali Lanzillotta nel governo Prodi.
Calvano, il Pd ed i loro alleati dovrebbero replicare a questi fatti, invece di diffondere informazioni false sugli avversari politici.
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale Progetto per Ferrara
Movimento 5 Stelle